Turismo

330.000 € dal ‘Progetto barca a barca’

di Guido Del Gizzo

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In attesa di ragionare sui due suggestivi interventi di Martina Carannante (leggi qui, in commenti) e di Francesco De Luca (leggi qui), che aprono a una serie infinita di considerazioni, stavo riflettendo sugli effetti del calo delle presenze, sul piano di riequilibrio economico finanziario “predisposto” dal Comune.

Mi sono documentato sul ‘Progetto barca a barca’, cui viene imputata una potenzialità economica, nel piano citato, di 330.000 € all’anno: esattamente quanto indicato, nel 2020, nell’ipotesi, del tutto teorica, presentata dal CNR in collaborazione con l’Amministrazione dell’epoca (vedi allegato a fondo pagina).

Il progetto è bello e razionale, merita di essere studiato e richiederebbe, ovviamente, di essere aggiornato nei numeri, vista la situazione: ma soprattutto, presuppone una serie di interventi assai impegnativi, da parte dell’amministrazione comunale, per rendere realistica la modalità di riscossione del tributo e di gestione dei rifiuti.

La digitalizzazione dell’amministrazione, per cominciare; una campagna di informazione / divulgazione della differenziazione dei rifiuti a bordo delle imbarcazioni, che deve essere fatta a livello almeno nazionale; poi un piano di gestione dei rifiuti differenziati, che non esiste sull’isola e, in assenza del quale la stessa diventerebbe, nella migliore delle ipotesi, un sito temporaneo di stoccaggio di rifiuti nautici.
Ripeto, il progetto è bello e razionale. Che riesca a realizzarlo quest’amministrazione e, soprattutto, l’attuale consigliere con la delega all’Ambiente, mi sembra un azzardo.
Metterlo in un piano di riequilibrio economico finanziario, da sottoporre all’esame degli organi competenti, invece, è proprio una presa in giro.

Anche le altre voci prese in considerazione nel piano sopracitato sono fortemente discutibili.
Il Comune ipotizza di poter incassare dalle concessioni demaniali un valore teorico di oltre 6 mln, mentre lo Stato, ad oggi, a livello nazionale, riesce a incassarne 115 circa in totale: il valore plausibile, al netto dell’economia sommersa, e  soprattutto, del prevedibile calo delle presenze nei prossimi anni, sarà considerevolmente più basso.

L’isola rischia di imboccare una spirale recessiva assolutamente nota e verificata molte volte: all’aumento dei prezzi segue il calo delle presenze e della spesa media pro capite, cui segue, secondo copione, un ulteriore aumento dei prezzi e una riduzione della qualità dell’offerta, per realizzare lo stesso volume di profitto, con meno consumatori e una stagione più corta; le conseguenze sono un’ulteriore riduzione della stagione turistica e, quel che è peggio, un abbassamento del posizionamento di mercato.
Questa spirale può essere evitata?
Certo che sì.
Basta riqualificare l’offerta, che vuol dire offrire servizi migliori alla fascia di utenza che è in grado di pagarla; creare altre opportunità di guadagno per l’isola, destagionalizzando l’offerta stessa; predisporre una campagna di comunicazione e promozione coerente con questi obiettivi; infine, partecipare attivamente a reti e circuiti internazionali di “turismo virtuoso”.

Quello che rischia di succedere a Ponza invece, una volta preso atto che il “piano di riequilibrio pluriennale” non ha fondatezza economica, è l’ipotesi peggiore possibile e cioè la messa in vendita dei “gioielli di famiglia”, approfittando delle condizioni di dissesto delle casse pubbliche, per far passare l’operazione in modo indolore: il Faro della Guardia e l’ex Archivio di Stato sono, probabilmente, solo fumo negli occhi.
Quando succedono queste cose, a guadagnarci sono sempre gli stessi e a rimetterci sono sempre i cittadini.

Ricordo una lezione di filosofia in 4° ginnasio, anno di grazia 1971, in cui il professore, visibilmente commosso, ci parlò della Rosa Bianca, un’associazione che rappresentò l’unico episodio di resistenza anti-nazista in Germania, durante il periodo hitleriano.
I componenti del gruppo erano quasi tutti giovanissimi e ferventi cristiani, che avevano assunto come motto “Ogni popolo merita i tiranni che sopporta”.
Furono denunciati da un bidello mentre lanciavano dei volantini nell’atrio dell’Università di Monaco di Baviera, arrestati e, dopo un processo sbrigativo, tutti ghigliottinati.

Non c’è bisogno di martiri, a Ponza, per fortuna, e l’amministrazione non è in mano ai nazisti: ma, accidenti, un po’ di coraggio non guasterebbe..!

Il Progetto del Cnr (Regione Lazio), in formato .pdf: ponza_isola_green_barcaabarca 2

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