Poesia

Perfect Days

proposto da Sandro Russo

 

AAA… Attenzione! Questo articolo parla di Poesia! (tra l’altro)
Astenersi perditempo

La recente visione del film di Wim Wenders, una foto e un commento di diversi anni fa sono stati l’innesco di questo articolo – collage, come la canzone Perfect days, di Lou Reed lo è stato per il titolo di Wenders…

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Poi ci sono le impressioni e le assonanze che il film ha suscitato, in me, in qualcuno dei miei amici e un breve scritto di Concita De Gregorio dalla sua rubrica giornaliera su la Repubblica “Invece Concita”, e infine una recensione più professionale, di Paola Casella, su MyMovies.
Ma andiamo in ordine


Qualche anno fa Patrizia Maccotta ha postato sul sito un commento ad un mio articolo: La porta sull’estate (2):
Caro Sandro buongiorno.
Mi è piaciuto molto il tuo articolo che apre porte tra libri e film. E di rimando ho pensato a quel bellissimo film francese ‘Les portes de la nuit’ tradotto meno poeticamente in italiano ‘Mentre Parigi dorme’, del 1946. Che nomi! Marcel Carné il regista, Jacques Prévert lo sceneggiatore; musiche di Joseph Kosma. E tra gli attori Montand, Brasseur, Reggiani… ma è ovvio che lo avrai visto!
Approfitto per inviarti una mia foto in cui il fumo di un fuoco che ho acceso in campagna ha intercettato i raggi del sole: les portes du ciel?!
Patrizia

Risponde Sandro
Nonzì..! Il numero dei film che ho visto è largamente sopravvalutato, dagli amici.
Comunque giro la segnalazione al mio pusher di fiducia (lo conosci anche tu… Proprio lui!) e troveremo il modo di vederlo (o rivederlo) questa estate in terrazza.
Le credenziali con cui il film si presenta sono di tutto rispetto [v. sotto, da Wikipedia (1)]
Quanto all’immagine delle lame di luce tra gli alberi le immagini più belle che ricordo sono quelle filmate da Akira Kurosawa, in Rashomon (1950), durante la corsa nel bosco del protagonista (Toshiro Mifune).

Invece Concita da la Repubblica di venerdì 12 gennaio 2013
Una parola giapponese per un fenomeno non solo fisico
La luce tra gli alberi
di Concita De Gregorio

Komorebi è una parola che in giapponese significa “luce che filtra tra gli alberi”. È composta dai caratteri che indicano albero, splendore e sole. Nelle lingue occidentali non esiste una parola sola per dirlo.
Komorebi non si riferisce solo a un fenomeno naturale, indica anche uno stato d’animo: la capacità o lo sforzo di trovare qualcosa che possa suscitare serenità anche nei momenti peggiori della vita. La luce non esisterebbe senza l’ombra, e viceversa.
“Luce che filtra dagli alberi” indica la possibilità di trovare qualcosa di luminoso nei momenti più bui. Dissipare le ombre della solitudine, del dolore, dell’ansia attraverso un raggio, una piccola cosa lucente che si manifesta nel nostro ordinario cammino quotidiano.
In italiano diciamo luce in fondo al tunnel, come se il dolore e il danno fossero qualcosa di buio da attraversare per tornare a respirare e vedere. In giapponese la luce è nel tunnel, è nel cammino, è sempre — se la sai vedere.

Sono uscita dal cinema, l’altra sera, un poco diversa da come ci ero entrata.
Speriamo che duri. Intanto voglio alzare gli occhi verso le chiome degli alberi ogni volta che posso.
Il bellissimo film giapponese di Wim Wenders, Perfect Days, è un meccanismo sonoro e visivo che ti costringe in prima battuta a prendere i tempi del racconto che non sono i nostri, senz’altro non i miei.
All’impazienza dei primi minuti si sostituisce poco a poco l’incanto di quella vita che si ripete ogni giorno uguale, eppure sempre diversa. Un lavoro umile svolto alla perfezione. Un uomo che nasconde un dolore, capace di ridere nel pianto. La musica delle audiocassette, americana, è un tributo struggente all’altra metà del mondo. Ve lo consiglio tanto, proprio tanto.
Fin qui Concita.

Lo zio e la nipote Niko guardano gli alberi

A me (Sandro) e a Patrizia il film è molto piaciuto; ad entrambi ha richiamato un altro film recente, sulla poesia, di cui abbiamo ampiamente dato conto sul sito. In tre articoli, addirittura: è così raro poter parlare di bellezza e di leggerezza, che abbiamo voluto esagerare! Paterson: i tre articoli nello screenshot:

Del film ha appunto scritto Patrizia questa breve nota:
“Ho visto Perfect Days. Mi ha fatto pensare a Paterson di Jim Jarmush (fotografia, musica e cura della natura hanno sostituito parole scritte e poesia). Ma nel passato di Hiramaya si nasconde un’infanzia difficile ed il film, malgrado la serenità dell’accettare la vita nella sua semplicità, ha un fondo di tristezza. Stupenda la scena delle  due ombre che, giocando, esorcizzano l’ombra immensa e solitaria della morte.
Grazie per averlo consigliato”.

Una Tokyo diversa, in orari e inquadrature inusuali, è un’altra importante presenza del film

E infine – si può leggere perché non è uno spoiler e non toglie nulla alla magia del film – una recensione più professionale di Paola Casella, da MyMovies.it, che pone anche l’accento sul valore aggiunto che al film danno le canzoni (America anni ’80, rigorosamente da musicassette) che affascinano il protagonista e avranno sicuramente segnato l’immaginario musicale di Wim Wenders (3) [la recensione in file .pdf, a fondo pagina, dato che questo articolo è solo per “amatori” (4)].

Il trailer del film da YouTube:

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Note

(1) –Mentre Parigi dorme (Les portes de la nuit) è un film del 1946 diretto da Marcel Carné, tratto dal balletto Le Rendez-vous di Jacques Prévert, adattato per il cinema dall’autore stesso.
Rappresenta una sorta di canto del cigno del realismo poetico del regista Carné e dello sceneggiatore Prévert, al loro ultimo film insieme, a parte il successivo La fleur de l’âge (1947), rimasto incompiuto.
Yves Montand, qui al suo debutto cinematografico, rese celebre la canzone Les feuilles mortes (sul sito, proposta da Franco De Luca, ascolta qui), composta per la colonna sonora da Joseph Kosma su parole di Prévert .

(2) – Di rimando in rimando, il titolo e il motivo di quella canzone hanno ispirato un film recente di Kaurismaki, di cui pure abbiamo scritto sul sito: Les feuilles mortes, l’amore in Finlandia

L’amore, in Finlandia

(3) – A un altro film, molto amato, di Wim Wenders – Il cielo sopra Berlino – abbiamo dedicato un’intera epicrisi.

(4) – La recensione di Paola Casella, da Mymovies: Perfect Days. Paola Casella. Mymovies

Il regista e l’attore: Wim Wenders & Koji Yakusho

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