Editoriale

Epicrisi 421. A quando il porto di Cala dell’Acqua?

di Giuseppe Mazzella

 

Settimana febbrile a Ponza, in preparazione della nuova stagione turistica. Si scialbano le case, si piantano fiori, si tagliano i rovi: l’isola si rimette a nuovo, animando nuove speranze, viste anche le proiezioni positive. C’è nell’aria un senso di risveglio che da tempo non avvertivamo.

Anche l’amministrazione comunale avvia nuove iniziative, come quella della raccolta differenziata dei rifiuti (leggi qui).

Tra le informazioni apparse sul nostro sito l’ennesimo successo della conferenza tenuta dal nostro Emilio Iodice a Rotary club di Napoli,  sulla “straordinaria leadership di Eleanor Roosevelt” (leggi qui).
La settimana è stata anche purtroppo funestata dalla scomparsa di Angelo Martusciello (leggi qui), vera icona del turismo a Palmarola, che ha saputo mantenere l’allure del ristorante “ereditato” da “O Francese”, altra figura ormai storica dell’isola di San Silverio; e anche dalla morte di Catello Aprea, indomito uomo di mare doc, originario di Calacaparra, ma dimorante da qualche tempo a Formia (leggi qui).
Per fortuna a riequilibrare, se pur parzialmente il conto, salutiamo la nascita (leggi qui) di Antonio Gabresù: ai genitori e ai nonni e a tutti i suoi cari rinnoviamo gli auguri più affettuosi.

Franco De Luca nel suo inesausto lavoro di recupero della memoria, ripropone, nella sua ultima puntata, un suo studio (leggi qui) sulla storia e le tradizioni dei pescatori ponzesi, della serie: come eravamo.

Su tutte le notizie, però, aleggia e non da pochi anni, un problema di grande rilevanza per il futuro della nostra isola. Perché, è inutile girarci attorno, la costruzione dello skid provvisorio e poi di quello definitivo per la desalinizzazione dell’acqua, sul quale molti restano ancora i dubbi, non è che il primo capitolo di un processo che si annuncia lungo e complesso: la realizzazione del porto a Cala dell’Acqua con la relativa destinazione d’uso del terreno ex S.A.M.I.P., di proprietà del Comune di Ponza, il cosiddetto comparto 13, per il quale bisognerà provvedere ad uno stralcio al Piano regolatore Generale. La verità è che tutto questo comprensorio fa gola a tanti, nonostante debba essere bonificato, e già più di una società si è attrezzata, offrendosi di gestirla.

La prima grande preoccupazione è che la zona, tra le più belle dell’isola, venga di fatto declassata dalla sua vocazione naturale turistico-ricettiva a centro industriale, ospitando oggi “provvisoriamente” già una centrale elettrica e la prossima installazione di un dissalatore.

La nostra amministrazione, purtroppo, non ha le risorse economiche per guidare da sola un processo di risistemazione dell’intera area e per la creazione di un nuovo porto. Tanto più che ha le casse vuote e corre il rischio di un dissesto, per evitare il quale si potrebbe vedere addirittura costretta a cedere l’intera area.

Così stando le cose, non è neanche auspicabile che nella “paventata corsa alla diligenza” del Pnrr la zona diventi un’opportunità per i soliti fortunati che metterebbero in piedi strutture turistiche e portuali private, senza alcuna ricaduta sulla vita sociale ed economica degli isolani. L’esempio di alcune “riserve” private, realizzate ad esempio in Sardegna, dovrebbe illuminarci su quanto questa tipologia di investimento non abbia effetti positivi sull’economia e sulla vita sociale dei cittadini.

Premesso che si sta affermando sempre più una visione di gestione di attività pubblico-privato, basti pensare alla recente riforma del 2017 del Terzo Settore, sarebbe utile una collaborazione sinergica tra il Comune e una o più società interessate a realizzare strutture a terra e a mare, di isolani e non, in cui la partecipazione di maggioranza spetterebbe all’amministrazione pubblica. Collaborazione alla quale verrebbero chiamati tutti i cittadini interessati a sviluppare nuove offerte turistiche.

In questo modo avremmo un coinvolgimento di molti cittadini che troverebbero nuovi sbocchi di investimenti e occupazionali, che produrrebbe automaticamente una inversione allo spopolamento dell’isola e un allungamento della stagione turistica, con una ricaduta immediata sulla stessa qualità della vita.

L’utilizzo dello strumento europeo di resilienza ben si adatterebbe al progetto di realizzazione di strutture tecnologicamente avanzate nel rispetto dell’ecosostenibilità e si sposa perfettamente con le esigenze reali di tutti i ponzesi.

A questo punto un tavolo di confronto tra amministrazione e cittadini sarebbe auspicabile per avviare una collaborazione efficace, così come chiede tra l’altro con forza e da tempo il “Comitato S.A.M.I.P. ‘2012’”

3 Comments

3 Comments

  1. Guido Del Gizzo

    23 Aprile 2023 at 15:46

    Gentile Direttore,
    Letta la Sua ultima epicrisi, le invio un link dal quale informarsi su cosa sia concretamente il Living Lab – laboratorio di innovazione, anticipando con largo anticipo le indicazioni dell’on.Rampelli sull’uso dei termini in inglese – che Marina di Cala dell’Acqua srl ha suggerito all’Amministrazione Comunale nella primavera del 2021 e del quale è stata finalmente richiesta l’attivazione nel novembre successivo.
    La nostra società e l’Universita’ La Sapienza hanno messo a disposizione , gratuitamente,le competenze necessarie a predisporre la lettera a Lazio Innova, che vi ho già inviato in precedenza.
    Noterà una sostanziale coerenza tra le caratteristiche del Laboratorio d Innovazione e le conclusioni del suo articolo di oggi.
    L’unico problema che noto, personalmente, è che siano trascorsi 17 mesi nel totale disinteresse generale…….
    Un cordiale saluto
    Guido Del Gizzo
    http://www.torinoclick.it/?page_id=40133

  2. Contro-commento della Redazione a Del Gizzo

    24 Aprile 2023 at 20:29

    Chiarimento per i lettori
    Il sig. Del Gizzo, nel suo commento che cita il Living Lab (*), presume una conoscenza dei fatti e delle iniziative della passata Amministrazione di cui il comune cittadino potrebbe non essere a conoscenza.
    Nel caso specifico, a proposito de Le Forna e dell’ipotesi “porto di Cala dell’Acqua”, fa riferimento alla manifestazione di interesse che l’amministrazione Ferraiuolo nel novembre del 2021 indirizzò alla Società Lazio Innova (Società della Regione Lazio con una quota di partecipazione della Camera di Commercio di Roma) onde attivare una collaborazione per rafforzare e valorizzare le risorse della Comunità locale ed avviare un “Laboratorio di Innovazione”, in grado di rispondere a bisogni sociali emergenti.
    Del Gizzo lo cita in allegato al suo primo articolo: “Le Forna e il porto di Cala dell’Acqua, si torna a parlarne”.

    Lo scopo – come evidenziato nelle premesse della richiesta – era di avviare uno studio per il risanamento e lo sviluppo del comparto 13, area ex Samip, in una ottica innovativa di sviluppo e risanamento. Ciò sulla scorta anche di quanto già intrapreso con la facoltà di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Latina; accordo firmato il 2 dicembre 2020. Leggi qui, articolo del 12.04.2020: “Recupero ex Samip, firmato il protocollo d’intesa”.

    Non ci risulta però che questo progetto, potenzialmente interessante e foriero di nuove idee e ricadute pratiche, abbia avuto un seguito. Tanto meno pensiamo che la nuova Amministrazione lo riprenda in mano, lo perfezioni e lo renda operativo.
    Del Gizzo conclude il suo Commento con: “L’unico problema che noto, personalmente, è che siano trascorsi 17 mesi nel totale disinteresse generale”.
    È infatti questo il problema, e non si vede uno sblocco, all’orizzonte.

    (*) – Il Living Lab in termini sintetici si può definire come un approccio sperimentale in un contesto di vita reale. L’espressione nasce nelle “Business Schools” americane, e va interpretata come la volontà di far uscire l’innovazione dal chiuso dei laboratori di ricerca e sviluppo ed aprirla a contaminazioni con il mercato, la società civile e le istituzioni. Ha una ampia e non sempre ben definita applicazione alle più svariate situazioni.

  3. Guido Del Gizzo

    26 Aprile 2023 at 23:30

    Gentile Redazione,
    avevo notato già il vostro commento, pertinente ed opportuno: seguo la vostra pagina con attenzione da diverso tempo, da quando rimasi stupito, divertito e sinceramente colpito da un articolo su Romolo Gessi che in questo paese, temo, sia ormai noto a qualche centinaio di persone al massimo.
    Curiosità e interessi multiformi sono l’unico antidoto alla pochezza dilagante.
    Sarà un piacere informarvi sugli sviluppi di questa vicenda, convinti come siamo di volervi partecipare.
    Cordialità
    Guido Del Gizzo

    Nota della redazione
    Gli articoli su Romolo Gessi, il Garibaldi d’Africa, cui si riferisce il sig. Del Gizzo, sono stati pubblicati nel febbraio 2021 (leggi qui e qui, a firma Fabio Lambertucci

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