Scrittori

Al cinema con Domenico Starnone

proposto da Sandro Russo

 

Ho visto ieri sera al cinema Confidenza di Daniele Luchetti, con Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini e Isabella Ferrari – da un romanzo di Domenico Starnone.
Non parlerò del film che pure mi è sembrato pregevole, ma di Domenico Starnone, che conosco abbastanza per aver fatto con lui almeno un paio di corsi (…forse più, di scrittura e di lettura), e dei suoi rapporti con il cinema, attraverso una interessante scheda, ripresa da
Mymovies.it, di Pedro Armocida,
In appendice una scheda consimile per Teresa Rosellini
(attenzione, non Rossellini!), ancora da Mymovies.


Domenico Starnone e il cinema, una grande storia d’amore

di Pedro Armocida – Da Mymovies.it – Focus del 5 febbraio 2024

Lo scrittore napoletano rinnova il suo sodalizio con Daniele Luchetti: il risultato è Confidenza, nuovo capitolo della cosiddetta trilogia sentimentale, presentato al Rotterdam Film Festival e attualmente nelle sale.  

«La strada che andava da via Gemito al cinema mi è sempre sembrata lunghissima e inessenziale.
In realtà erano quattro passi, la conoscevo a memoria. Affrettavo il passo, mi tiravo dietro i fratelli.
Nostra nonna gridava: venite qua,
non scendete il marciapiede che finite sotto le macchine.
Mi fermavo. L’ultima cosa che volevo era essere investito da un’automobile prima di vedere il film».

Lo scrittore napoletano nel 2010 in “Fare scene” (Minimum Fax) racconta bene in un’istantanea il rapporto intessuto con il cinema fin da ragazzino quando certo non immaginava che il futuro mestiere di insegnante lo porterà a condividere le sue esperienze scolastiche, prima con la letteratura e poi con il grande schermo.
È infatti il 1995 quando Daniele Luchetti prende spunto da due libri di Starnone, “Ex Cattedra” (1985) e “Sottobanco” (1992), per metterli in scena in La scuola in cui il suo alter-ego, il prof. Vincenzo Lipari è interpretato da Silvio Orlando che tornerà due anni dopo in Auguri professore di Riccardo Milani con una sceneggiatura scritta dal regista con Sandro Petraglia, Stefano Rulli e con lo stesso Starnone ispirati al suo libro “Solo se interrogato”.

Lo scrittore, nato a Napoli il 15 febbraio del 1943, l’anno delle quattro giornate contro gli occupanti tedeschi, inizia quasi da subito ad alternare testi che prendono spunto dal suo lavoro come professore ad altri che si rifanno alla vita familiare come Via Gemito per Feltrinelli che, a cavallo del fatidico Nuovo Millennio, conquisterà il Premio Strega, il Premio Napoli e il Premio Selezione Campiello. È la consacrazione di uno scrittore la cui prosa diretta e precisa continua a fare breccia nei registi che decidono di portare le sue storie sul grande schermo come è capitato anche per “Denti” (1994) da cui Gabriele Salvatores ha tratto il film omonimo nel 2000.

Al cinema poi Starnone lavora anche direttamente come sceneggiatore creando dei veri e propri sodalizi con gli autori. È successo per tre volte con Riccardo Milani e ben quattro con Sergio Rubini e Daniele Luchetti. Con quest’ultimo sta realizzando praticamente tutta la sua cosiddetta trilogia sentimentale composta dai libri “Lacci”, dedicato all’amore familiare e diviso in tre parti con il tradimento visto da lei, da lui e dalla figlia, “Scherzetto”, con l’amore tardivo di un nonno, e “Confidenza” che è summa dei precedenti, l’amore a tre facce di uno stesso personaggio che qui è però anche un insegnante.

Così se per Lacci di Luchetti, Starnone ha collaborato alla sceneggiatura, per Confidenza, presentato all’IFFRInternational Film Festival Rotterdam, ha lasciato fare allo stesso Luchetti e al collega Francesco Piccolo. Una sorta di giusta distanza rispetto a un personaggio che vive tutte le contraddizioni di un maestro che s’innamora di un’allieva e con la quale scambierà una confidenza che li terrà uniti fino a che morte non li separi. Raffigurazione plastica di cosa può essere l’amore che, nell’incipit, viene riportato a una definizione – come «una lava di vita grezza» – che sa di vulcano, di Vesuvio, di eruzione dei sentimenti.

Tutto questo è Confidenza, un testo che mette a dura prova le convinzioni che ognuno ha di sé. Nel personaggio, lungo una vita, di Pietro (interpretato da Elio Germano) ritroviamo la paura, il terrore, il peso delle aspettative che molti, se non tutti, si portano dietro. Nel lavoro, nell’amore, nei pochi slanci esistenziali. Il non essere all’altezza in nulla e la paura di essere scoperti informa ossessivamente tutto l’arco narrativo del protagonista.

Ma in Confidenza, Starnone torna anche alla passione civile degli inizi facendo scrivere a Pietro un saggio sulla scuola, che avrà successo e che lo farà diventare un punto di riferimento pedagogico. Una sua allieva spiegherà bene il suo metodo di insegnamento, apparentemente banale ma, a ben vedere, abbastanza unico: «Ci obbligavi a essere bravi, ci volevi bene».

Federica Rosellini, un prodigio del teatro
di Fabio Secchi Frau – da mymovies.it, in Celebrities, di martedì 30 aprile 2024 –

L’attrice trevigiana è accanto ad Elio Germano nel film di Daniele Luchetti Confidenza. Al cinema.
Federica Rosellini (34 anni) 23 dicembre 1989, Treviso (Italia) – Capricorno.
Interpreta Teresa Quadraro nel film di Daniele Luchetti Confidenza. Al cinema da mercoledì 24 aprile 2024.

Nata e cresciuta in una famiglia trevigiana di musicisti, dopo aver studiato violino, Federica Rosellini entra nell’Orchestra La Réjouissance. Ma è la recitazione che l’attira, spingendola a trasferirsi a Milano, per frequentare la Scuola del Piccolo Teatro, diretta da Luca Ronconi che, in brevissimo tempo, la porterà a essere riconosciuta come un prodigio del teatro italiano.
In questi giorni possiamo vederla nelle sale nel film di Daniele Luchetti, Confidenza.

Debutta a soli diciannove anni, diretta proprio da Ronconi in “I beati anni del castigo”, diventando negli anni anche sua assistente alla regia, per esempio nell’allestimento di “Panico”. Con il diploma arriva anche il Premio Hystrio alla vocazione.
Intanto, partecipa anche a “Il mite” di Fëdor Dostoevskij, per la regia di Monica Conti, e “Santa Estasi”, “Le Baccanti” e “La solitudine dei campi di cotone”.
Nel 1996, Antonello Grimaldi la sceglie per Il cielo è sempre più blu, segnando il suo debutto cinematografico in un cast corale che prevede Asia Argento, Margherita Buy, Roberto Citran e molti altri attori.

 

1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    5 Maggio 2024 at 16:31

    Che mi fa fatto ricordare, Domenico Starnone… il suo libro più famoso, Via Gemito, del 2001, scritto in italiano con frequenti inserti in napoletano, perché è sui ricordi della sua infanzia, a Napoli. Che ho molto apprezzato. Il personaggio predominante, eccessivo del libro e della sua infanzia è stato il padre Federi’ (Federico si chiama anche il figlio di Starnone, che pure lavora tra libri e cinema: fa lo sceneggiatore).
    Federi’, iracondo, sedicente “artista’ – avrebbe voluto solo dipingere – ma ferroviere per necessità. Ha segnatocon i suoi eccessi l’infanzia del futuro scrittore.
    E sono due, i padri ingombranti che abbiamo incontrato di recente qui sul sito; insieme a quello di Michele Mari (leggi qui), il designer Enzo Mari.
    Pare che un padre autoritario sia indispensabile per fare un grande scrittore!
    E che speranze ho io, con un padre agli esatti antipodi: Amelio Russo, detto Emilio, per gli amici Meliuccie? Che pure è stato fondamentale nella mia vita – come tutti i padri direi – ma sul versante della mitezza.
    Però tanto meglio così… Un pensiero grato e riconoscente a lui, così com’era!

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