Editoriale

Epicrisi 374. Tra campagna elettorale e appartenenza

di Rosanna Conte

Ormai la campagna elettorale è entrata nel vivo e Ponzaracconta sta svolgendo il suo ruolo informativo ospitando, quando gli viene richiesto, gli interventi delle due liste contendenti.

  In questa settimana abbiamo solo due articoli di Cambiamo il vento (Intervista a Tommaso Nocerino della lista civica “Cambiamo il vento“) (Presentazione della lista “Cambiamo il vento”) mentre ce ne sono sei per Crescere insieme (“Crescere insieme”: conosciamoci meglio) (Il primo incontro pubblico di “Crescere insieme”). (Crescere insieme, il programma in pillole. La scuola (1)    Il commercio (2) (Crescere insieme: i candidati si presentano (1)  (2)) , ma siamo fiduciosi che ne arrivino altri dalla Lista n 1.

Dopo la prima presentazione, quella ufficiale, stanno pervenendo le auto-presentazioni dei candidati o le interviste per farli conoscere. E questo è positivo perché evidenzia l’assunzione di responsabilità individuale, che implica dover dar conto successivamente del proprio operato.

Come scrive Franco De Luca (Soltanto i cadaveri possono resuscitare. Per i vivi è più difficile) in ambedue le liste ci possono essere candidati che si possono definire cadaveri perché sono quelli che in passato molto hanno promesso e nulla hanno fatto o hanno fatto arrecando danni alla comunità. Aspettiamo la loro auto-presentazione.

I temi discussi dalle due liste sono gli stessi, e non potrebbe essere altrimenti. La campagna elettorale dovrebbe servire a spiegare in che modo intendano affrontarli per risolvere i problemi di Ponza.

I fatti di questa settimana possono essere raggruppati per localizzazione prima ancora che per tematiche.

C’è un primo spaccato sulla vita dell’isola con il concorso di poesie dei bambini (Concorso di poesia pe bambini, oggi la premiazione), il pellegrinaggio a Palmarola per San Silverio (San Silverio, pellegrinaggio a Palmarola);

la notizia di arresti domiciliari legati all’indagine sullo spaccio di droga connesso alla morte di Gianmarco Pozzi (Dalla stampa online: arresti domiciliari a Ponza), la morte di Anna Ambrosino (Anna Ambrosino non è più tra noi) e la nascita di Marta (Fiocco rosa in casa Massocchi – Sandolo).

Ci sono, poi, code di discussioni che riguardano spazi di azione ritenuti ancora agibili, come Sul dissalatore ora si può intervenire con il commento di Arturo Gallia, ma anche altri ormai lontani nel tempo come in Chiarimenti e consigli, ma senza rancore e offese di Biagio Vitiello che riguardano la Castalia e le vicende connesse al rifiuto dell’istituzione del Parco marino a Ponza.

Allargando lo sguardo un po’ più in là, possiamo vedere all’opera i sindaci del Distretto socio- sanitario del Sud Pontino (Distretto Socio-sanitario sud Pontino, Conferenza dei sindaci) per affrontare le criticità dell’Ospedale di Formia; Claudia Tessitore che conquista primati nel salto in alto (Claudia Tessitore, in un solo colpo vittoria e nuovo primato personale), e al Circeo l’elogio delle api, preziosissimi insetti per la biodiversità (Giornata mondiale delle api, iniziative del Parco del Circeo).

Al livello nazionale appartiene la commemorazione di Giovanni Falcone in occasione dei trent’anni della strage in cui morì il magistrato con la sua scorta (Trent’anni senza Giovanni Falcone). E’ sempre occasione di riflessione di tutto il paese sui problemi della criminalità organizzata, ma è anche momento per fare il punto della situazione sul contrasto che istituzioni, organizzazioni e semplici cittadini mettono in atto.

Anche il ricordo di Berlinguer per i cento anni della sua nascita appartiene allo sfondo nazionale (Per i cent’anni di Enrico Berlinguer). Nell’intervista di Simonetta Fiori il ritratto che ne fa Luciana Castellina (dalle sponde dell’opposizione di sinistra al PCI) ci rende l’immagine di un leader carismatico, ben diverso da quelli di oggi, che riempiva piazze oceaniche. Cosa in lui attirava centinaia di migliaia (reali) di persone? Forse la speranza, una speranza che era spiegata da ragionamenti chiari, senza slogan, ed era sorretta dalla onestà, correttezza e rigore della sua persona.

Oggi non c’è più un partito della sinistra. Quello che rimane è una frammentazione che non potrà mai ricomporsi. Coloro che hanno provato a rielaborare una politica di sinistra fondando con i cattolici il PD o sono stati defenestrati o non sono più in grado di usare le parole e i concetti della sinistra, diventando irriconoscibili in una compagine che si definisce “moderata” mentre le azioni politiche di destra, moderate non sono. Giusta l’analisi di Michele Serra (La bandiera dei diritti e delle conquiste sociali). E vorrei aggiungere: si plaude al vescovo che attacca  un sistema socio-economico che impoverisce un numero sempre maggiore di persone, senza accusarlo di estremismo, perché si sa che non ha le leve della politica né quelle della propaganda.

In Italia siamo al punto che i bisogni dei deboli verranno “rappresentati” dalla destra, cioè da quelli che li creano e credo a questo punto che l’ultima spiaggia di eventuali partiti di sinistra sia evitare lo smantellamento della nostra Costituzione che costituisce un argine al tracollo dei diritti sociali. Sono decenni che si sta lavorando per svuotarla dall’interno: i politici di sinistra, almeno questo lo possono fare, dovrebbero essere la sua sentinella. O si sono perse del tutto le radici dell’appartenenza tanto da non riuscire più a risalire da dove si è partiti? Vale per essi la stessa ricerca di Mike Vitiello che parte dall’allontanamento dalle origini? Io credo di si.

Mike ritrova la sua appartenenza nel momento in cui ripercorre le strade e le rotte di suo padre e suo nonno (Io sono ponzese). Le radici che affondano nel substrato più antico della nostra coscienza danno vita alla “solida costruzione mentale” che è il recinto sicuro per riconoscere se stessi. La sua è una ricerca che appartiene in maniera specifica agli emigranti che, persi i contatti col luogo d’origine, mettono radici in un paese molto diverso dal proprio. Ma oggi, con l’odierna globalizzazione, c’è un numero enorme di esseri umani che vagano da un paese all’altro e che possono mantenere le loro radici allungandole virtualmente attraverso i nuovi sistemi di comunicazione.

Il problema dell’appartenenza, però, a mio parere, non è nel riconoscerla, ma nel gestirla. E mi spiego.

Coloro che la riconoscono da sempre o l’hanno trovata, manterranno ben protetto il proprio recinto bloccando gli ingressi alieni e alzando barriere che possono portare allo scontro oppure saranno abbastanza umani da accogliere nel recinto quanto di buono viene da fuori?

Questa settimana troviamo  nel sito le due opzioni possibili.
La prima è il diritto a difendere individualmente il proprio recinto con le armi, cosa che ha provocato la strage nella scuola del Texas. La seconda è quella che ci viene descritta nel libro “Io, mio padre e le formiche” (Una carezza ai giovani): la propria appartenenza va costruita aprendo i recinti che sono in noi stessi, mettendoci in gioco quotidianamente ed esercitando i nostri talenti in mezzo agli altri.

Forse è questo che auguro in questa tornata elettorale a Ponza: che tutti i candidati, di ambedue le liste, operino scelte che scaturiscano dal proprio senso di appartenenza inteso nella seconda accezione, cioè esercitino i propri talenti in mezzo alla comunità e per essa.

 

 

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