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La Memoria. Cose che vogliamo salvare dal fuoco. (2). Il gusto. Il gusto. Forse il monumento letterario alla memoria più maestoso e conosciuto è quello edificato da Marcel Proust. (…) Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla prospettiva d’un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè in cui avevo inzuppato un pezzetto di madeleine. Ma nel momento stesso in cui quel sorso, misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito reso indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive, la sua brevità illusoria, nel modo stesso in cui agisce l’amore, colmandomi d’una essenza preziosa: o meglio, quest’essenza non era in me, era me stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale. Dalla famosa madeleine di Proust ai suoi pallidi succedanei: dalla prima sorsata di birra [Philippe Delerm: La prima sorsata di birra. E altri piccoli piaceri della vita; “La première gorgée de bière (et autres plaisirs minuscules)” 1998], al più rustico ‘primo acino d’uva fragola’; ma anche” il primo fico d’india della stagione” …e via assaggiando. “Questo libro colleziona diversi attimi di felicità spicciola, 34 madeleinette, 34 impressioni olfattive, tattili, visive, acustiche, gustative. La lettura è lieve e con le labbra appena increspate da un sorriso un po’ tenero, dejà-vu riaffiorati dal baule dei ricordi minimi e gratificanti. Delerm è un cronista minuziosissimo dei dettagli da scoprire e riscoprire”. La prima sorsata di birra È qui che si rivela anche un’altra delle caratteristiche della memoria: quella di non lasciarsi sottomettere né richiamare a volontà. Torna quando vuole, con suoi tempi inesplicabili e per tortuosi percorsi, e gli esseri umani ne sono travolti, come da una forza irresistibile. Per improbabili vie e con manifestazioni a volte incongrue, ma con una riproducibilità che ne fanno vere impronte digitali ‘emotive’. *** Il dialogo che segue è incluso nel film Bianca (1984), di e con Nanni Moretti, nel personaggio di un professore di matematica (il solito Michele Apicella) ossessivo e psicopatico: “Lei non faccia il tunnel! Lei mi sta scavando sotto, mi toglie la panna, la castagna da sola sopra non ha senso. Il Mont-Blanc non è come un cannolo alla siciliana che c’è tutto dentro, è come uno zaino: lei se lo porta appresso per un mese e sta sicuro. Il Mont-Blanc si regge su un equilibrio delicato, non è come la Sacher Torte…”. . [La Memoria. Cose che vogliamo salvare dal fuoco. (2). Il gusto – Continua] Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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