Canzoni

Una canzone per la domenica (281). Fairytale Of New York

di Sandro Vitiello

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In memoria di Shane MacGowan

Certo che era messo male, Shane MacGowan, quando si è spento in un ospedale di Dublino lo scorso 30 novembre.
Aveva 65 anni.

Aveva iniziato da piccolo con la birra e poi in tutta la sua vita non si era risparmiato nulla.
Ma non aveva solo difetti quest’uomo, definito il migliore cantautore irlandese da tanti suoi illustri colleghi.
La sua era una musica che portava la tradizione irlandese a misurarsi con il punk degli anni ottanta e da quella miscela nascevano ballate indimenticabili.

Fairytale Of New York era una di queste.

E’ stata definita una delle più belle canzoni del Natale; sicuramente tocca il cuore.
Racconta una delle tante notti in una cella della polizia di New York di due ubriaconi irlandesi.

Irlandesi sì, perché dentro le canzoni di Shane c’era sempre quella vena malinconica di chi è stato costretto ad allontanarsi dalla sua terra natale. Che fosse New York o Londra o qualsiasi altra parte del mondo quando arrivavano quei momenti di forte malinconia ci si poteva salvare solo con qualche pinta di birra o qualche bicchiere di whisky.

E questa canzone riesce a trasmettere la nostalgia, la sofferenza di chi non trova pace nella notte del Natale.

Steso per terra in una lurida cella, ubriaco e incapace di darsi un contegno, si lascia andare ad un canto disperato.

Eppure quest’uomo che ha fatto di tutto per distruggersi è stato il protagonista di una stagione indimenticabile, di buona musica e di trasgressione, ai tempi del punk, di quello inglese in particolare.

Chi l’ha conosciuto e gli è stato vicino ha fatto di tutto per salvarlo.
La sua grande amica Sinead O’ Connor lo ha fatto addirittura arrestare per possesso di droga, nella speranza di salvarlo.
Il gruppo da lui fondato – Pogues – lo licenziò sperando di  redimerlo ma alla fine lui tornava alle sue antiche perdizioni.
Lasciando comunque ai suoi estimatori perle come i due album Rum, Sodomy & the Lash e If I Should Fall from Grace with God.

I suoi funerali sono stati una grande festa di musica e di ricordi.
A portare la sua bara c’era anche il suo amico di vecchia data Johnny Depp.

Testo in lingua originale

It was Christmas Eve babeIn the drunk tankAn old man said to me, won’t see another oneAnd then he sang a song
The Rare Old Mountain DewI turned my face awayAnd dreamed about you
Got on a lucky one
Came in eighteen to oneI’ve got a feelingThis year’s for me and youSo happy Christmas
I love you babyI can see a better timeWhen all our dreams come true
They’ve got cars big as bars
They’ve got rivers of goldBut the wind goes right through youIt’s no place for the oldWhen you first took my hand
On a cold Christmas EveYou promised meBroadway was waiting for me
You were handsome
You were prettyQueen of New York CityWhen the band finished playingThey howled out for more
Sinatra was swinging
All the drunks they were singingWe kissed on a cornerThen danced through the night
The boys of the NYPD choirWere singing Galway BayAnd the bells were ringing outFor Christmas day
You’re a bumYou’re a punkYou’re an old slut on junkLying there almost dead on a drip in that bed
You scumbag, you maggotYou cheap lousy faggotHappy Christmas your arseI pray God it’s our last
The boys of the NYPD choirStill singing Galway BayAnd the bells are ringing outFor Christmas day
I could have been someoneWell so could anyoneYou took my dreams from meWhen I first found you
I kept them with me babeI put them with my ownCan’t make it all aloneI’ve built my dreams around you
The boys of the NYPD choirStill singing Galway BayAnd the bells are ringing outFor Christmas day

Testo in italiano

Era la vigilia di Natale, bambina mia,
Dentro la cella degli ubriachi
Un vecchio mi ha detto “non ne vedrò un altro”
E poi ha cantato una canzone,
The Rare Old Mountain Dew,
Io mi sono girato dall’altra parte
E ho sognato di te

Ho avuto una botta di fortuna
Lo davano 18 a 1
Me lo sento
Che questo sarà il nostro anno
E allora buon Natale
Ti amo bambina
Vedo tempi migliori
In cui i nostri sogni si avvereranno

Quelli hanno macchine
Dove ci sta un bar
Quelli hanno fiumi d’oro
Ma qui il vento ti passa da parte a parte
E non è un posto per vecchi
Quando mi hai preso la mano la prima volta
Una fredda vigilia di Natale
Mi hai promesso
Che Broadway stava aspettando proprio me

Tu eri bello
Tu eri carino
La regina di New York City
Quando l’orchestra finì di suonare
Tutti chiesero a gran voce ancora musica

C’era lo swing di Sinatra
C’erano i canti degli ubriachi
Ci siamo baciati in un angolo
Poi abbiamo ballato tutta la notte

I ragazzi del coro della Polizia di New York
Cantavano Galway Bay
E le campane suonavano a distesa
Per il giorno di Natale

Sei un barbone
Sei un buono a nulla
Sei una vecchia troia strafatta
Mezza morta sul letto
Con un ago in vena

Sei un sacco di merda
Sei un verme
Sei un lurido frocio da quattro soldi
Buon Natale al tuo culo
Prego Dio che sia l’ultimo

Avrei potuto essere qualcuno
Questo vale per tutti
Ti sei preso i miei sogni
Già dalla prima volta

Li ho tenuti con me, bambina
Li ho messi insieme ai miei
Da solo non ce la faccio
I miei sogni li ho costruiti intorno a te

I ragazzi del coro della Polizia di New York
Cantavano Galway Bay
E le campane suonavano a distesa
Per il giorno di Natale

2 Comments

2 Comments

  1. Sandro Vitiello

    14 Gennaio 2024 at 10:21

    …senza dimenticare espressioni di gioviale allegria come la famosissima “Fiesta”:

    https://www.youtube.com/watch?v=6pYI9t-I6qo

  2. Sandro Russo

    15 Gennaio 2024 at 13:27

    Ho molto apprezzato la canzone per la domenica proposta questa settimana da Sandro Vitiello. Conoscevo la canzone, che è famosissima, ma ignoravo quasi tutto del personaggio Shane MacGowan e neanche sapevo della sua morte. Devo dire che il punk non è mai stato tra le mie simpatie, e solo recentemente ne ho letto e sentito di più grazie alle lezioni musicali e sociologiche di Alessandro Alfieri: Punk rock, energie distruttive e provocazioni violente (due puntate) – leggi qui e qui.

    Sul personale, di Shane MacGowan si può dire che colpisce il suo aspetto, magro, addirittura emaciato in alcune foto, con i denti neri distrutti da droghe di vario tipo. L’altra parte i punk ne facevano quasi una bandiera! Ancora più famoso di lui John Joseph Lydon (1956 – vivente!), nome d’arte Johnny Rotten, dove rotten in inglese significa marcio e si riferisce appunto allo stato dei suoi denti, voce del gruppo punk rock dei Sex Pistols, amico e sodale di un altro John (John Simon Ritchie, poi famoso come Sid Vicious 1957 – 1979) (vicious = vizioso, implicato in una brutta storia di sesso, droga e omicidio).

    Per il resto non nego che anche in questa corrente ci fossero geniacci, ma singolarmente e come movimento erano per la gran parte votati all’autodistruzione, per droghe e eccessi di vario tipo. Il riferimento in proposito è sempre il poema Urlo (Howl) del 1955, di Allen Ginsberg (anche se era di una generazione precedente). Quel componimento epocale che comincia:
    «I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked, dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix, Angel-headed hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night […].»

    «Ho visto le menti migliori della mia generazione
    distrutte dalla pazzia,
    affamate nude isteriche,
    trascinarsi per strade di negri all’alba
    in cerca di droga rabbiosa,
    hipsters dal capo d’angelo
    ardenti per l’antico contatto celeste
    con la dinamo stellata nel macchinario della notte […]»
    .


    Un’altra cosa che mi ha colpito, nelle foto e nel video, è che gli irlandesi sono bravi, a celebrare la morte degli amici e a creare empatia; molto simili in questo agli italiani (specie meridionali).
    E poi… Una bara di vimini non l’avevo mai vista!
    Bella idea, però!

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