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Una foto racconta (5). Eravamo belli e non lo sapevamo

a cura della Redazione su proposta di Sandro Vitiello

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Una foto può essere un contenitore di ricordi, emozioni, momenti di vita.
Ne hai, da condividere con noi?
Per come fare leggi “Raccontalo con una foto

Eravamo belli e non lo sapevamo
di Sandro Vitiello

Tra i ricordi di una vita fa è saltata fuori questa foto.

Correva l’anno scolastico 1962-’63 e in questa immagine c’è la seconda elementare di Le Forna; eravamo in tanti.

In realtà nella parte nord dell’isola ce n’erano due di seconde: la nostra al “Cuore di Gesù” di cui facevano parte i ragazzi nati dalla Piana a Calacaparra e un’altra sopra a Scarfì con quelli che arrivavano dalla Cavatella fino a Cala Feola.
Me lo ricordo bene quell’anno scolastico, io.

Cominciamo dall’insegnante: si chiamava Turiano Franca e veniva da Gaeta.
Era probabilmente il suo primo anno di lavoro.
Era appassionata, ci voleva bene.

Ovviamente all’epoca non c’era mica uno stabile in cui mandare a scuola i ragazzi e quindi ad inizio anno ci si vedeva assegnare un qualche spazio libero.
A noi toccò una specie di garage dentro a quello che era stato il dopolavoro della Samip.
A piano terra, lato destro, c’era uno stanzone grande e alto, chiuso verso l’esterno da un portone di metallo e vetro.
Non tutti i vetri erano intatti e quindi a seconda della giornata poteva capitare di fare lezione accarezzati dal vento.
Ovviamente si provvedeva ad aggiungere qualche pezzo di cartone a chiudere i buchi ma il risultato non era granché. Quando arrivò il grande freddo era ormai impossibile fare lezione in quel posto.

Questa giovane maestra andò in comune a chiedere una qualche soluzione ed il sindaco dell’epoca – credo fosse Francesco Sandolo – dopo qualche giorno ci diede la possibilità di traslocare a pochi metri di distanza in una stanza dentro quella casa che poi avrebbe ospitato per tanti anni le scuole medie di Le Forna.

Ciò fu possibile perché era morta Giulietta, moglie di Peppe Aprea. e siccome non c’erano eredi pronti a rilevare la proprietà il comune iniziò ad usare quegli spazi.
Ci sembrava di aver vinto la lotteria; quella stanza era bellissima.

In primavera quella maestra arrivò una mattina con una casetta di legno abbastanza grande e da quel momento alcune ore venivano dedicate alle attività manuali.
Con il materiale che quella giovane insegnante ci portava – tutta roba acquistata con i suoi soldi – noi componevamo l’arredamento di quella casetta.
Eravamo in parecchi, come dicevo, e ci conoscevamo quasi tutti.
Questa foto ci rappresentava abbastanza bene.

Si studiava quanto basta e poi il resto del tempo a fare gli scemi tra di noi.
Qualcuno non c’è più e una buona parte di quei ragazzini hanno preso strade che li hanno portati molto lontani: dagli Stati Uniti alla Sardegna, dalla Toscana alla Lombardia.

Un po’ di malinconia arriva guardando queste immagini…

1 Comment

1 Comment

  1. Fiorella Di Meglio

    24 Gennaio 2021 at 17:41

    Dalla Toscana ci scrive Fiorella Di Meglio

    Ciao Sandro, riesci a trovare la mia scuola? Prima e seconda elementare Anni ’63 e ’64 forse ’65 visto che sono del dicembre ’57. Frequentavo la scuola a Santa Maria con la maestra Sofia.

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