Canzoni

Una canzone per la domenica (259). Altri voli

di Franco Zecca

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Ho letto con interesse l’articolo relativo alle rondini di Rumiz e riletto con piacere il raccontino su le rondini del meccanico dei trattori (nello stesso pezzo, su Ponzaracconta, leggi qui). Letture che mi hanno confermato l’attrazione che provo – personalmente, ma più in generale da sempre la specie umana – per il volo. Dal mito di Icaro in poi, ai tentativi di volo riportati dalla storia, da Leonardo da Vinci ai fratelli Wright, fino alle attuali macchine volanti.

In questa tensione dell’umanità a superare la dimensione terragna e a librarsi in alto, si intrecciano la metafora, il mito e la scienza. E la mirabile sintesi di tutto questo è in qualunque piccolissimo, umile uccello che si posa sul ramo davanti casa, nel pettirosso che razzola tra i solchi smossi dalla zappa del contadino, o alzando lo sguardo al cielo, nei voli delle rondini che si intrecciano nelle sere d’estate. Fosse solo per questo, trovo insopportabile la pochezza del cacciatore che per il piacere di uccidere o per qualche malinteso ricordo d’infanzia, con una fucilata mette fine a una vita e al sogno stesso del volo.

Della poesia dei voli ho trovato testimonianza nel sito in una canzone di Battiato, postata nel lontano 2012. Leggi e ascolta qui.
Del  mio, contribuisco con la canzone “Le Rondini” di Dalla (arieccolo!).
Questa poesia in forma di canzone sulle rondini del grande Lucio si trova nell’album “Cambio” (1990), lo stesso del tormentone “Attenti al lupo”, e, benché poco conosciuta, merita senz’altro un ascolto approfondito.

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Lucio Dalla cerca di scoprire nel suo intimo il significato della vita, delle cose più semplici che ci circondano, nel modo più affine ai propri sogni, e si chiede cosa sono l’amore, la pace e l’innocenza dell’animo umano fin da quando si nasce. Esprimendo di voler provare un senso di libertà con l’esplorazione e la comprensione di cose che ci si presentano negli atti della vita quotidiana, si paragona ad una rondine che volando di sera cerca un posto sereno e sicuro per apprezzare il piacere di una vita tranquilla insieme ai suoi cari. È una metafora. Quella che più decisamente si allinea alla vita umana.

Questo il testo.

Vorrei entrare dentro i fili di una radio
E volare sopra i tetti delle città
Incontrare le espressioni dialettali
Mescolarmi con l’odore dei caffè

Fermarmi sul naso dei vecchi mentre leggono i giornali
E con la polvere dei sogni volare e volare
Al fresco delle stelle, anche più in là

Sogni, tu sogni nel mare dei sogni

Vorrei girare il cielo come le rondini
E ogni tanto fermarmi qua e là
Aver il nido sotto i tetti al fresco dei portici
E come loro quando è la sera chiudere gli occhi con semplicità

Vorrei seguire ogni battito del mio cuore
Per capire cosa succede dentro e cos’è che lo muove
Da dove viene ogni tanto questo strano dolore
Vorrei capire insomma che cos’è l’amore
Dov’è che si prende, dov’è che si dà

Sogni, tu sogni nel cielo dei sogni

Fonte: LyricFind
Compositori: Lucio Dalla / Mauro Malavasi

Immagine di copertina. Un dipinto di Gerardo Dottori (Perugia, 1884 – 1977) pittore italiano della corrente futurista

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