Santa Candida e i suoi gigli rosa. E’ un appuntamento stagionale o un richiamo del cuore?
Propendo per la seconda ipotesi.
Il giglio rosa lo sa: quando il sole d’agosto viene rinfrescato dalle piogge e il venticello non più da scirocco raggrinzisce la pelle, allora dal bulbo dimenticato irrompe lo stelo e tenuamente assiste all’estate che consuma la sua voglia. Il giglio rosa lo sa e noi? Come sapremo quando aprirci al tempo delle passioni discrete, dei doni assaporati come conquiste e, non visti, ripetere le monellerie dei tempi leggeri? Domani è più gravoso di ieri eppure più incerto. Già ci lasciano gli amici e degli altri dici che hanno un forziere in petto. E i sapori delle cose sono piatti come aria di serra e la torre di Dio è chiusa alle preghiere. Abbiamo tempo ancora per guardare in viso l’amore. Nelle nuvole in trasparenza si intravedono forme che la vita invererà. Sfrangiate hanno i bordi corpo massiccio eppure mutevole. Hanno la consistenza dei sogni al dormiveglia. Attendono un fruscìo, della porta il cigolìo, il pigolìo d’un passero e si disperdono. Ora non frusta più l’ ardore i cavalli del desiderio e gli accadimenti hanno il gusto del momento e la vita è una rosa avvilita. Aspetta un soffio per rinnovare la sfida, con i petali ancora a bocciolo… il gambo dritto… dure le spine. Non ha fatto da specchio al sole… non s’è ingravidata di luce, di insetti, né ha nascosto nella rugiada della notte frammenti di luna. “M’ama, non m’ama… M’ama” – corre nel vento una voce… “Catturala!” Che non s’abbia a perdere nel pulviscolo dell’aleatorietà come nello scroscio del diluvio s’ annulla la goccia.
Questa la versione recitata
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Nota della Redazione
Sui gigli di Santa Candida e la Santa da cui prendono il nome, insieme ad altre curiosità, da leggere sul sito questo articolo del 14 settembre 2014: “Tornano i gigli di Santa Candida. Strane storie di piante“
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