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“Artemisia Gentileschi, Pittrice Guerriera”

Segnalato dalla Redazione

 

Volentieri riprendiamo dal sito Cinema, Film e Arte | NEWS [email protected] il comunicato che ci è stato inviato ieri.

Si è celebrata ieri 25 novembre, in tutto il mondo, la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, e Artemisia ne è stata simbolo con la sua lotta per la dignità e l’arte.

La disparità di genere è un tema antico, e la violenza contro le donne rappresenta, purtroppo, ancora oggi, un problema di proporzioni globali davvero enormi. Se oggi vi è almeno un timido sforzo nel riconoscimento della parità di genere, nel XVII secolo, per esempio, le donne non potevano frequentare neppure una bottega d’arte. Questo comune sentire era ormai sedimentato nella mentalità, fino a quando una giovane donna di nome Artemisia (figlia del pittore Orazio Gentileschi), dopo essere stata anche lei stessa vittima della violenza di uno stupro, decide di ribellarsi. Grazie al suo talento, nel 1618, a 23 anni, Artemisia Gentileschi è così la prima donna a essere ammessa in un’Accademia di disegno, divenendo, altresì, la prima donna artista italiana ad avere una carriera internazionale.

Artemisia Gentileschi, Pittrice Guerriera” è il titolo del film documentario diretto dal regista e produttore Jordan River che lo ha prodotto per conto della Delta Star Pictures. L’opera, che vede protagonista nei panni di Artemisia l’attrice Angela Curri (“Braccialetti rossi 3”; “La mafia uccide solo d’estate 2”; “Raffaello, il principe delle arti”), sarà in distribuzione dal 25 novembre 2020.

«Ho voluto realizzare quest’opera per raccontare anche la dimensione interiore di un’artista, finanche, in questo caso, una donna – afferma il regista – Nei documentari d’arte la dimensione spirituale è quasi assente. Penso che un pittore ‘maturo’, quando realizza dei capolavori, non si limiti a come dare colore e abbellire i salotti dei regnanti, ma esprima anche, e soprattutto, una visione interiore dell’esistenza umana.
Nel realizzare questo documentario volutamente un po’ didascalico (proprio per fornire agli spettatori gli strumenti utili per ogni livello di conoscenza, rendendolo accessibile a tutti)
 – prosegue – volevo ripercorrere tutta la vita dell’artista, senza però ridurlo a un mero racconto biografico. Penso che la vita di Artemisia e le sue opere possano oggi farci immergere nella potenza dell’arte sul piano emozionale e comprendere ciò che vive nell’animo di un artista a tratti oppresso da quelle circostanze quotidiane che a volte la vita può riservare a un essere umano» – ha concluso poi il regista.

Girato in altissima definizione con passione e rigore storico (viene proposta anche parte della corrispondenza epistolare con collezionisti e personalità dell’epoca, tra cui quella con Galileo Galilei, giacché Artemisia era diventata sua amica), nel racconto biografico della celebre pittrice del ‘600 il documentario propone anche un viaggio onirico tra i suoi capolavori, oggi conservati nei più importanti musei del mondo (dal Detroit Institute of Arts al Columbus Museum of Art in USA, dal Palazzo Reale di Madrid al Stiftung Preußische Schlösser und Gärten Berlin-Brandenburg di Berlino alla Galleria Spada di Roma), nonché in collezioni private, come l’‘Aurora’ (ca. 1627), per la prima volta in un documentario 4K, e il ‘David and Goliath’, datato 1639, scoperto di recente a Londra grazie al noto restauratore britannico Simon Gillespie, che in quest’opera ha concesso un’intervista esclusiva, in cui spiega come sia stata proprio la spada di David, dopo l’accurato restauro, a svelare l’identità dell’autrice del dipinto, ossia Artemisia. Oltre a quella del conservatore-restauratore britannico Gillespie, nel documentario sono presenti le interviste ad Alessandra Masu (Storica dell’arte, specializzata nel Rinascimento e nel Barocco Italiano) e ad Adriana Capriotti (Storica dell’arte moderna, direttrice della Galleria Spada, MiBACT). L’opera è stata presentata già in alcuni festival internazionali vincendo anche importanti riconoscimenti (Migliore Documentario al XXIV Terra di Siena International Film Festival 2020; premio Best Docudrama al Global Nonviolent Film Festival 2020, USA; Festival Internazionale Visioni dal Mondo – Panorama Italiano 2020; finalista al Los Angeles Cinematography Awards 2020, USA) ed è in concorso per il premio David di Donatello 2021. L’uscita era prevista anche in sala, ma a causa della chiusura dei cinema per via della pandemia Covid-19, per raggiungere il pubblico con la massima sicurezza, la distribuzione, oltre che in Italia e in oltre 15 paesi (tra cui USA, Regno Unito, Germania e Giappone), ha deciso di andare direttamente sulle piattaforme con Chili e Amazon Prime Video, nella data simbolica del 25 novembre per celebrare la ricorrenza mondiale istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.


Note

  • La figura di Artemisia Gentileschi è stata più volte citata sul sito, ma mai in modo monografica; come figura emblematica di donna in anticipo sul tempo la cita Silveria Aroma in una sua “Canzone della domenica” (febbraio 2019) dedicata alle donne (leggi qui):
  • Di Rosanna Conte questo articolo dell’8 marzo 2015 sulle donne che sono passate alla storia, dall’antichità a oggi, per i loro pensieri, parole e opere (è ricordata anche Artemisia Gentileschi);
  • Con incommensurabile anticipo sul movimento #MeToo, Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli, circa 1656), sostenuta dal padre, famoso pittore, denunciò pubblicamente e portò in giudizio il suo stupratore. La descrizione dello stupro avvenuto nella abitazione dei Gentileschi a Roma in via della Croce, è così riportato nelle sue memorie: «Serrò la camera a chiave e dopo serrata mi buttò su la sponda del letto dandomi con una mano sul petto, mi mise un ginocchio fra le cosce ch’io non potessi serrarle et alzatomi li panni, che ci fece grandissima fatiga per alzarmeli, mi mise una mano con un fazzoletto alla gola et alla bocca acciò non gridassi e le mani quali prima mi teneva con l’altra mano mi le lasciò, havendo esso prima messo tutti doi li ginocchi tra le mie gambe et appuntendomi il membro alla natura cominciò a spingere e lo mise dentro. E li sgraffignai il viso e li strappai li capelli et avanti che lo mettesse dentro anco gli detti una stretta al membro che gli ne levai anco un pezzo di carne» [da Wikipedia, citato da  uno scritto della Gentileschi];
  • Due tra le opere più famose di Artemisia Gentileschi, su un tema che da alcuni critici è stato messo in rapporto con la violenza subita:


Artemisia Gentileschi. Susanna e i vecchioni (1610). Collezione Graf von Schönborn -Pommersfelden (Germania)

Artemisia Gentileschi. Giuditta che decapita Oloferne (1620) Galleria degli Uffizi. Firenze

 

 

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