Libri

Monte Cassino, il libro di Nando Tasciotti

proposto da Cristina Vanarelli

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Buongiorno Sandro,
ti invio in anteprima il libro del mio amico Nando Tasciotti, di Cassino, anche lui come te. La prima edizione è stata un successo e ora lo ha tradotto in inglese e ampliato. Credo che non lo abbia ancora pubblicizzato. Non so se è già in vendita. Ha mandato in anteprima la nuova edizione a me e a pochi amici.

Nuova edizione, ora anche in inglese, di “Montecassino 1944”, con documenti inediti dell’Archivio Segreto Vaticano.


Aggiornamento a distanza di pochi giorni
Buongiorno Sandro,
ho saputo che il libro è stato pubblicato. Ti invio il frontespizio  e la quarta di copertina nel caso volessi presentarlo su Ponzaracconta. Si può richiedere sul sito di Youcanprint.

Il mio amico pur di essere totalmente libero dall’editore se lo è pubblicato per conto suo, con grande stupore e contrarietà di tutti noi amici, essendo un libro di grande valore. Per non avere a che fare con un editore non lo ha dato ad una importante casa editrice inglese!

Un saluto a te e ai lettori di Ponzaracconta, ponzesi e non ponzesi
Cristina Vanarelli

Integrazioni a cura della Redazione

L’edizione del 2014, presso Castelvecchi: Montecassino 1944. Errori, menzogne e provocazioni  (Esaurito)

Traduzione del  frontespizio e di qualche frase dell’edizione inglese (a cura della redazione):

MONTE CASSINO 1944
Di chi fu la colpa


L’inganno di Hitler
Il tragico errore di Churchill e Roosevelt
Il silenzio of Pio XII

Crimine di guerra, necessità imposta dalla guerra o tragico errore?
Documenti dagli archivi internazionali e testimonianze dei monaci e dei civili che sopravvissero al bombardamento, descrivono i fatti drammatici,, gli inganni, gli errori e le bugie politiche e militari che – il 15 febbraio 1944 – portarono gli aerei  anglo-americani a distruggere la millenaria abbazia benedettina di Monte Cassino.
Fu uno dei più sensazionali e controversi episodi della “Battaglia di Cassino”, or “Per Roma”, (12 gennaio – 18 maggio 1944), quando i soldati di più di venti nazioni combatterono sulla “Linea Gustav” tedesca.
Questo libro è un resoconto ora-per-ora del ruolo decisivo dei leader mondiali negli eventi della guerra nell’Italia centrale. (…)


***

Appendice del 13 febbr. h 21,30 (Cfr. Commento di Cristina Vanarelli)

https://www.theguardian.com/world/2024/feb/13/vatican-note-bombing-of-monte-cassino-hitler-allied-raid-neutral-zone?CMP=Share_AndroidApp_Other

Da The Guardian, una foto delle macerie dell’Abbazia


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Appendice del 14 febbr. 2024 (cfr. Commento di Sandro Russo)

L’articolo di Repubblica relativo al libro di Nando Tasciotti su Montecassino: in link e in formato .pdf:

https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/13/news/montecassino_abbazia_1944_bombardamento_hitler_vaticano-422124912/

Montecassino 1944. Recensione la Repubblica.pdf

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Appendice del 20 febbr. 2024 (cfr. Commento di Gianni Sarro)

Sven Hassel. Gli sporchi dannati di Cassino (Rizzoli, 1999)

Sven Hassel, pseudonimo di Willy Arberg, nato Børge Willy Redsted Pedersen (1917 –  2012), è stato uno scrittore danese, autore di romanzi di guerra basati su esperienze autobiografiche durante la seconda guerra mondiale.
Per sfuggire alla disoccupazione si arruolò nell’esercito tedesco nel 1937. Dopo aver disertato già nei primi mesi di guerra fu arrestato e condannato e infine reinserito nelle compagnie di disciplina dell’esercito tedesco, formate da disertori, sospettati politici e condannati per gravi reati, con le mansioni più pericolose. Prese parte a diverse campagne in Russia, Italia e Francia dove combatté sino alla fine della guerra.

I diavoli verdi di Montecassino (Die grünen Teufel von Monte Cassino) è un film del 1958 diretto da Harald Reinl.
La pellicola è ambientata durante la battaglia di Cassino e narra la vicenda del salvataggio dei tesori artistici custoditi nell’abbazia di Montecassino, che vennero portati dai nazisti in Vaticano e così risparmiati dai bombardamenti alleati.

Nota su “I diavoli verdi…”,
di Gianni Sarro
Una grande occasione persa. Una delle battaglie più tragiche della Seconda Guerra Mmondiale resa in maniera sterile. Coproduzione italo-tedesca. Storia romanzata. Girato in varie location, oltre che sui luoghi in cui avvennero i fatti (Montecassino e dintorni) anche ad Avignone, al monastero di san Giacomo e all’abbazia di sant’Emmerano a Ratisbona.

5 Comments

5 Comments

  1. Cristina Vanarelli

    13 Febbraio 2024 at 21:33

    La recensione del libro di Nando Tasciotti è uscita su “The Guardian”. L’ho saputo ora!

    https://www.theguardian.com/world/2024/feb/13/vatican-note-bombing-of-monte-cassino-hitler-allied-raid-neutral-zone?CMP=Share_AndroidApp_Other

    ‘Nothing was done’: Vatican note suggests part blame in bombing of Monte Cassino

    Eighty years on, document confirms Hitler’s role and reveals allied raid might have been avoided had action been taken to enforce neutral zone

    Una foto delle macerie dell’Abbazia nell’articolo di base

  2. Sandro Russo

    14 Febbraio 2024 at 08:03

    Per una volta, grazie alla comunicazione diretta di Cristina Vanarelli sul libro (ricevuta in redazione circa una settimana fa) abbiamo anticipato la Repubblica che solo ieri, 13 febbr. riportava nell’edizione on line la recensione del libro di Nando Tasciotti a firma di Enrico Franceschini.
    [https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/13/news/montecassino_abbazia_1944_bombardamento_hitler_vaticano-422124912/].

    Anche in file .pdf nell’articolo di base

    La storia del bombardamento dell’Abbazia di Montecassino del 15 febbraio 1944, da parte dell’aviazione alleata e dei tanti morti civili tra la popolazione che vi si era rifugiata, mi erano del resto ben noti, essendo nato e cresciuto a Cassino, come ha ricordato anche Cristina nella sua presentazione.
    All’Abbazia di Montecassino ricostruita – con fondi americani, nell’immediato dopoguerra – abbiamo stampato al ciclostile il nostro giornalino del Liceo.
    Di più… Diversi anni fa ho partecipato a una giornata di studio e di approfondimento sui luoghi della Battaglia di Montecassino“Quattro passi sulla Gustav”, si chiamava il seminario – durante la quale sono state spiegate le posizioni degli eserciti contrapposti, le zone dei diversi assalti, perfino (ci hanno mostrato) un prototipo di una mitragliatrice in uso e gli scheletri arrugginiti di un carro armato.
    Infine – e finisco con i miei ricordi della giovinezza cassinate -, non avendo altre eccellenze da mostrare, Cassino è famosa per i suoi Cimiteri. Cinquantamila morti (!), dice l’articolo di Repubblica!
    Da studente universitario, quando invitavo qualcuno degli amici romani a casa dei miei (molto ospitali e contenti di vedermi insieme ai miei compagni), in mancanza di altro, facevo fare loro “il giro dei cimiteri!. Molto belli e ben tenuti, perché curati dalle rispettive nazioni di provenienza dei soldati morti.
    Suggestivo il Cimitero Polacco a mezza costa sulle pendici di Montecassino, proprio sotto l’Abbazia; il Cimitero Francese, sulla strada per Venafro, il Cimitero Inglese, dulla via per Sant’Angelo in Theodice, e quello Italiano (con circa mille morti) a Mignano Montelungo. Ma il più impressionante è il Cimitero Tedesco che conta circa ventimila morti: un’intera collina di Monte Caira, con vista sulla piana di Cassino, adibita a farne un solo cimitero. Ricordo ancora, da qualche visita fatta, che a maggio fiorisce tutto di giallo, per i fiori di iperico che sono stati piantati tra le tombe.
    Poesia dei cimiteri… Ma quanto dolore e quanti lutti, dietro ogni guerra!

  3. Gianni Sarro riporta una testimonianza di Sven Hassel (*)

    20 Febbraio 2024 at 21:22

    Montecassino, un nome, un monastero a metà dimenticato da qualche parte a sud di Roma?
    No, un inferno, così indescrivibile che neppure l’uomo più ricco di fantasia saprebbe dipingerne l’orrore. Un posto dove i morti muoiono cinque volte. Il paese della fame, della sete e della morte. Un cimitero per giovani dai venti ai trent’anni.
    Che cos’è la cosa peggiore? Il fuoco? La fame? La sete? Le baionette luccicanti, l’olio bruciante dei lanciafiamme? O gli enormi topi grossi come gatti? Non lo so. Ma quel che né io né gli altri combattenti di Montecassino dimenticheremo mai, è la puzza. L’odore dolciastro di cadavere e di cloro; la puzza di Montecassino.
    Nove colonne su dieci di rifornimenti restavano preda della morte. Si può mangiare la corteccia, le foglie, ma la sete! Ci battiamo come bestie feroci attorno alla buca di una granata riempita d’acqua. Un branco di topi beve golosamente. Lanciamo loro una bomba a mano per disperderli e, senza aspettare altro, ci precipitiamo e beviamo, beviamo!
    Questa è Montecassino, la montagna sacra.

    (*) Sven Hassel, una specie di avventuriero danese che combatté a Cassino nell’esercito tedesco (più informazioni nell’articolo di base)

  4. Gianni Sarro

    22 Febbraio 2024 at 15:45

    La mia famiglia è originaria di Roccasecca (un paesino in collina a circa 20 Km da Cassino – ndr).
    Tempo fa scrissi un corposo saggio sulla Battaglia di Montecassino; mi interessai agli eventi storici per motivi diciamo così ‘affettivi’. Di famiglia. Molti racconti, soprattutto di mia zia, la sorella di papà, e di altri parenti che avevano avuto veramente la guerra dentro casa. I miei, come tanti roccaseccani, fuggirono a Santopadre, paesino in montagna. Ad un certo punto lessi il libro di Sven Hassel che m’incuriosì, tuttavia Hassel non è uno storico, così presi a cercare testi più attendibili e da lì tirai fuori un saggio sui fatti come realmente accaddero.
    Lo studio mi portò a capire che i cattivi, cioè i tedeschi, erano dei combattenti formidabili. Lo erano soprattutto i paracadutisti (“Berretti verdi”, da cui il nickname Diavoli verdi del libro e del film).
    Gli Alleati combinarono una serie di disastri. Il primo verso il gennaio del ’44, presso il fiume Rapido. Poi il più clamoroso: il bombardamento dell’Abbazia, le cui macerie costituirono una formidabile trincea naturale, dove i tedeschi resistettero quattro mesi. Un altro punto strategico in mano ai tedeschi fu la rocca Janula, un’antica costruzione della vecchia Cassino, arroccata (appunto) alle pendice del Monte. Altro errore fu proprio la distruzione di Cassino, ridente e bella cittadina mi hanno sempre raccontato i parenti. Si narrano taciti accordi tra nemici per il recupero di morti e feriti. Decisivo fu il sacrificio delle truppe polacche. Mentre i francesi hanno la responsabilità morale del turpe comportamento delle truppe nordafricane… (le storie delle “marrocchinate”, le donne stuprate dei paesini tra Formia e Cassino, ricordate anche sul sito).
    La quarta battaglia di Cassino scattata, se ricordo bene, l’11 maggio, fu quella decisiva. Gli alleati sfondarono il fronte tedesco ed ebbero la strada libera verso Roma.
    C’è da sottolineare che i tedeschi limitarono molto le perdite, infatti a differenza del fronte orientale, Kesselring fece ripiegare le sue divisioni che saranno poi impiegate nell’Italia del nord.
    Per contro il generale Clark, per seguire la vanità di arrivare per primo a Roma, non tagliò la strada alla ritirata tedesca, facendo loro un gran favore con la conseguenza di far prolungare la guerra fino al ’45.

  5. Sandro Russo

    22 Febbraio 2024 at 16:12

    Grazie Gianni. Queste sono anche storie della mia famiglia. Provo a ricollego quel che so, di quel periodo…
    Mentre mio padre era al fronte, la famiglia di mia nonna (mio nonno paterno era morto sul Carso, a 27 anni, durante la Prima Guerra Mondiale) dovette abbandonare la casa avita che stava nelle campagne, a 4-5 Km dalla Cassino attuale, nella pianura sotto Montecassino (come hai ricordato, prima Cassino era arroccata).
    Dovettero decidere se rifugiarsi dentro l’abbazia che si riteneva fosse un posto “sicuro” o essere “sfollati”. Scelsero la seconda opzione e fu la scelta giusta, visto che poi la stessa Abbazia venne bombardata (dagli Alleati).
    Si ritrovarono in Calabria, ospiti di una famiglia che fu ospitalissima con loro e con cui conservarono stretti rapporti di amicizia per lunghi anni dopo la fine della guerra.
    Dopo l’armistizio dell’8 settembre, mio padre e altri commilitoni tornarono a piedi dal Friuli a Cassino; un viaggio di mesi! Si muovevano solo di notte e sotto costante pericolo, perché sia gli americani che i tedeschi – per opposti motivi – sparavano loro addosso (…e non perché di erano alleati tra loro!, come dice Sordi – leggi qui in “Tutti a casa”, la storia raccontata dai film).
    Quando arrivò a casa la trovò vuota e saccheggiata e per settimane con seppe che fine avevano fatto i suoi.
    Che storie!

    Commenta Gianni
    I miei furono fortunati di stare alle spalle del fronte e poterono andare a Santopadre.
    Certo tuo padre se l’è vista brutta. Spesso gli Americani sparavano a casaccio. Oppure compivano eccidi, come quello vicino casa di Tano.

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