I ponzesi hanno molto tempo da dedicare alla conversazione, io li ho ascoltati e molto spesso questi dialoghi finiscono o in una battuta tipo “.. ma speriamo bene…” oppure “io a valig a teng pront sott u liett””, o ancora “amm truà u tapp pa menà a funn”.
Infatti ogni giornata di dialogo finisce con degli interrogativi che rimangono senza risposte le quali si accumulano creando una grande confusione e divisione. “I furbi”, sfrutteranno questa confusione, troveranno subito intese per difendere i propri interessi, al contrario i “saggi” rimarranno silenziosi e divisi per cui impotenti.
I° giornata : Introduzione
Il vecchio e il giovane disoccupato.
Giovane- Vieni ti porto a fare un giro in motorino.
Vecchio- Vai piano che io non ho più l’equilibrio.
Giovane- Vado a passo d’uomo perché ti voglio far vedere come hanno ridotto la tua isola.
Il vecchio si reggeva forte dietro le spalle grosse e robuste di suo nipote, cominciarono a fare il famoso giro della Panoramica: subito nella “Padula” un continuo susseguirsi disordinato di depositi, albergo, negozi, depositi; il tunnel Romano chiuso per lavori in corso, una grande àncora arrugginita abbandonata su un lato, il piazzale di Chiaia di Luna transennato.
Vecchio- Ma perché hanno utilizzato i guardrail per proteggere la strada, non potevano costruire dei muretti?
Giovane- Per motivi di sicurezza, questa è un’isola piena di traffico.
Vecchio- Sarà stato per motivi economici, i muretti costano di più, ma addirittura nei posti panoramici hanno piazzato questi enormi obbrobri: la gente dovrebbe fermarsi ad ammirare il panorama.
Giovane- Nonno che ne pensi di questi cartelli che descrivono la nostra storia archeologica?
Vecchio- Interessanti, ma ci sono più le tombe greche o sono diventate stanze da affittare ai turisti?
Il motorino andava lento e il vecchio raccontava di come era la sua isola, “qui era tutto verde, oddio che ci fa questo deposito edile in mezzo alla campagna? Qui ci venivamo a sparare le tortore”.
Vecchio- E qui che ci volevano costruire?
Giovane- Volevano spostare la centrale elettrica di Giancos, poi non si è fatto niente, hanno eseguito anche gli espropri ma è rimasto solo un cumulo di macerie.
Vecchio- E la giù che cos’è quella costruzione?
Giovane- Doveva essere un compattatore:
Vecchio- Un compatta che?
Giovane- Vado più veloce nonno voglio portarti alle Forna ma non parliamo più, voglio che mi dici alla fine quello che provi.
Il motorino attraversò veloce tutta l’isola, fino su alla miniera e poi a Cala Caparra, Cala Fonte. Quando tornarono al porto il Vecchio aveva le lacrime agli occhi ma non per commozione: era stato il vento del motorino. I due andarono al bar.
Giovane: Allora nonno che ne pensi?
Vecchio: L’isola non è cambiata molto, la miniera sta sempre là a farci capire che per fortuna a Ponza ci sono stati i Borbone. L’ho vista molto disordinata, troppi depositi, quelli fanno male alla vista. I turisti vengono a stare tranquilli e vogliono gustare di cose belle non certo le reti dei letti a far da barriera ai giardini. Si vive di Turismo, non più di campagna e infatti è tutta abbandonata e al posto dei campi ho visto depositi di barche e di calcinacci. Non penso che sia un bene.
Certo c’è più benessere, non si va più a piedi, si va in automobile, ci sono più denari ma se quest’isola viene abbandonata d’inverno qualche problema ci sarà. Vi dovete chiedere questo, perché io penso che fra qualche anno in quest’isola, perse le sue bellezze, i turisti non verranno più e allora si che saranno guai seri.
Da questa preoccupata riflessione parte il nostro dialogo!
II° giornata: costretti a forzare la legge
Silverio (pescatore). Sergio (geometra), Stefano (disoccupato diplomato).
Pescatore- Ieri siamo usciti a pesca, appena rientrati ci aspettavano in banchina ci hanno controllato i documenti e le persone a bordo.
Disoccupato- Legittimo la capitaneria controlla i documenti per la sicurezza in mare.
Geometra- Ma è un continuo controllo e in tutti i campi, l’edilizia è praticamente ferma, tra ispettorato del lavoro, carabinieri, finanza, non c’è un momento di tregua.
Disoccupato- Per troppi anni abbiamo fatto quello che volevamo, prima o poi questo ci doveva capitare,“chi è pena dei suoi mali pianga se stesso”.
Pescatore- Io penso che le forze dell’ordine dovrebbero essere al servizio della comunità, questa secondo me sta diventando una persecuzione che sta mettendo in ginocchio il paese.
Geometra- Addirittura si denunciano anche i vecchietti i quali l’unico sfogo che hanno è mettere quattro trappole; ma che pensano questi che il riscaldamento globale lo hanno causato gli isolani?
Disoccupato- La legge non ammette ignoranza, se le trappole sono illegali non si devono mettere.
Pescatore- Ma secondo te la legge è uguale per tutti?
Disoccupato- Non sempre, anzi quasi mai! La legge si applica ai nemici e si interpreta per gli amici, non a caso molti la fanno franca; detto questo la legge è legge ad di là delle applicazione; se tu te la senti di infrangerla devi essere consapevole anche dei rischi a cui vai incontro.
Geometra- Non è giusto, perché chi decide di farti una multa, una denuncia o un sequestro deve essere responsabile perché il fatto repressivo può causare una discriminazione e addirittura una ingiustizia. Se io ho fatto un abuso e vengo giustamente represso e a cento metri da me c’è chi ha fatto lo stesso o addirittura un abuso maggiore e al contrario viene ignorato si è creato una ingiustizia che può produrre un illecito vantaggio.
Disoccupato- Non scopriamo oggiAggiungi un appuntamento per oggi che la nostra democrazia è imperfetta, ma al di là dell’intervento repressivo degli organi di polizia dovrebbero essere gli organi politici a trovare gli “strumenti” per garantire ai cittadini onesti di poter vivere e progredire senza infrangere la legge.
Pescatore- Quanto è bella la teoria, se noi dovevamo aspettare gli “strumenti”, come tu li chiami, saremo ancora alla fase pre-turistica o comunque agli sessanta in cui a fare turismo erano in pochi e la maggior parte non locali.
Disoccupato- I locali evidentemente si occupavano di altro: di fare i contadini, i pescatori, gli artigiani, i minatori, c’erano anche più residenti e c’era più società.
Pescatore- Non mi dire che il turismo è stato un fatto negativo?
Disoccupato- Io penso solo che la trasformazione da un sistema economico pre-turistico a quello turistico non è stato consapevolmente costruito, ci siamo trasformati da contadini e pescatori in operatori turistici; abbiamo automaticamente trasferito un sistema culturale di vivere, rapportarci, consolidato ma arcaico che non è stato adeguato per vivere nel nuovo.
Geometra- Che significa? Le attività locali sono tutte in mano ai locali, non abbiamo avuto bisogno di essere monopolizzati dai famosi marchi che hanno al contrario strutturato Capri, ma abbiamo comunque richiamato un numero di turisti sempre più crescente e siamo ancora, malgrado tutto, il fiore all’occhiello del turismo provinciale.
Disoccupato- Abbiamo fatto quello che eravamo in grado di fare, ma individualisti siamo partiti e più incattiviti e individualisti siamo rimasti. Il nostro è un turismo da giungla per mancanza di regole ma anche, dobbiamo riconoscerlo, allergia collettiva a rispettare le regole.
Pescatore- Dicevo prima che se si doveva rispettare le regole, che sono poi tutto un intreccio di leggi locali, provinciali, nazionali che si evidenziano in mille vincoli, noi rimanevamo all’età della pietra. Per esempio con il Piano Regolatore del 1982 noi potevamo ospitare i turisti che vengono oggiAggiungi un appuntamento per oggi distribuiti in tutte le case dei locali?
Noi con 10/12 alberghi potevamo fare il turismo?
III° giornata: il turismo vuoto a perdere.
Sandro(albergatore), Silvio(noleggiatore), Simone( ristoratore).
Albergatore- Il nostro Turismo nasce negli anni sessanta, da subito si è lottato per avere una linea per Anzio perché si è intuito che la Capitale dovesse essere il nostro bacino di utenza. Roma è la città turistica per antonomasia: è grazie ai Romani che noi siamo diventati un’isola turistica.
Noleggiatore- Dobbiamo ringraziare soprattutto madre natura, la bellezza del nostro mare delle nostre coste meravigliose; negli sessanta-settanta tutta l’isola era fruibile: a Chiaia di Luna ci siamo cresciuti, ma anche tutto il porto era balneabile, S. Antonio, Giancos, le Grotte Azzurre ecc. Spontaneamente sono nati i primi barcaioli, la linea di Frontone: pensate a quello che doveva essere Cala Feola, Zannone e Palmarola. C’era la rivista Ponza Mia che tentava di far conoscere anche l’entroterra isolano. Questa isola ha creato il mito ed è stata progressivamente invasa dai turisti. I ponzesi sono stati capaci di sfruttare l’occasione!
Ristoratore- L’isola ha richiamato turisti che cercavano ciò che non potevano avere da altri territori turistici. Mare, grotte, faraglioni, pesca subacquea, esperienze fantastiche “si prendeva il barchino in coppia o in compagnia e si faceva il giro dell’isola tutto il giorno poi si tornava alla sera, una cena abbondante, una passeggiata, un gelato e via a dormire per un nuovo giorno di mare”.
Questa era l’isola e ci si poneva la domanda “Turismo di élite o turismo di massa?
Albergatore- Infatti si parlava degli odiati “fagottari” quelli che arrivavano alle 11 e ripartivano il pomeriggio solo casino e panini portati al seguito.
Noleggiatore- Questi sono praticamente scomparsi!
Albergatore- Come sono scomparse le famiglie che venivano negli anni ottanta e pernottavano 15 giorni: si portavano il loro gommone smontabile e vivevano l’isola in modo totale, il tempo lungo permetteva anche uno scambio culturale. Quei turisti non erano i “ricconi” erano della media e piccola borghesia, lavoratori che si permettevano un posto esclusivo in quanto a bellezza naturale ma alla loro portata in quanto a costi.
Ristoratore- Poi sono sorti i pontili, anche queste attività sono nate senza programmazione e per iniziativa dal basso. Questi pontili hanno cominciato a servire e quindi richiamare un nuovo turismo quello dei panfili e grossi motoscafi, il turismo danaroso. Questi signori hanno un concetto diverso della vacanza: non è il mare, i faraglioni, la costa, l’isola in quanto tale, il fine dei loro sogni turistici; non è la scoperta, il riposo, la pace, la bellezza ma è l’apparire. Questi signori hanno le loro barche per apparire, pagano e quindi esigono servizi adeguati. Viaggiano veloci dal porto alla baia senza curarsi del tragitto. Nella baia in bermuda, al ristorante con il telefonino, parlano del posto ad altri ma solo per comunicare all’interlocutore che oggiAggiungi un appuntamento per oggi sono a Ponza a “spararsi” un’aragosta e domaniAggiungi un nuovo appuntamento per domani saranno a Portofino a definire l’affare.
Noleggiatore- Questi turisti hanno portato denaro non chiacchiere e intorno a questo turismo da pontili, che è nata la tipologia dei nuovi ristoranti e alcune boutique ecc.
Albergatore- Turisti che pagano e vogliono essere serviti. Ma non solo quelli dei Panfili, anche i giovani che vogliono la “movida” tutta musica, alcol e altro. Un turismo di gente che ancora una volta denota la trasformazione della società che ha possibilità di pagare, per cui consuma. Questi si ritrovano a Ponza perché ha una certa immagine, ma sono convinto che dell’isola, delle sue bellezze frega molto poco; per i primi più importante è l’apparire per i secondi più importante è lo sballo.
Ristoratore: Infatti, qualcuno scandalizzato ha affermato che non siamo stati capaci di richiamare un tipo di turismo adeguato alle possibilità della nostra isola. Al contrario abbiamo tentato di adeguare l’offerta alla domanda. Senza alcuna analisi creativa abbiamo sfruttato tutto ciò che era possibile, concentrando il nostro sforzo turistico in un solo mese. Un solo mese all’anno può mantenere un baraccone economico a lungo termine?
Noleggiatore: Hai ragione, arrivano turisti che vogliono consumare tutto il possibile, nei fine settimana e nei venti giorni di Agosto. Si sparano tutte le cartucce, si spera che il tempo regga e il tutto si mantiene su un miracolo come quello di S.Gennaro che forse si sta stancando di ripeterlo!
IV° giornata: Il costo sociale di questo “miracolo”
Sante (impiegata), Susanna (maestra),Silvia (casalinga)
Impiegata- Fino a ieri il sistema basato sul “Miracolo” ha funzionato, lo sfruttamento turistico ha creato ricchezza diffusa. La popolazione ha investito sul territorio costruendo nuove appartamenti, ha scoperto comunque che la qualità della vita non è più adeguata allo standard della ricchezza raggiunta per cui va via d’inverno.
Maestra- E questo è l’altro aspetto dello stesso problema: non solo il turista non ha più un legame con l’isola in quanto ambiente, cultura, bellezza ma vuole solo appagare i suoi desideri e bisogni di consumatore ma anche gli isolani, i quali non vedono più l’isola come posto primario in cui passare la loro esistenza, far crescere i propri figli quindi lottare per migliorarla, ma semplicemente come opportunità economica. Una buona, redditizia opportunità economica. Il Turista consuma e fugge, l’operatore incassa e fugge per consumare
Casalinga- Chi rimane d’inverno a preoccuparsi dei problemi della scuola? Ma cosa interessa tanto si parte, ci si muove ci sono tante scuole in continente qualcuna avrà l’offerta adeguata ai desideri di mio figlio. Chi rimane d’inverno a subire i problemi sanitari? Ma cosa interessa, con una ora di macchina possiamo raggiungere la Capitale.
Chi rimane d’inverno a sopportare i costi dell’energia elettrica, del gas, della spesa? Sempre più gente parte d’inverno, si chiuderanno plessi scolastici, non si giocherà a pallone per mancanza di giovani, la banda diventerà un complessino e così via.
Impiegata- Andando avanti in questo modo chi rimarrà d’inverno nell’isola?
Maestra- Rimarremo noi a far da guardiani alla fabbrica, a sobbarcarci i disservizi e i problemi.
Impiegata- Perché hai parlato di fabbrica?
Maestra- Perché ormai l’isola è una fabbrica, un posto anonimo di produzione e consumo. Non è più una realtà dove ci sono delle persone che collaborano, solidarizzano, socializzano, vivono in definitiva non solo nell’attesa di fare soldi, ma vivono costruendo con ottimismo il loro presente, giorno per giorno.
Casalinga- In definitiva noi viviamo due mesi all’anno.
Maestra- Viviamo? Parola grossa, in quei due mesi non guardiamo in faccia neanche i nostri figli, il peggio di noi lo mettiamo in campo, competizione, accattonaggio, arroganza.
Impiegata- Siamo entrati in un vicolo senza via d’uscita, che futuro potrà avere un’isola attrezzata in questo modo?
Maestra- Il consumismo ha creato il vuoto a perdere per cui anche quest’isola se continua in questo modo sarà da tutti usata e consumata fino a raschiare il fondo del barile e poi sarà abbandonata.
Casalinga- Certo per noi donne è più difficile vivere l’isola, ma gli uomini, non dico i giovani, vivono bene, si incontrano, vivono il mare e la campagna, il pallone, la caccia.
Impiegata- Ma sono diventati una minoranza, quei quattro bar sono i centri di aggregazione dove si beve solo. Di cosa si parla al bar se si parla, le giornate sono regolate dal pranzo e dalle cena. Quei quattro giovani non prendono una iniziativa autonoma coinvolgente. Anche l’aspetto giovanile è la conseguenza di una vita impostata sul consumo: il fare e spendere denaro è diventata l’aspettativa massima per raggiungere la felicità.
Maestra- Questi discorsi che stiamo facendo sono fuori dal tempo, se qualcuno ci ascoltasse direbbe subito che siamo da manicomio. Nessuno vuole sentire parlare di problemi; i problemi si subiscono, si evitano, si alleviano, non si discutono; è inutile parlare perché non si crede più nella possibilità di cambiamento. Secondo gli isolani i problemi non sono sociali e collettivi, sono solo personali per cui chi è “homm si salva”.
Impiegata- E’ un vero cane che si morde la coda, bisogna solo fuggire da quest’isola?
Maestra- E’ in atto una seleziona naturale, anche quelli che partono quando ritornano trovano la fabbrica sempre più sporca, meno attrezzata, con un prodotto da vendere sempre meno concorrenziale. Se non siamo del tutto stupidi al più presto dobbiamo fare qualcosa e non si può fare proponendo un turismo concentrato solo in due mesi.
V° giornata: L’altra isola Le Forna
Samuele (pescatore), Salvatore (muratore), Sapiente (pensionato)
Pescatore- Cari amici, ma lo vogliamo capire che dobbiamo pensare anche alla frazione di LeForna, se a Ponza non si ride alle Forna si piange, qui il turismo arriva quando tutto il Centro è pieno e in periodi di crisi come questi la cosa diventa drammatica.
Muratore- E’ una cosa incredibile, alle Forna vengono tutti i politici, alle Forna si vincono le elezioni ma a Ponza si fanno le cose. Pensa che a Ponza si è previsto di fare altri pontili oltre a quelli che già ci sono, a Cala Feola non si possono fare perché bisogna salvare la balneazione e le Piscine Naturali.
Pescatore- Ma in generale non siamo per niente collegati, i tassisti non vogliono venire alle Forna perché perdono tempo e denaro, le discese a mare sono in uno stato pietoso, le fogne sono partite prima alle Forna ma le hanno terminate prima a Ponza. Al contrario alle Forna ci portano la Centrale elettrica, i depositi di rottami e barche .
Muratore- Questa è colpa nostra, perché non siamo uniti e non siamo per niente rappresentati. Pensate alla zonizzazione che hanno fatto a Cala Feola, in effetti nell’unico riparo che abbiamo alle Forna si dovrebbe ormeggiare la sera e al mattino presto lasciare gli ormeggi: assurdo! Ma nessuno protesta sono sempre gli stessi che tutti i giorni vanno al Comune a difendere i loro interessi e noi che facciamo?
Pescatore- Adesso c’è la destra al potere in Regione, alla Provincia e al Comune è adesso che bisogna trovare le soluzione per la Miniera. Siamo d’accordo che dobbiamo costruire un Porto a Cala Dell’Acqua a cui possono attraccare anche le navi?
Muratore- Sono quarant’anni che sento questa canzone stonata, ma se ti sto dicendo che quest’estate non possiamo neanche attraccare a Cala Feola?
Pescatore- E allora non ci resta che fare un muro e dividerci da Ponza Centro, così potremo difendere da soli i nostri diritti.
Sapiente- Posso dire una parola?
Pescatore- Anche due visto che hai i capelli bianchi.
Sapiente- Proviamo a formare un pensiero compiuto mettendo insieme tutto una serie di parole: Ponza isola minore, che ha bisogna di garantire ai suoi abitanti residenti una qualità di vita adeguata agli standard moderni.
Muratore- Sì è giusto, cominciamo a parlare dei residenti i quali sono in via di estinzione. Per proteggere i volatili si parla di Z.P.S e per i residenti si parla solo di privazioni.
Sapiente- I residenti hanno bisogno di vivere per tutto l’anno quindi dobbiamo pensare a strutture che servano per farli vivere per tutto l’anno. I° domanda: di che vivono i Ponzesi e quali sono le loro attività economiche?
Pescatore- Turismo, pesca, pubblico impiego, edilizia, c’è ancora qualche contadino, pensionati e giovani disoccupati.
Muratore- Tutte queste attività devono essere difese, ci vuole una attenzione massima affinché chi sta resistendo per vivere in questa isola non vada definitivamente via…..
Sapiente- Possiamo dire che oggiAggiungi un appuntamento per oggi il turismo è l’economia più sviluppata intorno alla quale girano le altre economie e attività?
Pescatore- Senza ombra di dubbio, i pescatori affittano anche le loro case e le donne vanno a lavorare nei negozi, alberghi e ristoranti d’estate; le ditte edili appaltano lavori di ristrutturazioni e per nuove abitazioni perché c’è una domanda di posti letto per i turisti che va soddisfatta.
Sapiente-Quindi dobbiamo mettere al centro dei nostri problemi di salvaguardia della residenza non solo in termini economici ma anche in termini più generali di qualità della vita, il discorso Turismo. Il Turismo deve diventare funzionale per la salvaguardia della residenza e non a prendere il malloppo e scappare: siete d’accordo?
Pescatore- Sono d’accordo, anche se vedo molto difficile proporre questi discorsi a persone che hanno impostato la loro vita nello sfruttare al massimo il proprio orticello.
VI° giornata: abbiamo ereditato questa isola…..
Samuele (pescatore), Salvatore (muratore), Sapiente (pensionato)
Sapiente- Stiamo qui a ragionare perché abbiamo toccato il fondo, le soluzioni che troveremo, in linea con la cultura individualista porteranno nella direzione di intensificare lo sfruttamento turistico concentrato nei mesi estivi, per esempio come i progetti dei porti turistici privati, che continueranno a produrre arricchimento per pochi e abbandono d’inverno, io dico di voltare pagina.
Pescatore- Sembra che il tuo discorso porti a coltivare e raccogliere con metodo e per un arco di tempo più lungo i prodotti necessari alla sopravvivenza, o sbaglio?
Sapiente- Io dico che dobbiamo imparare a ragionare ponendoci degli obiettivi che siano coerenti con il progetto che vogliamo attuare: far vivere bene i nostri 2500 residenti e farli vivere per tutto l’anno.
Muratore- E allora che proponi?
Sapiente- Il turismo innanzitutto lo si fa insieme, per cui tutte le attività devono organizzarsi in categorie economiche e sindacali. Nessuna amministrazione che vuole il bene comune può governare senza l’aiuto dei cittadini e delle categorie commerciali.
Pescatore- Supponiamo di intraprendere questo cammino virtuoso: paese unito, amministrazione espressione delle categorie sociali e commerciali, progetto. Come andiamo avanti?
Sapiente- Il progetto è allungare la stagione turistica per cui l’ambiente naturale deve diventare la risorsa da valorizzare. In questa ottica tutti i problemi strutturali vanno ripresi e affrontati con la Regione, l’accordo di programma sviluppato nel 2004 tra la Regione Lazio e le isole mi sembra una buona base di partenza.
Muratore- Ho capito che sei contro i porti turistici privati ma puoi spiegarlo meglio?
Sapiente- A un bambino delle elementari non si fa portare una cartella troppo pesante! A Ponza-Centro un porto c’è, ha sviluppato una sua offerta gestita dai Ponzesi, bisogna fare in modo che si costruiscano due scogliere frangiflutto per proteggere queste attività e renderle più sicure. Bisogna arrivare nel prossimo futuro a costituire una società tra Comune e privati residenti per la gestione delle attività economiche demaniali di Ponza-Centro.
Muratore- E alle Forna?
Sapiente- Alle Forna c’è da sistemare la zona mineraria, io sono contrario a speculazioni esterne chiuse e inadatte alla logica che stiamo impostando. Abbiamo bisogno di costruire una darsena protetta a Cala dell’Acqua, quindi scogliere che proteggano quella rada, tutte le attività nautiche di Cala Feola vanno trasferite a Cala Dell’Acqua. Verranno allestiti pontili ma gestiti dai Ponzesi. A terra vanno recuperati quei manufatti sviluppando un albergo, qualche negozio, una piscina coperta, dei campi da tennis e verde pubblico.
Muratore- Chi paga tutto questo?
Sapiente- Non sto parlando di grossi progetti, bisogna coinvolgere la Regione negli investimenti ma soprattutto i cittadini di Ponza. Gli imprenditori e gli operatori economici devono essere protagonisti in queste operazioni che comunque devono essere organizzate.
Pescatore- E i giovani e i disoccupati?
Sapiente- Dobbiamo trovare forme e attività alternative, dobbiamo recuperare Zannone e sviluppare progetti per i giovani; recuperare le zone incolte anche per fermare il dissesto idrogeologico e farle diventare produttive: penso all’agriturismo e con vendita dei prodotti tipici in una cantina sociale. Sviluppare forme di artigianato per questo trovare i fondi.
Pescatore- Facci continuare a sognare non ci costa niente.
Sapiente- Vedo la popolazione unita perché condivide un progetto, perché sta pensando al futuro della sua isola per cui dei suoi figli. Oltre alla Pro-loco vedo un Centro Visita dove giovani guide accompagnano nella visita dell’isola alla scoperta delle bellezze paesistiche. Cortesia, educazione, collaborazione. Poco traffico, non si fanno sbarcare più le macchine d’estate. Si persegue il bello, la cultura, l’intelligenza, la professionalità, la valorizzazione.
Pescatore- E d’inverno.
Sapiente- In un’isola così molti ritorneranno, altri la visiteranno, altri vorranno capire come è stato possibile che per una volta l’interesse di tutti abbia prevalso sugli interessi di pochi.
VII° giornata: conclusioni
Il vecchio e il giovane disoccupato
Giovane- Allora nonno che ne dici di questa soluzione?
Vecchio- E’ una soluzione trovata da un “Sapiente”, ma per applicarla ci vogliono tanti uomini di buona volontà. Qui non si tratta di organizzare una scampagnata con relativo pranzo qui si tratta di cambiare completamente il sistema di pensare del Ponzese. L’amministrazione espressione delle categorie sociali organizzate, attua un programma di governo in linea con un progetto generale: salvaguardare la residenza; in questa ottica l’interesse privato trova soluzioni solo se migliora l’interesse pubblico; l’ambiente per cui il territorio, che è una risorsa limitata, va protetto e valorizzato. Il turismo diventa una realtà economica funzionale al miglioramento della qualità della vita dei residenti. Tutti i servizi e le infrastrutture da programmare devono inserirsi in questo contesto socio-economico, ecologicamente da migliorare.
Giovane- Ti sembra impossibile che i Ponzesi capiscano l’importanza di ripensare il proprio futuro?
Vecchio- L’isola che hanno ereditato i vostri padri, aveva un futuro turistico da sperimentare, voi non avete un futuro turistico se continuerete a navigare alla cieca. Mi viene in mente la fine del Titanic dove si ballava, ci si divertiva; non poteva succedere niente a quegli uomini protetti da quel mostro di acciaio, spinto da quei motori moderni; bisognava battere il record della velocità e tutta questa miopia è stata fermata da un cubetto di ghiaccio.
Giovane- Sarà difficile nonno ma noi dobbiamo provarci e lo stiamo facendo anche con questo dialogo.
Vincenzo Ambrosino