Cala dell'Acqua

Le Forna e il porto di Cala dell’Acqua. Si ritorna a parlarne

riceviamo da Guido Del Gizzo di Marina di Cala dell’Acqua srl con  richiesta di pubblicazione

Gentile Direttore,

Le chiedo ospitalità perché il prossimo 19 aprile, davanti al Tribunale Amministrativo di Latina, si parlerà di Ponza: si terrà infatti la prima udienza per la discussione del ricorso che Marina Di Cala dell’Acqua Srl ha presentato avverso il provvedimento assunto dal Comune di Ponza, lo scorso 23 gennaio, che annulla il lavoro che, negli ultimi quindici anni, hanno svolto tutti coloro che vogliono realizzare finalmente un vero porto turistico sull’isola. Le motivazioni addotte, volendo adoperare un educato eufemismo, non sono rispondenti al vero, ma sarà ovviamente compito dei giudici valutarlo. Ciò che conta davvero è che, se confermata, questa decisione negherà per molti anni all’isola la possibilità di avere una vera prospettiva di sviluppo e agli abitanti delle Forna il risarcimento che attendono da decenni, rispetto alla loro storia.

Cala dell’Acqua e il Comprensorio 13, ad oggi, hanno un destino segnato: area degradata dall’attività mineraria prima e dal suo abbandono poi, deturpata da anni di abbandono spontaneo di rifiuti prevalentemente edili, all’occasione discarica di rifiuti RAE e ingombranti, infine scelta per collocarvi un dissalatore “provvisorio”, e sappiamo bene che in Italia non c’è nulla di più definitivo delle opere provvisorie. Il progetto di Marina di Cala dell’Acqua invece era (ed è, se la valutazione dei giudici amministrativi coincide con l’opinione dei Ponzesi attenti al futuro non solo dell’isola ma dei propri figli e nipoti) l’occasione concreta di imprimere uno sviluppo turistico moderno e di qualità alla frazione delle Forna, con ricadute positive per tutta l’isola.

Perché qui non si tratta della semplice realizzazione di un’infrastruttura: “costruire un porto significa fecondare la bellezza di un golfo”, fa dire all’imperatore Adriano Margherita Yourcenar nel suo celebre libro. Concentrare 350 barche in uno spazio sicuro ed accessibile, per molti mesi l’anno, consente di programmare, in modo efficace, l’offerta di prodotti e servizi che oggi l’isola è costretta ad offrire alle sole barche che, con tutti i limiti che conosciamo, riescono ad atterrare nell’approdo esistente: dalla cambusa all’assistenza tecnica o alla raccolta dei rifiuti, oggi i Ponzesi scontano delle difficoltà evidenti ed irrisolte.

Fin dall’inizio di questo progetto di sviluppo, abbiamo sempre pensato che fosse impossibile scindere il porto dal territorio retrostante, così come, fin dalla prima volta che siamo sbarcati sull’isola, nell’agosto del 2021, ci siamo sempre rivolti all’amministrazione comunale e subito dopo agli abitanti delle Forna, attraverso il Comitato Samip 2012. Nel corso dei mesi, con i Ponzesi – e non “malgrado” i Ponzesi – abbiamo iniziato a immaginare le modifiche da apportare al progetto, dalla bonifica dell’area, alla sua rinaturalizzazione, con l’impiego di compost da recuperare dalla frazione organica dei rifiuti, invece di spedirli tal quali sul continente; ai possibili altri siti dove posizionare il dissalatore e al progetto, propostoci dall’Università La Sapienza e dal CNR, di adoperare la diga foranea per installare e mettere a confronto diversi impianti di recupero energetico dal moto ondoso, per poi valutarli e certificarli con un organismo scientifico internazionale da creare sull’isola.

Con l’amministrazione comunale eravamo riusciti ad attivare lo strumento organizzativo che avrebbe potuto aiutare tutti – e l’amministrazione stessa in primo luogo – per la messa a disposizione delle competenze che servirebbero urgentemente e di cui Ponza non dispone: si era infatti dotata, con un anno di anticipo rispetto alle urgenze organizzative oggi sotto gli occhi di tutti, di un Laboratorio di Innovazione, rete europea ENOLL, attivato a fine 2022 con Lazio Innova (vedi allegato) e mai messo in funzione, proprio adesso che ci sarebbe l’opportunità di sviluppare e realizzare iniziative innovative e condivise. Pensiamo di progettare un vero cantiere navale, in collaborazione con quelli già operanti sull’isola e di dotarlo dei sistemi che occorrono perché non abbia impatto sull’ambiente: un cantiere navale vuol dire occupazione, formazione professionale, innovazione di servizio e di prodotto, per tutto l’anno.

Se i Ponzesi decidessero di immaginare la creazione di un borgo marinaro a Cala dell’Acqua, potremmo rinunciare alle attività commerciali previste nel progetto originale (attività che, naturalmente, sono destinate ad essere sviluppate dai Ponzesi, ciascuno per il proprio settore commerciale) per spostarle nell’area immediatamente retrostante, specializzando così l’area portuale. Insomma, finalmente si getterebbero le basi strutturali e organizzative per affrontare il problema endemico di tutte le località turistiche, e dunque anche di Ponza: la parziale destagionalizzazione delle attività economiche, cosa che però richiede collegamenti, servizi di qualità nel porto, varietà di offerta e una identità coerente e riconoscibile.

Per questo, dal nostro punto di vista ma soprattutto dal punto di vista del futuro dell’isola, il provvedimento del Comune non è giusto o sbagliato: è incomprensibile, come incomprensibili sono i motivi che lo hanno originato. Il prossimo 19 aprile, tuttavia, può anche essere l’occasione per ritrovare un terreno di confronto e creare le condizioni per approfittare del momento politico/economico favorevole alle nuove iniziative. Noi abbiamo fiducia nei giudici amministrativi, poichè conosciamo bene le ragioni del nostro impegno e le ricadute positive che il porto avrà nell’economia e nella stessa vita sociale e civile dell’isola, ma mi chiedo perchè i Ponzesi debbano delegare una scelta fondamentale per le prossime generazioni al Tribunale amministrativo. Mi rendo conto che è difficile farlo in tempi così brevi, cioè prima del 19 aprile, ma credo che sarebbe una grande dimostrazione di visione, confronto e dialogo se l’amministrazione e gli isolani si riprendessero i propri destini e decidessero da soli su ciò che serve all’isola: noi siamo e saremo sempre disponibili a fare la nostra parte.

Approfitto dell’occasione per augurare a tutti una Serena Pasqua

Guido Del Gizzo
Marina di Cala dell’Acqua srl

 

Ps. Alleghiamo il ricorso che è all’esame del Tar e la richiesta di attivazione del Laboratorio di innovazione a Lazio Innova a fine 2021
RICORSO Marina di Cala dell_Acqua s.r.l
richiesta di attivazione del Laboratorio di innovazione

 

Nota (a cura della redazione)
È del 23 gennaio 2023 il provvedimento del Comune di Ponza del “diniego e archiviazione del procedimento amministrativo relativo alla istanza di concessione demaniale marittima per la realizzazione e gestione di un porto turistico nell’area ex Samip da parte della Società Marina di Cala dell’Acqua srl.”
Sul sito ne abbiamo dato conto con l’articolo Archiviazione procedimento porto Cala dell’Acqua

1 Comment

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  1. Sandro Russo

    10 Aprile 2023 at 20:29

    Da lettore attento del sito – non c’è bisogno di esserne redattore – ho notato una notizia pubblicata il 26 gennaio scorso, che stride fortemente con l’articolo proposto da Guido Del Gizzo di Marina di Cala dell’Acqua srl.
    C’è qualcosa che non capisco, sul destino di questa tartassata Cala dell’Acqua, oggetto di troppe mire…
    Il progetto del porto è stato archiviato o è ancora in ballo? Il dissalatore che secondo il Sindaco “si deve fare per forza” esclude il progetto del porto o si sovrappone ad esso?
    Qualcuno è in grado di fare chiarezza?

    https://www.ponzaracconta.it/2023/01/26/archiviazione-procedimento-porto-cala-dellacqua/

    “Nella giornata di ieri è stato pubblicato sul sito del Comune, in bella evidenza, un provvedimento del responsabile ufficio Demanio e firmato dal Sindaco, avente ad oggetto: diniego e archiviazione del procedimento amministrativo relativo alla istanza di concessione demaniale marittima per la realizzazione e gestione di un porto turistico nell’area ex Samip da parte della Società Marina di Cala dell’Acqua srl.” (stralcio dall’articolo).

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