portualità

Facite ammuina

di Guido Del Gizzo

 

L’Arch. Giocondi, già dirigente dell’ufficio Demanio e Urbanistica nella giunta Vigorelli, ha presentato, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, l’ipotesi di piano dell’area portuale, che allego.

Non sono sicuro che abbia senso commentarlo, per la banale ragione che sembra inverosimile che possa ottenere il nulla osta di sicurezza, vista la progettazione illustrata e la confusione, riferita da chi era presente, che il bravo progettista sembra aver fatto tra ponente e levante: un dettaglio non banale.

Tuttavia una considerazione si impone: perché immaginare un’ipertrofia di pontili, senza alcuna ipotesi di messa in sicurezza dell’area?

Quello di Ponza non è un porto, ma un’area di approdo completamente aperta a levante, che può essere protetta solo con dighe o altre barriere artificiali: tutte cose che si sarebbero potute progettare in tempo, per sfruttare i fondi del PNRR, ma sembra che ci siamo concentrati solo su questioni energetiche, peraltro già oggetto di finanziamento regionale.

Mi pare che il riferimento teorico del progetto sia piuttosto il famoso falso storico di Federico Cafiero, assai popolare nei vicoli partenopei:

«All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa
e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora:
chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra
e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta:
tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa
e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio
passann’ tutti p’o stesso pertuso:
chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”.
N.B.: da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno.»

Oltretutto, il rischio di fare confusione è anche quello di provocare verifiche che, in condizioni di calma, non avrebbero luogo, scoperchiando un Vaso di Pandora che rischia di lasciare morti e feriti sul campo, senza vantaggio per nessuno: esiste una qualche verifica delle condizioni sicurezza, per le concessioni attuali?
A meno che questo non sia il vero obiettivo: azzerare tutto e gestire il nuovo, dando le carte.
Oramai, siamo in piena campagna elettorale e la questione delle concessioni demaniali sarà il prossimo, ignobile, teatrino della piccola politica italiana.
Ignobile teatrino perfettamente bipartisan, perché nessuno è innocente, in questa storia.
Vogliamo provare a fare due commenti pacati?
La necessità di garantire attività sane e storiche è un’ovvietà da cui non si può prescindere.
C’è però un problema, evidente ed annoso, di canoni di concessione assolutamente sproporzionati rispetto al fatturato che ne deriva.
L’ipotesi sbandierata dell’arrivo degli stranieri è una fesseria, quella dell’invasione delle associazioni malavitose invece è una certezza.
Liberalizzare i bandi, senza criterio, sarebbe come imbandire un gigantesco banchetto per le attività di riciclaggio, che parteciperebbero falsando completamente il mercato: di solito, questo avviene grazie alla “disattenzione” delle amministrazioni locali.
Prima o poi, i bandi dovranno essere predisposti e le concessioni assegnate.

C’è una soluzione?
Certo: amministrazioni pubbliche competenti e capaci di dialogare con i cittadini.
Ma a Ponza, ci sono i cittadini, in senso moderno?
E c’è un’amministrazione competente?
Amministrazione che, tuttavia, ha una fortuna in comune con l’attuale esecutivo: non esiste uno straccio di opposizione, ma solo la Magistratura Contabile (Corte dei Conti, ndr) che prova a far rispettare, almeno, delle regole elementari.

In allegato, troverete la sentenza del 15 novembre u.s. del Tribunale Amministrativo del Lazio, sez. di Latina (pubblicata il 20 dicembre 2023), che respinge il ricorso del concessionario di uno specchio d’acqua nel porto romano di Ventotene, la cui pretesa era quella di vedersi riconosciuta la proroga dei termini di concessione, in un primo tempo concessa dal Comune e poi revocata in autotutela dallo stesso Ente, in conformità con le recenti evoluzioni normative.

Se le imprese ponzesi non si organizzano, se non prende corpo e consapevolezza il mitico “Comitato per Ponza”, che ha proposto, qualche tempo fa, Vincenzo Ambrosino, nella sua cronistoria dettagliata della portualità ponzese, vedo un futuro complicato per gli operatori: sempre a condizione che non diventi l’ennesima foglia di fico, per coprire i limiti dell’amministrazione comunale.

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa.

 

allegati:

in f.to pdf il  PROGETTO GENERALE Elab 12

in f,to pdf la Senteza 346 del 20.12.23 TAR LAzio sez Latina

NdR:

1) per un problema tecnico non si è riusciti a scaricare la sentenza del TAR richiamata nell’articolo. Appena sarà disponibile si provvederà ad allegarla al presente articolo (*)
2) l’immagine di copertina è la riproduzione di una diapositiva proiettata nel corso del Consiglio comunale del 27 dicembre 2023

(*) integrazione, a cura della Redazione
recuperata la sentenza del TAR viene allegata all’articolo di base

 

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