di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Dopo aver approvato 24 ordinanze che ho definito un “testo unico per la ricostruzione”, una relazione puntualissima di 260 pagine per circa 20 mesi di attività, un piano di immediato intervento straordinario per il dissesto idrogeologico di circa 900 pagine, una puntuale e rigorosa osservazione ad un frettoloso piano di dissesto idrogeologico dell’ autorità di bacino di un numero enorme di pagine che – come tutti gli strumenti urbanistici sopraggiunti dopo scempi e disastri mortali – punta esclusivamente ai divieti, il Commissario straordinario per Ischia, onorevole Giovanni Legnini, ha approvato una “circolare illustrativa delle principali disposizioni delle ordinanze commissariali in materia di procedimento amministrativo per la concessione del contributo nella ricostruzione privata”.
È un documento di 28 pagine che – per quantità e qualità giuridica anche nella rigorosa semantica – é assimilabile ad un trattato, tanto che l’autore ritiene necessario aprirlo con un sommario con 8 titoli. Non contiene tuttavia la premessa fondamentale che il Commissario di governo opera per definire un nuovo assetto territoriale non solo di Casamicciola, l’area completamente colpita da due disastri naturali su circa 6 km2 di superficie amministrativa, ma di tutta l’isola d’Ischia di 46km2, i cui sei comuni non hanno un piano regolatore generale in esecuzione.
Il commissario Giovanni Legnini
Personalmente ho 4 studi che ritengo essenziali per capire il disastro ambientale dell’intera İsola e per definire un futuro sviluppo ordinato e severo. Il primo è un documento firmato da Sebastiano Conte, Luigi Francesco Rispoli, Giancarlo Di Meglio del 2015 su “Il governo del territorio per il futuro dell’isola d’Ischia”, il secondo è una relazione del 7.10.17 dell’urbanista Sebastiano Conte su “Lo stato della pianificazione urbanistica nei comuni isolani: nuovi strumenti nella fase di ricostruzione”, il terzo è quello dell’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro “Da Amatrice ad Ischia-demo-ricostruzione post sisma-vincolo paesaggistico, condono edilizio e delocalizzazione” del 2017 ed il quarto dei geologi Giuseppe De Natale, Stefano Petrazzuoli, Claudia Troise, Renato Somma del 2017 dal titolo: “Una proposta operativa per la messa in sicurezza degli edifici soggetti ai forti terremoti di Ischia”.
Ritengo queste 4 relazioni studi di importanza essenziale, dai quali ho ricavato tutta l’impostazione de Il Continente fin dal primo numero del gennaio 2019 dove ho sostenuto una “ricostruzione in tre tappe” riscoprendo per quanto praticabile i piani regolatori di Casamicciola e Lacco Ameno (i due comuni più colpiti), il primo approvato con decreto regionale del 18 luglio 1983 ed il secondo con decreto del 7 luglio 1983.
Ritenevo e ritengo che era meglio un percorso a tappe con variantı parziali anziché attendere un piano di ricostruzione che infatti non è mai arrivato da questa regione Campania, nonostante continui annunci di “prossimamente su questo schermo” come una volta si affiggevano i manifesti nei cinema, espressi dagli assessori regionali Fulvio Bonavitacola e Bruno Dispepolo. Già nell’ottobre 2019, cioè 4 anni fa, il numero 4 de Il Continente aveva come titolone di copertina: Il disastro della ricostruzione e forniva questi numeri: 2405 sfollati, 640 case completamente inagibili, 1060 immobili danneggiati, 8 edifici pubblici inagibili, 1254 ordinanze di sgombero per la sola Casamicciola.
Non bastava il sisma, ed è giunta la terribile frana con l’alluvione con 12 morti per aggravare il disastro. La nuova catastrofe dell’alluvione è stata affrontata con coraggio ed efficienza sia dal Commissario Legnini sia dalla Commissaria al Comune di Casamicciola Calcaterra.
Ma è chiaro che dopo l’immediata emergenza si è riproposto il quadro legislativo della Repubblica dove manca uno strumento urbanistico in esecuzione. Sulla ricostruzione privata è lapalissiano che sarà a macchia di leopardo poiché affidata alla iniziativa del privato anche nella demolizione poi nella ricostruzione e nella delocalizzazione volontaria, senza alcun disegno nemmeno indicativo di un nuovo paese che è imposto dai due eventi catastrofici.
Eppure era ed è necessario e propedeutico per la ricostruzione privata. Prima ripristinare strade e piazze ed edifici pubblici, poi dal sistema infrastrutturale deve scaturire quello strutturale. Mi pare elementare, e l’assenza di servizi in un paese civile è vissuta da chi vive quotidianamente in un contesto disastrato.
Con questa lunga circolare Legnini cerca di accelerare una ricostruzione privata senza avere un vecchio piano regolatore ed un nuovo piano di ricostruzione. É una missione impossibile. Infatti in 6 anni ci sono solo circa 80 pratiche approvate. Il punto fondamentale di questa circolare è il ruolo decisionale della Conferenza speciale dei servizi a norma della legge 241/90 ed il forte ridimensionamento del parere vincolante paesaggistico della Soprintendenza.
Cosa produrrà questa circolare non può essere previsto. Ma in una notte oscura anche una candela fa luce.