Attualità

‘Il Giallo di Ponza’, sulla morte di Gianmarco Pozzi

segnalato dalla Redazione

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Ieri sera sulla rete televisiva Italia 1 è andato in onda uno speciale delle Iene sulla tragica vicenda di Gianmarco Pozzi, il campione di kickboxing trovato morto a Ponza il 9 agosto del 2020. Si è trattato in effetti del servizio, arricchito di altri elementi, andato in onda nella primavera scorsa.
Quantunque si trattasse di storia già nota, testimonianze e fatti raccontati durante la trasmissione hanno riproposto l’immagine di un’isola ove sembra che lo spaccio e l’uso di droga, durante il periodo estivo, siano fenomeni abituali.
C’è costernazione e sdegno da parte degli isolani di fronte a tale scenario ma anche preoccupazione perché il fenomeno della droga non va sottovalutato visto che, pur essendo caratteristico degli ambienti malsani, non di rado insidia le fasce più deboli e indifese della società.
Riportiamo, di seguito, in merito alla vicenda e alla trasmissione televisiva il punto di vista dell’Amministrazione comunale affidato alla propria pagina Facebook

 

Il GIALLO DI PONZA SULLA MORTE DI GIANMARCO POZZI
Il punto di vista dell’Amministrazione Comunale espresso dal Sindaco di Ponza

L’ Amministrazione Comunale si dissocia dall’immagine che è venuta fuori di Ponza dallo speciale delle IENE, in onda ieri sera, sul caso della morte di Gianmarco Pozzi ed illustra la sua opinione.

Certi del fatto che la magistratura faccia piena luce sulla vicenda Pozzi, e stringendoci al dolore che la famiglia sta provando nella battaglia alla ricerca della verità per la morte di Gimmy, il Sindaco si dissocia da quanto dichiarato da una “ignota” che, nel corso della trasmissione, ha sostenuto: “A Ponza se non ti droghi non sei nessuno”. Affermazione sconcertante e assolutamente al di fuori da ogni realtà – sostiene il Sindaco – “il turismo isolano è fatto in grandissima maggioranza di famiglie e di persone, tra cui sicuramente anche tantissimi giovani, che nulla hanno a che fare con lo spaccio o la prostituzione”.

Sicuramente una circoscritta cerchia di turisti che frequentano l’isola e creano spiacevoli situazioni, ben note alle forze dell’ordine isolane, esiste realmente, ma è sempre bene ricordare e sottolineare che non si può far di tutta l’erba un fascio e infangare, di conseguenza, Ponza e tutti gli ospiti che in estate la popolano.

La morte di Gimmy ha toccato l’intera popolazione isolana, chi lo frequentava così come chi non lo aveva mai conosciuto; i più giovani si sono sentiti suoi amici anche non conoscendolo, e gli adulti si sono immedesimati nel dolore della famiglia che ha perso un figlio, in condizioni, senza alcun dubbio, ancora non chiare.

Siamo davanti ad una situazione inaccettabile, la morte per omicidio (perché ad oggi è questa l’ipotesi investigativa) di un giovane ragazzo, è sempre inaccettabile anche se la vicenda si svolge in un ambiente di attività illecite, nel quale sembra che la vittima operasse.

La popolazione di Ponza è fatta di persone laboriose ed oneste, forte di sani principi morali e religiosi, e gli imprenditori turistici espletano la loro attività con serietà e sacrificio stando ben attenti all’osservanza delle leggi e ad assicurare agli ospiti le migliori condizioni per un soddisfacente soggiorno.

Ripudiamo senza sé e senza ma quel mondo della droga e della prostituzione e tutti quelli che vi si dedicano per trarre facili ed illeciti guadagni.

L’Amministrazione si dissocia fermamente dalle generalizzazioni negative di qualsiasi tipo che coinvolgono nel complesso la comunità locale e con piena fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura, si augura che si arrivi in breve tempo alla soluzione del caso della morte di Gimmy, perché Gianmarco, benché coinvolto in attività non lecite, era un essere umano, una persona circondata dall’amore delle persone a lui care e non meritava di finire a 28 anni, massacrato e abbandonato in un’intercapedine.

Siamo vicini alla famiglia e confidiamo nella giustizia
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