portualità

Umanesimo e portualità

di Tonino Impagliazzo

 

In questi giorni è stato pubblicato un saggio, Ancora un momento, del filosofo Francese Edgar Morin che fa appello alle nostre coscienze per superare egoismi soggettivi e storture del capitalismo.

La riflessione parte dalle difficoltà di quanti mal sopportano l’egemonia del profitto, del denaro, del calcolo (statistico, di crescita, pil, sondaggi… ) e, al tempo stesso, ignorano i veri bisogni dell’uomo, tra cui le legittime aspirazioni ad una vita dignitosa, autonoma e comunitaria.

Sono in molti a desiderare che Libertà, Uguaglianza e Fraternità ritornino ad essere la nostra norma di vita personale e sociale e non la maschera che copre l’aumento delle servitù, delle disuguaglianze e degli egoismi.

Negli ultimi decenni, con l’egemonia dell’economia liberale globalizzata, il profitto è cresciuto oltre ogni misura, a detrimento della solidarietà e delle convivenze; le conquiste sociali sono state in parte annullate; la vita urbana si è degradata; i prodotti hanno perso la loro qualità (obsolescenza programmata, ossia vizi nascosti); gli alimenti hanno perso le loro virtù, come sapore e gusto.

Moltissime nuove oasi di vita familiare (fraterna, amorosa, amicale, solidale, ludica, etc.) testimoniano che si può vivere bene. La civiltà dell’interesse e del calcolo non potrà giammai annientarle. Ma, queste Oasi, anche se ancora troppo disperse e senza legame tra loro, si sviluppano e la loro connessione abbozza il profilo di un’altra civiltà possibile.

Il Cardinal RAVASI, di fronte alle potenzialità ed ai rischi dell’intelligenza artificiale, predica l’Umanesimo e afferma che, laddove i social ci manipolano non c’è vera democrazia; e continua… quello che sembra il massimo della Democrazia, l’espressione della volontà popolare, può invece essere (risultare) un massimo di controllo.

Le Mega corporation attuali (penso a Zuckerberg, a Elon Musk e alle Multinazionali), che possono stimolare il consenso e manipolarlo, ribadiscono con Steve Jobs che sia necessario un connubio tra la scienza e l’umanesimo, una moratoria dei ruoli.

In questi giorni, la notizia che il sindaco di New York, Eric Adams, abbia depositato una denuncia contro Facebook, Tic Toc , Snapchat, Instagram , Yuotube per danni alla salute dei nostri ragazzi, ha suscitato interesse e scalpore.

I social media sono stati accusati di aver manipolato volutamente i giovani per renderli dipendenti delle piattaforme online, mettendo a rischio la loro salute mentale.

“I nostri giovani – ha ribadito Adams – stanno sperimentando livelli mai visti di angoscia, mancanza di speranza e persino pensieri suicidi, messi sotto pressione da contenuti che loro stessi non richiedono”.

Tre sono i reati contestati: mancato controllo, negligenza spericolata e messa a rischio del benessere pubblico. Le scuse pubbliche pronunciate dal CEO di Meta, Mark Zuckerberg, non hanno disinnescato lo scontro.

CONCLUDO

Ho letto con interesse in questi giorni su Ponza Racconta alcuni interventi, a firma di Guido Del Gizzo, che fanno menzione dell’Art. 41 della Costituzione Italiana, laddove recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana…”

Il principio è condiviso, caro Del Gizzo, ma l’evolversi della realtà, nel contesto di un nuovo umanesimo e di un ambiente sociale che cambia esprimendo continuamente nuove esigenze, porta a fare più opportune considerazioni.

Nella sua complessa azione, l’iniziativa privata laddove fosse imperniata su un patrimonio pubblico non può escludere totalmente l’Ente Comune dal perseguire il soddisfacimento degli interessi di tutta la comunità. Di conseguenza andrebbero promossi programmi tali da essere convergenti tra le finalità dell’Ente Pubblico e quelle del soggetto privato. Eventuali programmi condivisi dovranno mirare a garantire un “alto livello di qualità della gestione” e consentire successivamente all’ Ente Pubblico, trascorso un determinato numero di anni (magari venti, necessari per ammortizzare i costi degli investimenti privati), di poter destinare risorse economiche maggiori a favore dell’azione sociale, culturale e ambientale del territorio dell’isola di Ponza, con particolare riguardo alla “zona” di Le Forna.

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