Libri

Circe, di Madeline Miller

segnalato da Sandro Russo

 

«E su l’isola Eèa sorgemmo, dove
Circe, diva terribile, dal crespo
crine e dal dolce canto, avea soggiorno»
(Odissea, libro X, vv. 135-137, traduzione di Ippolito Pindemonte)

Circe!?  Nun è ‘nu nomme punzese… Arradda esse d’i Fforne!
(Silverio, ‘u Semmentare)

.

In un recente incontro con amici del gruppo di scrittura, le mie amiche che notoriamente leggono molto e di tutto, hanno parlato con accenti entusiasti di un libro che avevano appena letto, di Madeline Miller, La canzone di Achille.
Ho incamerato il suggerimento, rimandandolo a tempi più favorevoli alla lettura, solo che in questi giorni – sull’ultimo Robinson di Repubblica ho trovato questa proposta:

In edicola con Robinson
Il cult di Madeline Miller in una Collector’s Edition
È in edicola con Robinson – Repubblica l’edizione da collezione di Circe di Madeline Miller (pagg. 482, euro 10,90 più il prezzo del giornale): scelto per noi da un comitato editoriale composto da booktoker, ha una cover che richiama la scultura greca, un bagno di colore laterale, una dedica di Miller ai nostri lettori e la postfazione della booktoker Francesca Tamburini

Quindi urgevano più notizie su Madeline Miller. Eccole qui, sintetizzate da Wikipedia (ibidem)

Madeline Miller (Boston, 1978) è una scrittrice statunitense, vincitrice dell’Orange Prize per il suo libro La canzone di Achille.
Nata a Boston ma cresciuta a New York e Filadelfia, Madeline Miller ha studiato lettere classiche alla Brown University ed ha insegnato greco e latino per anni nei licei americani.
Nel settembre 2011 è stato pubblicato il suo romanzo d’esordio, La canzone di Achille, la cui stesura ha occupato circa dieci anni. Il romanzo racconta la storia dell’amore tra Patroclo e Achille prima e durante la guerra di Troia e la scrittrice dichiara di aver usato come fonti Omero, Ovidio, Platone, Eschilo, Sofocle, Apollonio Rodio e Virgilio. Madeline Miller aveva già cominciato ad interessarsi alla storia di Achille e Patroclo all’università, quando diresse una produzione studentesca della tragedia shakespeariana Troilo e Cressida.
Nel 2018 viene pubblicato il suo secondo libro, Circe, incentrato sulla figura della maga di Eea al di là dell’episodio narrato da Omero nell’Odissea. Il romanzo viene accolto positivamente dalla critica ed è stato candidato al Women’s Prize for Fiction, un premio che la Miller aveva già precedentemente vinto per la sua opera d’esordio nel 2013.

Madeline Miller partecipa ad una conferenza di presentazione del suo ultimo romanzo, Circe (foto da Wikipedia)

 

Questa la presentazione sull’ultimo Robinson.

L’analisi
Libertà il tuo nome è Circe
di Ilaria Gaspari

Una filosofa ci svela i volti di una donna diventata mito

L’incanto di Circe spaventa i compagni di Ulisse con un’intensità di primo acchito ingiustificata: ne hanno viste di cotte e di crude, sono appena sfuggiti ai Lestrigoni, giganti antropofagi di smisurato appetito, quando approdano all’isola di Eea, labirinto di foreste e rupi scoscese. C’è però il segno di una presenza di vita non ferina sull’isola: un filo di fumo si leva nell’aria.
Ulisse, reso accorto dalle troppe disavventure che ritardano il ritorno a Itaca, manda metà dei compagni in esplorazione, sotto la guida di Euriloco.
Sono uomini rotti ai pericoli del mare e delle presenze mostruose sulle sue rive; eppure, il terrore in cui li getta Circe è inaudito. La ragione del turbamento di questi omaccioni è il potere seduttivo che la maga esercita in maniera talmente attiva da imprimere in chi mette piede in casa sua una trasformazione che è, forse, rivelazione. Avvicinandosi, la sentono cantare mentre tesse, impegnata nelle eterne opere del femminile, il che li rassicura e li spinge a una gagliarda leggerezza.
Solo Euriloco si avvede di un’incongruenza, perturbante perché sottintende una minaccia alla virilità che Circe, sola, intimidisce.
Intorno alla casa, lupi e leoni (incarnazioni degli attributi ardimentosi degli eroi) si avvicinano ai nuovi arrivati scodinzolando, come fedeli cagnoloni. È un’immagine sconcertante, carica di sottintesi. È il segnale che i compagni di Ulisse non colgono. Ingordi si gettano sul ciceone, la bevanda drogata da Circe, e si ritrovano trasformati in maiali: il cuore resta lucido, a soffrire della trasformazione.

L’incantesimo della maga dai bei riccioli è stato indagato da ogni prospettiva. Per Ovidio è un’amante offesa, il cui risentimento giustifica ogni crudeltà. Machiavelli, nel poema satirico L’asino, ne fa la regina di un regno fisiognomico che non trasforma gli uomini, li rivela nella loro vera natura: suina. E se nei bei versi della poetessa di età vittoriana Julia Augusta Webster Circe canta lo struggimento della solitudine e l’impossibile attesa di un amore che sfugga l’inevitabile, irredimibile destino bestiale. Negli anni ’70 del Novecento, con sublime ironia Margaret Atwood nel poemetto Circe/Fango le dà una voce che riallaccia la metamorfosi alla lettura satirica di Machiavelli, ma mantenendo un punto di vista aderente a quello della maga dispettosa, che protesta, e a ragione: «Non è colpa mia!».
E proprio questa voce nuova la traghetta nel nostro presente: Circe continua ad ammaliare con la sua seduzione ambivalente e profonda, dalle pagine di Madeline Miller, ora anche nella bella edizione di Robinson.

[Di Ilaria Gaspari – Da Robinson, allegato a la Repubblica di domenica 17 dicembre]

Manca solo un ultimo tassello, per evitare il rischio immanente del “fuori tema”: l’incertezza, mai risolta, sul luogo dove Omero immagina l’isola di Circe, che per alcuni potrebbe essere addirittura Ponza (!). Qui il benemerito Wikipedia soccorre ancora.
A seguire, in ritaglio-immagine la Bibliografia della voce EEA con citazione di un articolo da Ponzaracconta, di Gigi Tagliamonte… Scusate!

Mappa del Golfo di Gaeta (da Wikipedia)

L’isola di Eea (in latino: Aeaea) viene nominata nell’Odissea come dimora della maga Circe e prendeva il nome da Eos, l’aurora.
Che la sede di Circe fosse un’isola è ben chiaro nel libro X dell’Odissea in quanto Ulisse, salito su una roccia scorse nella sua interezza il contorno dell’isola: e il pelago tutto d’intorno la stringe e ghirlanda.

Tale isola è stata identificata, fin dall’antichità (lo testimonia Strabone), con l’attuale promontorio del Circeo. Tuttavia il Circeo non è che un promontorio e in passato era una penisola; si è ipotizzato quindi che in epoca antica dovesse essere separato dalla terra e circondato dal mare o collegato alla terra da una spiaggia.
A ricordo di questa sede ipotetica esiste ancora una grotta indicata come “della Maga Circe”, dove il termine maga (di uso popolare e letterario non greco) sostituisce quello originario di dea, nonché le rovine del cosiddetto “Tempio di Circe (o di Venere)”, dove fu rinvenuta la testa di una statua, attribuita alla divinità.
La dimora di Circe era al centro dell’isola, in un’aprica pianura e in giro si vedevano ampie strade.
Come si può notare sia l’isola che le ampie strade lasciano dei dubbi sulla identificazione di Eea con il Circeo, tuttavia il promontorio del Circeo, visto da Gaeta o Sperlonga, può sembrare proprio un’isola.

Un autore, Fernando Jaume, identificò l’isola di Circe con Didyma, o isola di Salina, le “rocce erratiche” essendo i Faraglioni di Lipari, accanto all’Isola delle Sirene e all’Ade in Sicilia, forse altrettante evocazioni del vulcanismo di questo arcipelago. La spiaggia stretta, le foreste dedicate a Persefone sarebbero lì, ad Acquedolci.

Alcuni storici hanno ipotizzato che l’isola corrispondesse all’acropoli di Terracina o comunque in una zona vicina a Terracina. Inoltre a Terracina il tempio della dea Feronia sembra potersi identificare proprio con Circe.
Altri hanno ipotizzato, invece, che fosse l’isola di Ponza[3][4]

Più di recente altri ancora, come il professore e storiografo neozelandese L.G. Pocock, studiando e ripercorrendo approfonditamente gli eventi descritti nell’Odissea di Omero, hanno identificato Eèa nell’Isola di Ustica, la quale, anche per lo scrittore Marco Carlo Rognoni, sembra corrispondere al luogo più plausibile a motivo della sua particolare storia, posizione e morfologia.
Secondo Robert Graves “… Si suppone che gli Argonauti abbiano navigato lungo il Po, di fronte alla cui foce, sull’altra sponda dell’Adriatico, si trovava Eea, ora chiamata Lussino…”
Altre interpretazioni collocano l’isola prossima alla Sardegna ed in alcuni casi l’isola stessa; molte persone attribuiscono la forma dell’isola, simile ad una donna sdraiata, alla “Maga Circe” della tradizione popolare.

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Immagine di copertina: Wright Barker, Circe, (1889); olio su tela.  Cartwright Hall Art Gallery, Bradford

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