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Com’è bello ritrovarsi sotto l’egida del Santo Patrono, tra strette di mano e ricordi.
Ebbene sì, credo di essere alquanto fortunato.
La scorsa settimana l’amico Sandro, per l’epicrisi settimanale, s’è dovuto cimentare soprattutto con un argomento a dir poco divisivo: la dipartita di Berlusconi con le aspre critiche che ne sono seguite. Condivido quanto è stato scritto e riportato in proposito da Sandro Russo, Guido Del Gizzo, Rosanna Conte… e c’è uno strascico anche in questa settimana: La rivoluzione Berlusconi, di Antonio Scurati.
Nemmeno a me quel personaggio era simpatico, così come non mi riconosco in questi nostri parlamentari Conservatori di cui ci riferisce Giuseppe Mazzella (di Rurillo).
Questa settimana, invece, è alla ribalta della cronaca locale il nostro santo patrono: che bello ritrovarsi in chiesa, in piazza, per mare… tutti accomunati a festeggiare San Silverio!
Franco ci illustra l’origine della processione a mare. Mentre Pasquale Scarpati, nell’augurare Buon San Silverio 2023, ci narra le vicende storiche e teologiche che videro papa Silverio in netta contrapposizione coi voleri dell’imperatrice Teodora.
E poi c’è Martina che ci propone un breve ma esauriente resoconto del giorno di festa.
Non avendo la possibilità di raggiungere la nostra isola, come alcuni ponzesi dell’isola dell’ isola d’Elba – con la nave messa a disposizione dall’armatore Onorato – e di altre città, in tanti hanno seguito la festa nelle varie città italiane e del mondo, grazie alla webcam del Comune di Ponza, come ci conferma Lino Pagano. Inoltre la festa non sarebbe completa senza le bancarelle coi giocattoli, dolciumi e i mennule ’nterrate come ci suggerisce Franco, rievocando con nostalgia i dolci ricordi della fanciullezza.
E ancora Franco ci ricorda che ormai siamo in estate, Che bellezza. E via con il suo avvincente amarcord sulla nostra passata giovinezza. Sulla stessa “lunghezza d’onda” l’articolo di Enzo Di Fazio: Duie spaghett’ sciuliente sciuliente. Enzo ci riporta nel magico mondo dei fanalisti d’una volta, con pescate favolose nelle acque di Zannone e del Monte Guardia, seguite da indimenticabili spaghettate al faro. Tempi che ormai non tornano più e anch’io sospiro con loro “Tiempe bell’i ’na vota/ tiempe bell’ addò state?”.
Ben altri, purtroppo, sono gli intrattenimenti dei ragazzi d’oggi, schiavi (non solo loro) dei Telefonini che passione e che… persecuzione! Come amaramente rileva l’amico Pasquale Scarpati.
Con l’estate fiorisce a Ponza l’economia basata sul turismo, prettamente balneare. Ma, come osserva Guido del Gizzo, il turismo è cambiato, non è solo balneare. Al riguardo tiene banco sui giornali la questione dei collegamenti, con le corse “tutto esaurito” per i giorni festivi di fine giugno.
Sempre con un occhio al turismo si dibatte su come promuovere l’Agricoltura isolana, anche se oggi a Ponza esiste una “viticoltura eroica” con tre imprese vinicole e vari appezzamenti coltivati a orto. Ciò che manca è una produzione su più vasta scala di legumi: lenticchie, cicerchie, fave, di frutti tipici: fichi e fichi d’india… in maniera tale da incrementare un turismo eno-gastronomico, con prodotti tipici locali e, perché no, anche una sorta di agriturismo, soprattutto legato alla “viticoltura eroica” di cui sopra. Non sarebbe da sottovalutare la conservazione di prodotti ittici, come il tonno, le alici … tuttora praticato a livello familiare.
Purtroppo viene preso “sottogamba” anche qualche impegno importante, come la risposta al questionario contenuto nel Rapporto 2023 dell’Osservatorio Isole Minori Italiane. Ed è molto grave, perché – come osserva lo stesso Del Gizzo – “da almeno un paio di decenni, tutti gli interventi effettuati dalle pubbliche amministrazioni in tema di rifiuti, acqua ed energia, ricevono un contributo del 100% a valere sui fondi europei ordinari …”
Col sopraggiungere dell’estate iniziano anche interessanti manifestazioni culturali. A Ventotene, Gita al faro 2023, sei tra scrittrici e scrittori si “confinano” in quella splendida cornice isolana, cimentandosi a comporre racconti.
Mi sovvengono alla memoria le sette ragazze e i tre ragazzi – partoriti dalla fantasia di Giovanni Boccaccio – che nel lontano 1349, lasciano Firenze e si rifugiano in una villa in campagna, dove si dilettano a narrare quelle novelle che poi formeranno uno dei capolavori della letteratura italiana: Il Decamerone.
Chissà se nel loro “repertorio” ci sarà anche qualche racconto analogo a quello di Antonio Agrestini -, in cui si descrive (in dialetto romanesco) il grigiore di una vita solitaria, alla fine colorata dall’amore; a seguire le suggestioni di Sandro innescate dal racconto in: Tutto l’amore e la morte in un racconto breve.
Ma avvengono anche manifestazioni sportive, come lo Swim tour, una appassionante e coinvolgente nuotata intorno alla “più bella isola del mondo”, Palmarola e che è iniziata proprio quest’anno.
Però, specie chi ha “una certa” (sottinteso età) si accontenta di nuotare idealmente intorno a Palmarola e alle altre meravigliose isole dell’arcipelago, seguendo sul piccolo schermo la trasmissione Linea Blu, segnalata puntualmente dalla nostra direttora Luisa.
Interessante è l’articolo proposto da Sandro: Renzo Piano, una sua opera in Turchia, un edificio di cinque piani sul Bosforo “Istanbul Modern, il tempio del contemporaneo e della libertà espressiva”, in una paese travagliato da una opprimente democratura.
Il 20 giugno è anche la Giornata mondiale del rifugiato. Del resto, anche papa Silverio – una volta esiliato – trovò rifugio in quest’isola. Nella nostra provincia sono state organizzate manifestazioni a Latina e Formia.
A proposito di “rifugiati” Sandro si chiede: dov’è finito Sangu’i Retunne? Le domande fondamentali del nostro tempo.
E con questa amenità, auguro a tutti buona domenica.