Defunti

Per Silverio Di Fazio

di Francesco De Luca

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Domani sui muri di Ponza nei manifesti necrologici compariranno le condoglianze per Silverio Di Fazio.
E chi è?
È un prete morto in Florida. Era nato a Ponza 77 anni fa. A 14 anni lascia Ponza, il collegio in cui studia, gli amici, e segue i genitori in America, New York.

Va a lavorare in fabbrica. Si sposa, ha una figlia. Dopo alcuni decenni la moglie muore. A cinquant’anni lascia tutto e chiede di proseguire gli studi per poter accedere all’Ordine sacerdotale.
Studia e diventa sacerdote.

Per San Silverio, anni ’90, viene a Ponza. Ci rincontriamo. Ci eravamo lasciati che avevamo 14 anni. Tutti e due in Seminario, a Gaeta, a seguire un nostro trasporto interiore. La chiesa, le funzioni sacre, una marcata religiosità familiare ci aveva accomunati. Tutti e due. Chierichetti, fra i più assidui, i più motivati.
Io e Silverio stavamo più in chiesa e in sacrestia che a casa. Silverio e io stavamo intorno al parroco come due cagnolini. La nostra fanciullezza ha una matrice comune.

Quando ci rincontrammo a Ponza, ormai maturi, toccati dalle esperienze, maturati nelle convinzioni, lui lo trovai un cattolico intransigente, mentre io ero un agnostico tendente all’ateismo.
Della sua religiosità intransigente mi accorsi dal formalismo cui teneva. Era rigido all’ossequio, acritico, rispettoso della tradizione. Erano le pecche che io andavo a rimarcare nei cattolici, e dai quali mi vantavo d’essermi allontanato.
Non so se del mio agnosticismo gli abbiano detto i suoi parenti e quelli vicini.

Gli chiesi: “Perché?” – Eravamo su un barcone. Lui mi aveva invitato ad una gita organizzata per alcuni suoi parrocchiani americani che s’era portato dalla Florida.
Si stavano oltrepassando le Grotte di Pilato. Io e lui a guardare il mare che intorno alla costa brontolava.
“Perché?” – Sorrise e senza neanche guardarmi rispose: “Non ho potuto fare a meno”.
Me lo disse come se fosse la cosa più scontata di questo mondo. Mi trattava come l’amico tratta l’amico. La familiarità fra di noi, nel tempo e nelle traversìe, non aveva subito una crepa, nemmeno una.
Con lui ho condiviso la naturalità della sua scelta.
Lui non ha condiviso il tramestìo della mia scelta.

Da allora ci lasciavamo andare ai ricordi. Quelli puerili della fanciullezza. Io e lui alla benedizione del cero pasquale; lui e io a sistemare i pastorelli nel presepe; io e lui a nascondere al parroco don Luigi le nostre malefatte.

Sto scivolando nel patetico. Perché quello che ha valore per me non può valere per voi. Me ne dolgo, ma voglio sottolineare che una comunità conta se è capace di stendere un filo connettore fra i suoi membri.

Con questo mio ricordo sto cercando di passare fra di noi, settantenni e settenni, maschi e femmine, azzoppati e scattanti, di destra e di sinistra, una comunanza.

Ciao Silverio.
Francesco De Luca

1 Comment

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  1. Gennaro Di Fazio

    28 Giugno 2023 at 13:59

    Grazie Franco,
    per questo tenero ed emozionante commiato per la scomparsa di mio cugino Silverio, figlio di Mario fratello di mio padre, detto “Mario ‘a zucca” a causa del colore dei suoi capelli che erano simile a quello della zucca.
    Grazie anche da parte di mia sorella Maria Rosaria
    Gennaro

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