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Una canzone per la domenica (32). Chi dice donna. Donna, dal latino volgare dŏmna che deriva dal latino dŏmĭna ossia “signora, padrona della domus, ovvero della “casa”. L’invocazione più diffusa e frequente di ciascuno di noi (noi umani fragili) è legata ad una donna, alla madre terrena, “mamma mia”, o a una Madre più universale e celeste. Una donna è la soccorritrice ideale nei momenti di difficoltà o timore. “Donna come un mazzo di fiori…” . . Le donne sono da sempre ricordate nella letteratura, nella poesia e nelle canzoni. Così Beatrice, Silvia, Francesca, Angelica e le altre potrebbero ritrovarsi ad un concerto di sole canzoni dedicate alle donne e sentire che Laura non c’è, Margherita è il vento, Erica era l’unica, che Marinella è scivolata nel fiume a primavera, e che son tutte belle le mamme del mondo. Ma non potrebbero ascoltare le parole di quelle donne che continuano a subire piccole o grandi violenze fra le mura domestiche, che non sono equiparate ai colleghi maschi nell’ambito del lavoro, che piangono ma da sole e in silenzio. “E no, io no, io no, io ne avrei dette di parole, io non l’ho amato il mio dolore” . . Le donne vengono celebrate in tutti i tempi e con tutte le arti. Sono Muse, modelle ma anche artiste capaci di cambiare la storia delle donne stesse aprendosi varchi di immortalità, porte utili anche al passaggio delle donne future. Non so con quali colori Frida Kahlo e Artemisia Gentileschi avrebbero dipinto Gauguin… . . Mi hanno fatto sorridere le parole della Vanoni, quelle con cui sosteneva, convinta e ironica, che una buona amicizia fra donne sia una cosa davvero rara. Un sorriso con una punta d’amaro perché – talvolta – è proprio una donna a mancare di soccorrere un’altra in difficoltà, o a divenirne detrattore in gonnella a titolo gratuito.
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