Teatro

‘Quanno fernesce ‘a guerra’, la pièce di Rita Bosso vista a teatro

di Sandro Russo

Lo spettacolo teatrale Quanno fernesce ‘a guerra al Teatro Cometa Off di Roma – autrice Rita Bosso, regista Mariella Pizziconi – l’ho visto l’ultimo giorno di programmazione, dopo che l’aveva presentato Luisa Guarino su queste pagine.
Originale messa in scena dei (pochi) giorni trascorsi da Mussolini a Ponza, a fine luglio-inizi di agosto del ’43, nella casa sulla spiaggia di Santa Maria – nell’attuale “Pensione Silvia” liberata in tutta fretta delle persone che l’abitavano -, dopo l’esautorazione del Duce dalle funzioni di governo ad opera di “sua bassezza” il re.
Sulla vicenda non ho nulla da aggiungere a quanto ha scritto Luisa Guarino nel suo articolo; solo vorrei segnalare che sullo stesso tema è presente sul sito un racconto storico di Fabio Lambertucci (agosto 2020) che prende le mosse da uno spettacolo teatrale, da documenti d’archivio e da un articolo di Arrigo Petacco intitolato “Caro Pietro – Caro Benito”, apparso su Storia Illustrata del 1988. Ai commenti che ne sono seguiti ha partecipato anche Rita Bosso.

La rappresentazione teatrale ha, rispetto a qualunque racconto, la vividezza della vita vissuta e gli attori scelti sono stati veramente bravi, lo spettacolo è vivace e il giudizio storico dell’autrice nei confronti dei personaggi, per nulla equivoca. Le battute finali del ragazzino che nella realtà sarà il futuro maestro Giannino Conte, letteralmente inchiodano il Duce alle sue responsabilità e ai suoi errori, al di là della comprensione umana del personaggio di potere rappresentato nel momento della caduta.
Il valore aggiunto dello spettacolo per me è stato un altro. Di tutti gli spettatori presenti all’affollatissima ultima replica, credo di essere stato l’unico – come ponzese e lettore dei precedenti lavori di Rita – a cogliere appieno le numerose citazioni e immagini sparse qua e là: i riferimenti all’affondamento del piroscafo Santa Lucia e al clima dell’isola nei giorni successivi; il vero aspetto della prostituta rappresentata in scena come giovane e carina (la storica Civitina ‘fichesecca’); il belvedere dell’Eea da cui Nenni scruta col binocolo la spiaggia di Santa Maria, dalla parte opposta della rada; la citazione del Duca Camerini e delle sirene che erano in realtà le foche monache; perfino la reale esistenza della radio a galena da cui il ragazzino Giannino viene incaricato di trascrivere le notizie di quel che sta succedendo nel mondo. Una scrittura di fantasia a partire da elementi, vicende e personaggi ben reali che ricreano l’atmosfera del momento con una dimensione in più.

Giosi Conte, il figlio di Giannino Conte (‘u maest’ Giannino) con il giovanissimo attore che impersona Giannino bambino, ad una delle serate precedenti

La chiamata in proscenio degli attori, della regista e dell’autrice, alla fine dello spettacolo; Rita Bosso è l’ultima a destra, all’estremo opposto il bravissimo fisarmonicista che ha discretamente eseguito la colonna sonora (cliccare per ingrandire)

 

1 Comment

1 Comments

  1. Luisa Guarino

    6 Novembre 2025 at 17:15

    Non capita tutti i giorni a teatro di potersi sentire ‘parte in causa’, e direi privilegiati rispetto a tutti gli altri spettatori in sala. Capisco dunque perfettamente le considerazioni di Sandro nel sentirsi più coinvolto di tutto il resto del pubblico nella visione di “Quanne fernesce ‘a guerra”, che ci auguriamo di poter vedere rappresentata presto anche a Ponza.
    C’è un precedente, che riguarda un lavoro sempre di Rita Bosso, dal titolo “Julia ti scrive” tratto dal suo romanzo “Lettera da Pandataria”, che nel 2023 dopo essere andato in scena al Teatro Tor di Nona a Roma è stato rappresentato a Ventotene, grazie alla Comunità Arcipelago Isole Ponziane. Evidenziamo solo che il sottotitolo della pièce portata al Teatro Cometa Off è “Mussolini a Ponza”: il resto viene da sé.

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