Scrittori

Contro la scrittura

di Antonino Feola (Bixio)

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Era da tempo che volevo scriverne, ma tra un’indecisione e l’altra…
Si può anche considerarla una provocazione; ma mi trovo a confrontare due modi di essere, due mondi diversi, di cui uno vuole insegnare all’altro senza averne diritto né essere a conoscenza della situazione a cui l’altro, appunto, è sottoposto e vive.
Mi riferisco allo scrivere. A ciò che noi tutti (anche il sottoscritto) riteniamo di dire e spesso pensiamo come verità assolute, a volte in buona fede, a tutti gli altri, a tutto il resto ma.. non è così! Trattiamo sempre di libri, di cultura, di idee etc, senza neanche preoccuparci della destinazione. Roboanti filosofie e sfoggio di conoscenze con citazioni di teorie solo a dimostrare le proprie (!?).
Comportamenti autoreferenziali.
Ritornando a noi, e sempre a titolo provocatorio: “Basta scrivere e pubblicare libri!”
A che servono? Non incidono su nulla, non cambiano le cose, né il modo di pensare!

Se andiamo seriamente ad analizzare nel profondo, tra le righe, ogni libro, tutti (eccetto quelli di cucina, forse) hanno e nascondono un sottile messaggio rivoluzionario, spesso anche in modo non consapevole da parte dell’autore stesso.

Bene! Si presume che sia rivolto alla gente, alla massa, a considerare il proprio status, le proprie condizioni, in fin dei conti ed in ogni caso una silenziosa e sottile sollecitazione a cambiare le cose, a rivoltarle… in pratica a ribellarsi!
Invece, invece… la gente comune cui è destinato il messaggio si alza la mattina quasi sempre di fretta e di malumore per iniziare un’altra giornata di lavoro, di rincorse e di affannoso combattimento, affrontando il mondo e cercando il modo per sopravvivere ancora. Figuriamoci se poi ha il tempo, la volontà e i soldi per comprare e leggere un libro. Facciamo finta di non sapere, di non vedere… ma noi lo sappiamo. Quindi, quindi… salotti e salottini e risultato zero obiettivo mancato!
Il povero libro, la pubblicazione arriva all’indirizzo sbagliato, nei soliti salotti …  noi ce la cantiamo e ce la suoniamo! Oh come siamo bravi! Oh come siamo belli!  Lontani, lontanissimi dalla realtà…
Resto a domandarmi: a che serve tutto questo?

3 Comments

3 Comments

  1. Sandro Russo

    12 Aprile 2024 at 12:57

    Questo dello scrivere e del leggere è un rovello ricorrente in Ponzaracconta e in tutti noi, tanto che un paio di anni fa ne avevo già scritto (con un commento di Tano), citando i pensieri di scrittori ben più importanti di noi, pesciolini piccolin che sguazzano nel grande mare della scrittura.
    E citavo Erri De Luca, Alessandro Baricco, Simona Vinci, Javier Marias, Gianni Celati, Melville, Walter Benjamin, Karen Blixen e Antonio Tabucchi, Daniel Pennac, addirittura Stefano D’Arrigo…
    A me erano sembrati pensieri profondi e condivisibili. Provate a rileggerli.
    Qui:
    https://www.ponzaracconta.it/2022/02/04/il-senso-della-scrittura-e-della-lettura/

  2. Emilio Iodice

    13 Aprile 2024 at 09:11

    Con tutto il rispetto, non sono d’accordo con mio cugino Bixio.

    Ho sempre creduto che il dono più grande che una persona possa ricevere sia la capacità di leggere e scrivere. Da ragazzo, quando ho imparato a leggere non riuscivo a fermarmi. Leggo tutto e ovunque. Si è aperto un mondo pieno di cambiamenti, conflitti, idee e ispirazioni.

    Non è del tutto vero che nessuno legge libri. Ecco perché:
    • La lettura è ancora popolare: anche se le abitudini di lettura possono cambiare, una parte significativa della popolazione continua ad apprezzare i libri. Le statistiche mostrano che circa la metà delle persone legge almeno un libro all’anno e molti ne leggono molto di più.
    • Formati diversi: la lettura non si limita ai soli libri fisici. Gli ebook e gli audiolibri stanno diventando sempre più popolari, offrendo comodità e accessibilità per i lettori moderni.
    • Fenomeno globale: la lettura di libri non è solo una tendenza in un unico luogo. È un’attività mondiale con lettori dedicati.
    Quindi, anche se le abitudini di lettura possono evolversi, i libri rimangono un passatempo caro per molti.
    Chiamiamo i libri “amici” perché condividono alcune qualità chiave dei buoni amici:
    • Compagnia: un buon libro può offrire conforto e compagnia, soprattutto durante i momenti di solitudine. Puoi rannicchiarti con un libro e perderti in un altro mondo, lasciando alle spalle le preoccupazioni per un po’.
    • Supporto e guida: i libri possono offrire conoscenza, saggezza e prospettive sulle sfide della vita. Possono ispirarci, motivarci e persino aiutarci nei momenti difficili mostrandoci che altri hanno affrontato difficoltà simili.
    • Spazio non giudicante: i libri non giudicano i nostri pensieri o sentimenti, a differenza degli amici umani. Possiamo esplorare nuove idee ed emozioni liberamente all’interno delle pagine di un libro.
    • Sempre disponibile: un vero amico è sempre lì per te, così come un libro. Puoi riprenderlo e rivisitarlo ogni volta che hai bisogno di conoscenza, ispirazione o fuga.
    • Crescita e comprensione: come i buoni amici che ci sfidano a essere persone migliori, i libri possono esporci a nuove idee ed esperienze, aiutandoci a crescere e sviluppare la nostra comprensione del mondo.

    • Idee: se otteniamo una buona idea da un libro o, come mi hanno detto molti dei miei lettori, ci cambia in meglio.

    Sebbene i libri non possano sostituire la connessione umana, offrono un tipo unico di amicizia, una fonte costante di conoscenza, conforto e ispirazione.

    “Oggi un lettore domani un LEADER.” –Margaret Fuller

    “Una parola dopo una parola dopo una parola è potere.” –Margaret Atwood

    “Uno sguardo a un libro e senti la voce di un’altra persona, forse qualcuno morto da 1.000 anni. Leggere è viaggiare nel tempo.” –Carl Sagan

    “Mostrami una famiglia di lettori e ti mostrerò le persone che muovono il mondo.” – Napoleone Bonaparte

    “Un libro è un giardino, un frutteto, un magazzino, una festa, una compagnia, un consigliere, una moltitudine di consiglieri.” – Charles Baudelaire

    “Quando guardo indietro, sono ancora una volta colpito dal potere vivificante della letteratura. Se fossi un giovane oggi, cercando di acquisire un senso di me stesso nel mondo, lo farei di nuovo leggendo, proprio come ho fatto io. fatto quando ero giovane.” – Maya Angelou

  3. Teresa Denurra

    13 Aprile 2024 at 19:51

    Commento all’articolo di Sandro (in link al suo commento)

    Grazie. Spunti di riflessione molto belli.
    Erri De Luca per esempio, ma non solo

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