Racconti

Green & Blue, racconti di acque (1). Il grande fiume

proposto dalla Redazione dal Supplemento di Repubblica Green & Blue

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Con l’intento illustrativo-divulgativo delineato  da Riccardo Luna nella sua presentazione del Supplemento ecologico di Repubblica pubblicato qualche giorno fa (leggi qui), presentiamo qui di seguito qualche racconto breve incluso nell’Antologia.
Cominciamo con uno scrittore che conosciamo, più volte ospitato su questa pagine.

Le spiagge del Po, di Marco Zanella: sulla rive destra del Po, lo spiaggione a Boretto

Quando è in secca resta senza voce
di Paolo Di Paolo

Il nonno si allontana con gli occhi e la mente, e pensa “Non abbiamo fatto abbastanza. Quando era il momento”

Quanto costava una lacrima? Una goccia di pioggia? E una stilla d’acqua di fiume?
Adesso basta con le domande. Non costavano niente. Il nonno si spazientisce, il nipote lo incalza ancora: voglio capire. Il nonno guarda il letto disseccato del Po, a volte resta per tre minuti così, no, forse meno. Poi ogni tanto chiede al nipote: metti quel vecchio cd. Archeologia Fossili. A quel punto parte una can-zone che fa venire al nonno gli occhi lucidi.
Una gita sul Po, popopopo.
Il nipote comincia con le domande. Perché ogni tanto sei così triste?
Al nipote sembra inverosimile quasi tutto quello che il nonno racconta. Secondo me, pensa, lui inventa storie. Il nonno non sopporta che il nipote chieda il prezzo di ogni cosa. Adesso basta. gli dice, ma come sei cresciuto?
Perché, risponde lui, cosa ho detto di male?
C’erano cose che uno guardava e diceva: queste non sono di nessuno, cioè sono di tutti, e dava un senso di libertà bella e superflua. Mattine d’estate che andavamo in bicicletta a vedere il Po. A salutarlo come fosse un familiare. Con quel suo colore verde compatto –

[…non dimentico nessuna tappa della mia storia con l’acqua – mi verrebbe da chiamarla così: la mia biografia acquatica. E sento che c’è un rapporto molto stretto fra l’acqua e la felicità. Mai sono stato felice come nei pressi di un qualche corso d’acqua: quegli istanti – tarda mattina, pieno pomeriggio, o al tramonto, poche volte all’alba, qualche volta di notte – in cui metti i piedi a mollo, e arriva il brivido di freddo, e anche una strana, insensata, felicità… E il mio legame con questo fiume che considero un parente stretto Le sorgenti misteriose. II torrente giovane e impetuoso. Il corso largo e placido della maturità. Ah il grande fiume! Le campagne che percorre, così lungo con il suo nome corto… i campanili, quando svettano in una coltre di nebbia… i capannoni industriali… le trattorie, gli stradoni provinciali, le stazioncine, le piazzette oblunghe, gli allevamenti industriali di bovini, l’odore del concime… il polline dei pioppi e le zanzare quando è stagione… le aie dei vecchi poderi, le case coloniche… gli alberghi a due stelle… i sentieri, nastri di terra tra le valli d’acqua…
[I punti in cui il letto, d’estate, è completamente secco fanno tristezza. Fanno paura]

Un giorno si venderanno barattoli di lacrime e gocce di pioggia?
Spero di no, dice il nonno.
E ognuno pagherà il proprio spazio d’aria?
Non esagerare.
E l’orizzonte!
L’orizzonte cosa?
L’orizzonte, lo vedi?
Sì che lo vedo. Si pagherà a metraggio. Quanto ne vedi dalla finestra di casa? Ecco, questo è il prezzo. E se non hai una casa, paghi…
Un forfait.
Cos’è un forfait?
Quando parte la musica del vecchio cd, una canzone che dice Una gita sul Po, popopopo, il nonno si allontana con gli occhi e con la mente, e pensa: non abbiamo fatto abbastanza. Quando era il momento. La colpa è tutta nostra. Avremmo dovuto dire, per esempio: ma noi umani siamo fatti d’acqua. Se lo danno alle sorgenti e alle cascate, ai fiumi e alle gocce di pioggia, allora si finirà per dare un prezzo a ciascun essere umano. Un neonato contiene più acqua di quanta ne contiene un vecchio come me.
Tu, nipote, contieni più acqua di me. Vali di più. Costi di più.

[…ho letto da qualche parte questa frase:; l’inconscio del fiume.È misteriosa, però mi piace. Mi pare che dica: il paesaggio ha un’anima. E parla. Ho letto da qualche altra parte: non dimenticare mai quel che un albero o uno specchio d’acqua hanno da dirti. Mi metto in ascolto. Ci provo, tendo l’orecchio la mano come un guscio, una conchiglia. Ma forse è il Po, quando è in secca, che resta senza voce]

L’Autore
Paolo Di Paolo, 40 anni, di Roma, scrittore. i suoi romanzi hanno vinto diversi premi e sono pubblicati in molte lingue. “Romanzo senza umani”, Feltrinelli, è il suo ultimo lavoro.

La pagina di Green & Blue con il racconto in file .pdf: Paolo di Paolo. Testo

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