Ambiente e Natura

Case grotta. Un po’ di storia non guasta

di Alessandro Balzano
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riceviamo in Redazione e pubblichiamo
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Penso che vada fatta una precisazione riguardo le grotte, case grotta e depositi in cantine grotta a Ponza.
C’è chi le vede come un oltraggio alla natura, c’é chi le vede come una speculazione e c’è addirittura chi le vede come un abuso edilizio; in realtà non sono nessuna delle tre ipotesi e vado a spiegare il perché.
I rifugi in grotta, quelle che adesso vediamo come buchi nella roccia, quelle che vediamo abbandonate in campagna, quelle che vediamo attualmente annesse alle attività commerciali e quelle che sono attualmente abitate, hanno una storia e come tale vanno rispettate.
Sia le grotte che i proprietari.
Quante volte abbiamo sentito dire a qualcuno “chella era ‘na ‘rotta fràcede e mo’ cia’ fatt chell’…”.
Le grotte hanno un titolare e, come dicevo sopra, hanno una storia da rispettare.
Quelle che noi chiamiamo “‘i rotte”  furono la prima forma di insediamento, tant’è che il catasto le ha individuate nella voce A11, come abitazione e alloggio tipico del luogo.
Tant’è che avevano una doppia destinazione d’uso.
E non ci sarà alcuno status o regolamento che possa cancellare tale storia.
Questa voce del catasto riconosce allo stesso modo i sassi di Matera, i rifugi di montagna delle Alpi, i dammusi in Sicilia e i trulli di Alberobello di cui, a loro volta, le regioni a cui appartengono riconoscono sia i meriti che i pregi a quanti le curano e ne fanno la manutenzione.
C’è da dire che, a loro volta, in queste strutture si realizzano, mediante ristrutturazioni, anche attività extra alberghiere; iniziative queste che nella regione Lazio non vengono né riconosciute né  premiate.
A questo punto mi chiedo: perché?
Preciso che non ne faccio una questione politica, ma di principio.
2 Comments

2 Comments

  1. La Redazione

    26 Ottobre 2020 at 19:10

    Naturalmente sul sito sono comparsi diversi articoli sul tema delle case grotta a Ponza; ne citiamo qualcuno in ordine temporale:

    Di Assunta Conte, che sul tema ha svolto anche la sua Tesi di Laurea, questo articolo:
    Felici abitanti!, in cui viene riportato questo stralcio dal libro di Conrad Haller [Topografia e storia delle isole di Ischia, Ponza, Ventotene, Procida, Nisida e di Capo Miseno e del monte Posillipo (Napoli, Grimaldi & C. Editori, 2005)]:

    “Perché vivono in grotte? – si chiede Haller -, quando sull’isola c’è tutto ciò che serve per costruire case tradizionali? Osservando attentamente come gli isolani costruivano le proprie abitazioni e in particolare come ci vivevano, trova la risposta nella praticità, funzionalità e salubrità delle case- grotte. La natura geologica di Ponza rende facile lo scavo, permette di ampliare la casa a seconda delle esigenze familiari e inoltre sono case, potremmo dire, ‘termoregolate’ naturalmente.
    Haller nota un’ampia diffusione delle case-grotta a Le Forna, al punto da far derivare il nome di Le Forna proprio da queste abitazioni che a suo dire gli isolani chiamavano forne.
    Una derivazione errata ma che evidenzia come queste case presentano un aspetto del tutto nuovo per gli estranei che ne rimangono affascinati, così lo stesso Pasquale Mattei nel 1857 definisce le case: “…quando l’immaginazione a tutt’altro che ad umane abitazioni quelle caverne paragonar volea… non sapea rassomigliarle che agli accampamenti dei castori dell’America o alle tane degli scogliattoli. Così l’autonomastica appellazione di Forni data al villaggio testè ricordato, sembravami, a vero dire, giusta ed adeguata”.

    Quindi un saggio dell’architetto Giuliano Massari: “È stata dura! Ponza dalla casa in grotta ai nuclei abitativi” – recensito dal nostro Silverio Lamonica.

    Infine due articoli di Domenico Musco del 2014:
    Ponza come Matera: La casa grotta e
    La casa grotta ponzese (2), in cui si fa riferimento alle problematiche amministrative e burocratiche trattate anche nell’articolo di Alex Balzano.

    Un po’ di storia non guasta! Appunto.

  2. Silverio Guarino

    27 Ottobre 2020 at 19:46

    Anche io ho portato due piccoli contributi all’argomento e sarei grato che la redazione li riportasse per poterli rileggere.

    Si tratta di: “Uccidere e morire per una grotta” del 19 giugno 2015 e “Ponza è una repubblica fondata sulla grotta” del 13 settembre 2015.

    Pensieri e parole che possono ancora essere di stimolo e di riflessione per gli abitanti tutti dell’amato scoglio.

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