di Francesco De Luca
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Penso che le riflessioni sul turismo, come fenomeno socio-economico-culturale che si impone come fattore di sopravvivenza e che va studiato affinché diventi fattore di sviluppo, queste riflessioni penso che siano un obbligo per chi tiene alla storia dei Ponzesi e di Ponza.
Ne ho già scritto ma non per questo mi ritengo un esperto del settore. Lo faccio perché sollecitato dallo ‘spirito paesano’.
Sono cinquanta anni che questi temi mi appassionano, frangendosi contro una realtà che non appaga e delude. Essa è troppo soggetta all’improvvisazione di chi la governa.
Confesso, senza vergogna, che dalla fine del dominio di Sandolo ci sono state Amministrazioni che hanno seguito il profumo del ‘bene comune’. Io ne ricordo soltanto una. Anch’essa fallita nel disonore quando dal profumo passò al ‘bottino’ in carne e ossa.
Sopravvivenza e sviluppo: due opposti? Se si considerano tali a mio vedere si sbaglia. Perché si estremizzano le realtà, mentre nel quotidiano i due poli convivono, talora confliggendo e talora no.
Eppoi… quale sopravvivenza? Quella economica? Soltanto quella?
E il resto?
Una società non si regge soltanto sull’economia. E se lo fa… è una società priva di anima.
Non enfatizzo l’aspetto culturale… ma è chiaro (soprattutto a chi permane a Ponza anche in inverno) che la Scuola, ad esempio, è una presenza (culturale) importante, così come le associazioni sportive, quelle ricreative, quelle religiose, e altre. Queste sono realtà in declino e a rischio.
Il binomio: sopravvivenza – sviluppo, deve essere considerato in modo dinamico e non statico.
Eppoi… sviluppo… quale? Quello economico?
Non mi si risponda che l’economia è la causa movente della realtà sociale perché non è vero. Diversamente non si giudicherebbe il passato isolano (che era di povertà) più gradevole di quello presente (che è di agiatezza)!
Io penso che sarebbe interessante riflettere sul turismo per cogliere, nella realtà isolana, i fattori che aiutano la sopravvivenza a fortificarsi e, nel contempo, distinguere ed evidenziare i fattori di sviluppo.
Può sembrare una posizione qualunquistica… eppure, senza insegnare niente a nessuno, questo sforzo d’analisi andrebbe potenziato.
Il ‘bene comune’ è una espressione, semplice espressione linguistica, ma ricca di sfaccettature e implicazioni, non evidenti e non da semplificare.
NdR: la foto di copertina è di Rossano Di Loreto