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Buona pesca, Capitano!. Che scherzi tira il destino! Tiene in serbo per noi le cose più assurde; a te poi ha riservato la peggiore. È inutile cercare di capire, perché niente serve per potersi fare una ragione… E’ così e basta. Poi così, all’improvviso mi compare, proprio sotto una tua foto, una massima di Charlie Chaplin: un giorno senza un sorriso è un giorno perso! Durante la settimana, a meno che non fosse brutto tempo davvero, in giro non ti facevi vedere; ligio al lavoro… mica ti abbiamo chiamato Capitano per nulla! Tu non eri capitano né di una crociera, nè di una nave, ma della paranza che sbarca i migliori gamberi in circolazione! Tutti ti conoscevano e ti volevano bene per quello che eri: spontaneo, chiacchierone, amante di tutte le donne e “cumpagnone”. Di te, nel ricordo mio come di tutti gli amici, rimarranno i tuoi occhi, grandi e furbi quasi a dire: “guarda che ti frego!” …Ma poi non fregavi proprio nessuno perché eri buono come il pane, e il tuo era uno splendido sorriso. . La foto di Antonio è tratta dal libro fotografico di Salvo Galano: “L’isola – Ponza 1986-2002”; Peliti Associati Ed.; 2002 2 commenti per Buona pesca, Capitano!Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Chissà perchè la morte di un giovane sconcerta e disorienta, anche se, quel giovane, lo si conosce appena…
E’ come se ci fosse stato un attentato alla vita ‘in generale’, a quello che dovrebbe rappresentare la vita tutta, con le sue speranze e le sue aspettative folli… come se quella morte riuscisse a troncare ogni alba, ogni risveglio gioioso, pur sapendo che, sempre, ogni giorno nasconde centinaia di morti nel mondo, ad ogni nostro risveglio…
Come se li rappresentasse tutti e tutti insieme…
Sembra molto strano, conoscerlo solo ora che è morto. E proprio perchè è morto si vorrebbe saperne di più, della sua storia…
Per mantenere il ricordo
L’ho conosciuto e ho apprezzato la sua mite voglia di esistere e di farsi comprendere.
Sulle ciglia ti cadono le foglie.
Sopra la tomba il cielo s’addormenta,
e in questo mite abbandono d’acque
il suono alato dei tuoi passi
ritorna, come allora, nelle siepi.
(di Roberto Roversi)