Editoriale

Epicrisi 460. Anche stavolta ci ha pensato San Silverio

di Enzo Di Fazio

 

Il titolo doveva essere diverso ma, stando a quello che è accaduto ieri
e ai messaggi che sono arrivati da Ponza,
rivolgere il pensiero al Santo è stato doveroso

Settimana con molte ombre e poche luci quella appena trascorsa. Mi riferisco ai fatti riguardanti Ponza, perché per il resto… cinema, arte, politica, ambiente e natura, zoologia, antropologia e quant’altro, considerati anche i commenti e i richiami ad altri articoli, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
L’epicrisi, giocoforza, si comporrà di due parti: la prima dedicata all’isola e l’altra alla cultura e all’intrattenimento.

La settimana inizia con il ricordo di Giuliano Massari ad un mese esatto dalla sua scomparsa


Lo fa Silverio Lamonica, suo amico fraterno di vecchia data e collaboratore nella stesura di diversi libri che Giuliano ha dedicato a Ponza, isola di cui non si è mai risparmiato di denunciare fragilità e negatività, pur essendone profondamente innamorato… forse più di tanti ponzesi.
Da bravo architetto qual era e da profondo conoscitore della morfologia dell’isola e delle tecniche costruttive applicate nell’abitazione ponzese, era un ostinato difensore della conservazione dei luoghi nonché acerrimo nemico delle manomissioni e degli scempi a danno della bellezza.
Da qui anche le critiche, frammiste a lodi, nei confronti degli isolani.
Testimonianza di tale pensiero la troviamo in diversi suoi lavori tra cui, in particolare, i saggi  E’ stata dura e … Et…atque (e tacque), entrambi sul sito recensiti da Silverio Lamonica (leggi qui e qui).

Ai margini del ricordo fatto da Silverio viene sfiorato il problema della movida al porto che certamente, per come era fatto Giuliano, non poteva non essere oggetto di critiche ma che, di fatto, non fa piacere a quanti vedono nel centro storico un luogo d’incontro e di convivialità, che potrebbe essere il fiore all’occhiello di un’isola che ambisce ad un turismo di qualità.
Perché allora non un piano bar, come suggerisce Silverio, e trasferire – dovendo pensare ovviamente anche ai giovani – la movida altrove?  Ne guadagnerebbe l’isola in termini di immagine e di consensi.

Mi sono un po’ dilungato sulla figura di Giuliano perché mi consente l’aggancio ad alcune altre cose scritte sul sito questa settimana, che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con un mondo isolano che non c’è più e con un modo di sentire della comunità pur esso in forte trasformazione attraverso la percezione delle difficoltà del vivere di oggi.
Negli scritti di Pasquale Scarpati e di Franco De Luca, da sempre tra gli osservatori più attenti ai cambiamenti che va subendo l’isola, c’è  la ricchezza delle cose semplici, il valore delle tradizioni, il comune sentire degli isolani, le problematiche del tempo passato con la saggezza degli anziani pronta a superarle.

Si percepisce da questi scritti una nostalgia verso quel mondo ed una necessità di parlarne per via delle difficoltà che si vivono nel presente. È un po’ come rifugiarsi in qualcosa per fuggire e prendere le distanze da una realtà che è problematica e che dà fastidio. E’ vero, sarà pure l’età che porta a fare certe considerazioni ma è innegabile l’esistenza di un disagio diffuso.
Che ci deriva dai fatti quotidiani e dalle sofferenze che vive l’isola, a partire da quelle legate ai collegamenti marittimi.

La vicenda dei trasporti la dice tutta su come le logiche imprenditoriali e le inefficienze della politica si siano combinate, negli anni, in maniera tale da portare l’isola ad avere oggi una gara d’appalto andata deserta, una nuova gara dall’indubbio esito che scade il 5 marzo, una corsa persa sulla tratta Ponza-Terracina e, chissà per quanto tempo, ancora collegamenti inefficienti.
È proprio di ieri un nuovo episodio che, accaduto all’ingresso del porto di Ponza e documentato nel video che proponiamo, conferma, oltre alla inadeguatezza del porto, il livello di arretratezza e di insicurezza che caratterizza il servizio Laziomar. Si è sfiorata una tragedia.

Combinazioni ed accordi tra pubblico e privato sempre più discussi e discutibili.
Lamentarsi serve a poco, quanto mai necessario è fare.
Interessante al riguardo la proposta di Vincenzo Ambrosino della costituzione di un Comitato Permanente che si faccia portatore degli interessi degli isolani e portavoce di rivendicazioni sacrosante.

L’isola – come dicevo – sta vivendo un momento particolare, non facile, per tutta una serie di questioni in fermento.
A parte i collegamenti marittimi c’è il problema delle concessioni demaniali nei confronti delle quali c’è un futuro nebuloso, al di là della proroga ottenuta fino al 31 dicembre; poi c’è l’adozione – con tutte le perplessità sulla sicurezza confermate dai rischi corsi dal Quirino ieri -, del piano particolareggiato della zona portuale, nei confronti del quale i cittadini interessati possono, comunque, presentare osservazioni di miglioramento entro il 9 di febbraio. Tra le poche voci critiche al riguardo, quella levata, qualche tempo fa, da Guido Del Gizzo.
Auguriamoci che ci siano, queste osservazioni dei cittadini, nell’ottica della salvaguardia dell’interesse comune e del rispetto dell’ambiente. Auguriamoci pure di conoscerne motivazioni ed esiti.

In materia di portualità si è in attesa di conoscere i contenuti della sentenza del Tar del 17 scorso sul ricorso della Società Marina di Cala dell’Acqua riguardante il porto di cala dell’Acqua cui è legato il destino non solo di quell’area ma anche della comunità fornese. E – pensiamo noi – anche della portualità di Ponza centro che, con uno scalo a Le Forna, potrebbe decongestionarsi.

Brutte notizie anche dallo stanziamento dei fondi previsti dal Pnrr. Ponza fa compagnia al capoluogo e a San Felice Circeo nella riduzione delle risorse assegnate. Non sappiamo, però, quale settore subirà il sacrificio.

Problemi arrivano anche dalla gestione del territorio, per una parziale o inefficiente attività di verifica e sorveglianza. È di qualche giorno fa l’inchiesta della Procura di Cassino per presunti abusi edilizi commessi dalla SEP nel centro storico, in zona vincolata, là dove c’era una volta lo storico Bar Welcome’s di Ernesto e Luciana
Ancora una volta il pensiero va a Giuliano Massari per il quale il principio rigoroso di conservazione del patrimonio storico, monumentale, artistico, culturale come bene pubblico da tutelare deve essere prioritario rispetto all’interesse privato.

Insomma l’Amministrazione ha tanto da fare, c’è tanta incertezza intorno e tante cose in divenire, tra cui la messa a punto del programma per il risanamento del bilancio e il riscontro alle richieste della Corte dei Conti.

Non poteva mancare in una settimana così grigia la notizia della scomparsa di qualcuno. Questa volta si tratta di Aldo Mignola, detto “il cavaliere”, un mito per tutti i ragazzi di Le Forna per la sua simpatia, ma soprattutto per le sue conquiste amorose. Un pioniere nell’attività di diving che portò alle Forna negli anni ’70. Lascia un bel ricordo e questo è importante.

Tante nuvole, come vedete, ma qualche buona notizia c’è e serve anche – come suggeriva Einstein – per andare avanti.
Innanzitutto, abbiamo il recupero e, prossimamente, l’apertura della grotta del Serpente, la cisterna romana di cui tanto si è scritto sul sito, grazie anche al contributo della nostra Martina Carannante che ha ricordato fatti e curiosità legati a questa spelonca, lunga palmi 200 e larga 150 come la descrive il Tricoli nella sua Monografia per le isole del gruppo ponziano” (1855). Un altro tesoro recuperato dall’incuria, il cui merito va sicuramente all’attuale amministrazione, alla Pro loco e ai volontari che hanno collaborato per la pulizia.

C’è poi, inaugurata qualche giorno fa, presso l’Istituto Tecnico Filangieri di Ponza, la mostra Ribelli al confino, curata dall’Anppia e voluta dal CeSDIP-aps e da Le strade nella Storia, con lo scopo di approfondire un particolare periodo della storia di Ponza.
Non dimentichiamo mai che per capire dove andare è importante sapere da dove veniamo.


Voltiamo pagina e vediamo cos’altro il sito ci ha proposto durante la settimana.

Allacciandomi al tema della mostra che si tiene all’Istituto Tecnico, di particolare interesse sono due letture proposte da Sandro.
Il primo articolo è Il fascismo eterno, la testimonianza di Furio Colombo di una lezione di Umberto Eco tenuta alla Columbia University: un Umberto Eco quasi premonitore nel 1997 della situazione che stiamo vivendo oggi, piena di rischi ed incertezze. Ci meravigliamo come tanti capi di Stato, pur di levatura mediocre, abbiano tanti consensi
Il fascino dell’uomo forte e di quello che semplifica e promette di risolvere ha sempre presa sul popolo.
L’altro articolo è L’Argentina nei nostri pensieri, riflessioni sull’Argentina che, culla del populismo mondiale, non riesce a far tesoro degli orrori del passato e si è affidata ad un presidente ultra-liberista e di estrema destra che pensa di governare in una realtà virtuale un paese che ha un tasso d’inflazione del 140% e un tasso di povertà del 40%. I due articoli sembrano collegati, nel senso che il secondo appare nei fatti la conferma delle asserzioni del primo.

Le altre cose proposte
– nella sezione spettacoli: Brigantesse al Teatro Planet di Roma, un modo diverso di raccontare il brigantaggio del sud con brani tradizionali rivisitati e arrangiati, ispirati alla “fatica” delle donne o ai sentimenti amorosi.

Nella sezione cinema:
– di Gianni Sarro I sessant’anni di due capolavori: Per un  pugno di dollari e Dottor Stranamore.
– e Perfect Days, proposto da Sandro Russo, un film di Wim Wenders, ritratto zen della serena e composta solitudine di un uomo che ha fatto pace con i suoi errori del passato.

Nella sezione mostre:
– Mostra a Parma. ‘Impronte. Noi e le piante’, un’esposizione unica nel suo genere che ripercorre in oltre 200 oggetti figurativi (erbari storici, illustrazioni botaniche, ma anche fotografie moderne) il rapporto inesauribile che lega umanità e natura, botanica e immagini, scienza e arte.


Sempre proposti da Sandro altri quattro articoli della serie (che ne conta complessivamente dodici), sul tema “Com’è stato che natura ed uomo civilizzato hanno preso strade diverse”, un’analisi sulla relazione con il mondo selvatico da diverse prospettive, da quella reale a quella della finzione letteraria. Gli articoli hanno autori diversi, ma c’è una omogeneità di fondo e una rispondenza al tema in tutti e in ciascuno.
Ecco quelli pubblicati nella settimana:
Into the wild/5. Un immaginario da addomesticare
Into the wild/6. Le orse di Artemide
Into the Wild/7. Tra l’umano e il ferino
Into the Wild/8. Irlanda. Scrittori e animali

Nella sezione letture: due libri recensiti sul quotidiano la Repubblica
– Novantanove celle di Pier Vittorio Buffa e Anthony Santilli , storie di antifascisti ma anche di reclusi a Ventotene
– Scuoglie ammiezze ‘o mare di Rita Bosso e Tobia Costagliola, in un libro gli anni di Procida di studenti ponzesi tra il 1967 e il 1982

Infine lo sfogo di Giuseppe Mazzella per non aver completato l’allestimento del Museo Civico di Casamicciola;

E un omaggio al dialetto per la giornata del dialetto e delle lingue locali
Dialetto e lingue locali sono portatori di un immutabile senso di identità e comunità rappresentando il cordone ombelicale che ci lega ai luoghi d’origine: veri e propri patrimoni culturali immateriali, riconosciuti e protetti dall’UNESCO, da custodire e divulgare. Niente di più vero

E per chiudere ri-ascoltiamoci Fairytale of New York, la bella canzone proposta da Sandro Vitiello. Quando si dice genio e sregolatezza.

Buona domenica a tutti e proteggiamoci dal freddo

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