Tra le cose che assicurano una qualche certezza, di questi tempi instabili, sono i cicli della Natura: lo sbocciare di alcuni fiori, in particolare, che scandiscono il nostro tempo.
Così il “giglio di Santa Candida”.
Ricordiamo il fiore che abbiamo già presentato sul sito (leggi qui).
Ha la caratteristica, il lungo stelo fiorale, di emergere direttamente dal terreno, senza foglie intorno; queste ultime, nastriformi, di color verde scuro, compariranno a fioritura avvenuta, durante l’autunno avanzato e l’inverno, e seccheranno completamente prima della fioritura successiva.
Il fiore – secondo l’uso ponzese di dare ai fiori il nome del santo che ricorre nel periodo della loro fioritura (leggi qui) è Amaryllis belladonna (Fam. Amaryllidaceae). La festività è quella di S. Candida, la santa patrona di Ventotene.
Non è stato facile tra le 9 (nove!) Sante riportate dalla Chiesa cattolica (e da Wikipedia) con questo nome, risalire a quella cui il fiore è stato dedicato: la Santa Candida di Ventotene è proprio l’ultima, da non confondere con “santa Candida la Giovane, vergine e martire a Napoli, il 10 settembre”
La patrona di Ventotene invece è “santa Candida, vergine e martire a Cartagine sotto Massimiano”, e la ricorrenza è quella del 20 settembre.
Il fiore è delicatamente profumato.
Ricorda qualcosa… il suo profumo. Che cosa?
Qualcosa che si mangia, forse?
Non credo sia stato abbastanza studiata, nella neuro-fisiologia degli odori, la difficoltà di collegamento tra due sensi, il gusto e il l’olfatto, nei termini che provo a spiegare meglio.
Molti anni fa mi fecero assaggiare una marmellata; tipo indovinello: …di cos’è?
Conoscevo quel sapore, ce l’avevo, come si dice, “sulla punta della lingua”, ma non riuscii a dare la risposta in tempo utile. Alla fine mi arresi.
Era una marmellata di petali di rosa!
Mi ero scontrato con la nota – ma non chiarita, che io sappia – difficoltà di collegare l’odore con il sapore.
In questo caso, conoscere l’odore della rosa, non mi aveva aiutato ad identificare il sapore che mi veniva sottoposto.
Così il profumo del giglio di Santa Candida: cosa ricorda, dei sapori che conosciamo?
Lo proponiamo come indovinello ai ns Lettori.
***
Ci troviamo a parlare di Ponza, del giglio di Santa Candida (appartenente alla famiglia della Amarillidacee) e mi viene da ricordare un fiore ‘inconsueto’ della stessa famiglia botanica, visto per la prima volta, appunto, in un orto-giardino ponzese (’ndu ciardine).
Di provenienza ignota alla stessa proprietaria, ereditato insieme al giardino senza altre notizie relative. I bulbi, nel corso degli anni, si sono moltiplicati tanto da occupare tutto lo spazio a disposizione, così che l’energica giardiniera li diradava a picconate!
Ad una di queste periodiche ‘exterminazionen’ mi sono casualmente trovato ad assistere e pur senza conoscere il fiore ho dato ‘asilo politico’ a un paio di bulbi nel fertile terreno dei Castelli romani.
Ed ecco la prima fioritura dello scorso anno – le tre foto più in alto – seguita da una ancor più ricca quest’anno, sempre nello stesso periodo della cugina di simile origine geografica e stesse caratteristiche: emersione in pochissimo tempo (quasi esplosiva) dello stelo e quindi del fiore, direttamente dai bulbi; a fioritura finita, comparsa delle foglie, che compiono tutto il ciclo e spariscono prima della successiva fioritura, tanto che uno si dimentica della pianta, fino alla …Sorpresa! dell’anno dopo.
Come le due amarillidacee bulbose, entrambe di provenienza sud-africana, si siano ritrovate a Ponza – una assurta agli onori degli altari e l’altra quasi sconosciuta, tuttora senza nome comune o dialettale – sarebbe una bella storia di archeologia botanica che richiede più informazioni per essere ricostruita..!
Giriamo ai solerti Lettori del sito anche questo que/sito…
Dimenticavo! Il nome botanico della rossa sudafricana, accertato dopo accurata ricerca sul web, è Haemanthus coccineus.
…Improponibile! Urge trovare un nome vero!
***
Appendice del 12 settembre 2024 (cfr. Commento di Sandro Russo)
Le fioriture 2024 del giglio di Santa Candida (Amaryllis belladonna) e di Haemanthus coccineus:
Amaryllis belladonna: sfondo mura antiche del casale
A sinistra di Haemanthus coccineus si possono vedere i lunghi steli fiorali dell’Urginea, o Scilla maritima
Luisa Guarino
15 Settembre 2014 at 14:14
Io istintivamente lo chiamerei ‘giglio coccinella’. Ne ho visto degli esemplari anche in Kenia, dove nascevano all’improvviso e isolati rispetto alle altre piante nonché totalmente privi di foglie. In quanto ai gigli di Santa Candida, anche io ne ho alcune piante sul mio balcone ma non sono belle come quelle di Sandro. I bulbi me li ha dati tantissimi anni fa zia Titina (Curcio in Vitiello)sugli Scotti e anche per questo mi sono carissimi. In quanto al giglio di Santa Candida, credo che si chiami così per via del periodo in cui cresce. Infatti se non sbaglio (ci sono stata solo una volta) il fiore simbolo dells festa del 20 settembre a Ventotene è il gladiolo: quello che a Ponza è il garofano per San Silverio.
Sandro Russo
12 Settembre 2024 at 13:36
Puntualissime e indipendenti dai capricci del tempo atmosferico, le fioriture – qui al casale ai Castelli, ma so anche a Ponza e a Latina – del giglio di Santa Candida (Amaryllis belladonna) e di Haemanthus coccineus, dai grossi bulbi che ho portato da Ponza. Fioriscono negli stessi giorni!
Le piante sono state presentate nell’articolo di base. Qui aggiorno solo la fioritura 2024 con le foto attuali che aggiungo in appendice