Usi e Costumi

2 gennaio… a Ponza

di Francesco De Luca

 

Sulla discesa della Musella stamane ho incontrato Luisa ‘i Giuseppina, che si recava dal dottore. Lamentava di sentirsi tutta attappata. “Speriamo che non sia il COVID ” – mi è uscito di bocca. Ha risposto con espressioni che non riporto e poi ha aggiunto: “Non ho paura del virus che sta correndo fra noi. Sono pronta a stare a casa per una settimana, come facevamo da piccoli con l’influenza. Oggi invece non c’è febbre che tenga in casa. Bisogna subito abbatterla con i medicinali!”

Questo atteggiamento mi trova favorevole. Spero che l’Anno nuovo apra ad una nuova consapevolezza. Meno slogan, meno gesti da star televisive e più ragionevolezza.

Aria serena e gente sorniona. I compaesani mi appaiono soddisfatti per l’atmosfera festosa che ha accompagnato l’attesa del nuovo anno in piazza. La serenità dei compaesani è alleata con le condizioni meteo.

All’attracco della nave Carmine si muove laborioso e i furgoni degli spedizionieri macchiettano di rosso la banchina. Tante barche hanno lasciato libero il posto perché a pesca. L’inverno è occupato dalla pesca. Anzi è monopolizzato da essa, specie se le condizioni del mare permettono modi di pesca più rilassati e non pressati dal maltempo. Tante sono le barchette che si cimentano nella cattura dei calamari!

Avverto un senso di rilassatezza e questo placa in parte il mio scetticismo verso la situazione politica nazionale che avverto divisiva perché priva della sensibilità comprensiva per chi sta, suo malgrado, nei gradini ultimi della società.

Siamo rimasti in pochi a Ponza. Con un senso di unità maggiore. Questo dà, forse, l’impressione di questa complicità paesana.

Così mi pare, e l’aria e anonima sembra darmi ragione.

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