Rubrica dei Lettori

La posta dei lettori. Il mitico beccaccino

riceviamo in redazione e pubblichiamo

 .

In relazione ad un articolo pubblicato sul sito, a firma di Silverio Guarino, il 21 novembre 2015: https://www.ponzaracconta.it/2015/11/21/il-beccaccino/, ci scrive André Casto, un lettore “dalle parti di Treviso”; risponde la redazione; racconta infine la sua esperienza d’antan Giovanni Hausmann (il cui commento abbiamo trasposto in articolo)

Da “andrea casto” a [email protected]
Data: 10 apr 2024

Buongiorno,
sono Andrè ed abito dalle parti di Treviso.
Facendo delle ricerche mi sono imbattuto in quell’immagine della barca…
Anch’io ne ho una e la sto rimettendo in sesto. Non ho molto in mano e per procedere avrei bisogno di qualsiasi notizia, documento e/o  foto dello snipe.
Avreste, per caso,  altre immagini di quella barca ?
Grazie dell’attenzione.
Andrè

 ***

Risponde Sandro Russo dalla Redazione
Data: 10 apr 2024

Gent. André,
credo che non abbiano altre foto del beccaccino di Carletto, oltre a quelle pubblicate, ma abbiamo girato la sua mail in copia nascosta a Giovanni, un cultore della materia. A Ponza ha creato un’Associazione per il recupero della filuga ponzese, e lui stesso ne possiede una.
Se potrà esserle utile si metterà in contatto con lei.
Non sapremmo come altro aiutarla.
Saluti e buon lavoro
Sandro Russo per la Redazione

 ***

Andrea Casto
11 apr. 2024
Buongiorno !
splendido! Che completezza di informazioni ed indicazioni: esauriente.
Grazie.

***

Infine Giovanni Hausmann
11 aprile 2024

Carissimi, ricevo una mail di Sandro in cui sono tirato in ballo per una storia di vecchie, piccole imbarcazioni a vela. Mi si chiede qualche informazione e documentazione fotografica circa la deriva a vela della classe “snipe” (in Italia “beccaccino”).
Purtroppo non ho foto né documentazione ma su una deriva come quella ho navigato sulla costa del Circeo quando ero ragazzino e questa richiesta mi impone di ricordare con voi quei giorni.
Non avevo più di 12-14 anni (’62/’64) e passavo la “villeggiatura” (giugno-settembre) al Circeo dove la mia famiglia aveva casa. A quel tempo il Circeo non era granché frequentato: poche case, centro storico abbandonato, vigne di Moscato di Terracina a perdita d’occhio, non c’era porto e non c’era la superstrada “Mediana” ma solo la strada di Borgo Sabotino, per cui arrivare fino a lì era piuttosto complesso.
Di conseguenza c’era solo una “comitiva” di ragazzi della mia età, peraltro non tanto numerosa da garantire due squadre per la partita a pallone sulla spiaggia, per cui ogni scusa era buona per passare il tempo e trascorrere la giornata. E quella barca abbandonata sulla spiaggia del Neanderthal (l’unico stabilimento balneare attrezzato della costa) era una grossa tentazione.
Era una deriva in compensato marino di circa 3/4 metri in cattive condizioni con l’attrezzatura piuttosto “delabré” e, per garantire una minima navigabilità, richiedeva un restauro minimo (non particolarmente complesso (stucco, vernice e qualche pezza alla vela).
Era della sorella del mio amico Massimo ed era lì da diverso tempo.
Il disegno della scafo di origine del nord Europa, inglese o forse della costa est americana (non so), era di chiara derivazione delle derive olimpiche della Classe Star (ricordate le imprese del Comandante Straulino nelle Olimpiadi del periodo?). Aveva infatti uno scafo squadrato con poca ossatura interna e una deriva di metallo mobile, vela Marconi grande ed un fiocco piuttosto piccolo: insomma quella che vedete nella foto!
Navigare con quel “relitto” fu una sfida! Contro tutti e contro tutto riuscimmo a metterla in acqua e a fare qualche bordo tra La Maga Circe e lo stabilimento “Da Mario”. Il rientro era obbligatorio visto che, nonostante i nostro sforzi per “aggottare”, la barca faceva acqua per cui dovevamo rientrare spesso in spiaggia per svuotarla.
Come tutti gli anni alla fine di settembre, la stagione finì e con lei l’avventura del Beccaccino anche perché il nostro “armatore finanziatore (il padre del mio amico Massimo) si rifiutò di finanziarci la riparazione dell’ennesimo strappo della vela maestra dopo una uscita con il ponente pomeridiano.
Mi dispiace per non aver potuto aiutare l’amico André che ha scritto (a cui auguro comunque “buon vento”.
Lo ringrazio invece io per avermi fatto ritornare in mente quella estate degli anni ’60 al Circeo.

1 Comment

1 Comment

  1. Andrea Casto

    21 Aprile 2024 at 06:18

    Buongiorno,
    fate sapere a Giovanni che ci conto!
    Almeno sapere quant’è lungo l’albero (dalla base, s’intende).
    Per le mani avrei qualcosa ma non mi azzardo ad acquistare un pezzo sotto o fuori misura.
    Cordialità,
    Andrè

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