Defunti

Questa sera si è spento il sorriso di Maria Rosaria Di Fazio

di Enzo Di Fazio 

La notizia me l’ha data Antonio intorno alle 20,00 e l’aver visto sul cellulare il nome di chi mi chiamava mi ha portato a pensare subito che quella telefonata non mi avrebbe riservato nulla di buono.
Con Antonio ci sentiamo ogni tanto ma, nella discrezione che lo contraddistingue, ogni telefonata è sempre preceduta da un messaggio.
Questa volta, no. Mi ha chiamato direttamente e nella voce rotta dal pianto mi ha annunciato che la mamma poco prima ci aveva lasciati. A Formia, presso l’ospedale Dono Svizzero, dove Gennaro l’aveva fatta trasferire da Latina , per starle vicino, assisterla e apprestarle tutte le cure possibili e necessarie dopo l’ennesimo intervento subito non molti giorni fa.

Sapevo delle tribolazioni che stava vivendo Rosaria da un po’ di tempo, ma, per chi la conosce un po’, quando la incontravi non ti dava mai la sensazione di star male.
Ci scherzava con le malattie e con tutto quello che le capitava. Normalmente quando si parla di problemi di salute con la gente ci si incupisce, con lei, invece no. Aveva la capacità di esorcizzare la malattia, il problema fisico fino a minimizzarne le conseguenze, e in questo modo aveva l’abilità di trasmettere forza e fiducia a chi le era vicino e a tutti coloro che la incontravano.
L’ho sempre considerata una forza della natura.
Scherzando, visto il rapporto di parentela che c’era tra di noi, mi piaceva dirle che la forza interiore e la capacità di reagire alle avversità erano le doti che avevano sempre contraddistinto i Di Fazio
Sorrideva compiaciuta e coglieva il momento per raccontare di parenti, di fatti e di ricordi.

Sapendo che non stava bene, pochi giorni fa avevo sentito Antonio e le notizie questa volta non erano state rassicuranti. C’era una sorta di brutto presentimento che nel triste epilogo di questa sera ha trovato la conferma.
Con Antonio, di cui so il forte legame che lo lega alla madre, ci siamo detti quasi all’unisono … una cosa ci deve confortare – conoscendo quello che stava patendo –  il fatto che stasera mamma ha smesso di soffrire.
… Ma non di sorridere come amava fare ogni qualvolta la incontravi.
Quel sorriso, espressione di una grande forza di volontà, rimarrà indelebile e accompagnerà per sempre  il ricordo di chi le è stato vicino e le ha voluto bene, ma anche di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla.
Rosaria amava i fiori di cui il terrazzo della sua casa di Ponza è pieno in ogni stagione. Tra i semi, le talee, i bulbi che nel tempo mi ha regalato sono particolarmente affezionato ai bulbi dei gigli che, piantati nel mio giardino di Formia tanti anni fa, ogni inizio estate sbocciano rigogliosi.

A Silverio, ad Antonio, a Gennaro l’abbraccio mio e quello della Redazione di Ponzaracconta, particolarmente legata a Gennaro e ad Antonio per essere rispettivamente uno dei fondatori del sito e il nostro primo grande webmaster.
Alla nuora Alessia, alla cognata Daniela, alle nipoti, ai parenti tutti la nostra vicinanza.

Maria Rosaria aveva 73 anni. Nelle prossime ore daremo notizia di quando avverrà il trasferimento a Ponza e, di conseguenza, i funerali

2 Comments

2 Comments

  1. Sandro Russo

    21 Febbraio 2024 at 04:53

    Ho conosciuto Rosaria che era molto giovane, al seguito di Gennaro che per un periodo della sua vita universitaria ha vissuto con noi nella storica casa di Roma, a via dei Monti di Pietralata. Rosaria aveva avuto problemi medici e il posto migliore che conoscessimo, a Roma, era la II Clinica Medica del Policlinico, dove stavamo appunto Umberto Di Mario e io (di Umberto abbiamo rievocato qualche giorno fa il ventennale della morte); ma era seguita dal gruppo di eccellenza dei nefrologi, mentre noi stavamo in Endocrinologia.
    Negli anni successivi, di quel periodo e delle conoscenze comuni romane in ambito medico parlavamo spesso, quando ci incontravamo a Ponza. Dopo essermi informato con cautela dell’andamento della sua malattia, era lei a chiedermi dei medici che aveva conosciuto: caso raro di paziente che si informa della salute dei suoi medici. E non mancava mai di ricordare qualche particolare divertente della sua degenza romana, del carattere e delle ‘fissazioni’ dei vari “professori”.
    Ci siamo visti abbastanza spesso poi negli anni successivi; sapevo che si era sposata e aveva fortemente voluto quel figlio – Antonio appunto – che avevo visto da bambino attento e giudizioso, e poi perso di vista per tanti anni fino a che non ce lo siamo trovato, venuto insieme a Gennaro, ad uno dei Ponza-Lanuvio Day al casale, giovane ingegnere informatico prossimo alla laurea e poi brillante professionista che ci avrebbe seguito come fondatore del Sito e primo webmaster. Con Antonio mantenevamo il canale di informazioni con la madre e lo scambio di “schiuopp” di piante e fiori, di cui Rosaria era appassionata coltivatrice. A quel periodo risale la sua fornitura a me di garofani rossi di San Silverio, che ho pure raccontato sul sito perché per uno strano caso, a Lanuvio mi fecero i fiori bianchi (!).
    Mi dolgo molto per la perdita di Rosaria. A tutti i suoi, ma soprattutto a Gennaro e ad Antonio che conosco meglio, la mia partecipazione e un forte abbraccio.

  2. Redazione

    21 Febbraio 2024 at 15:22

    Rosaria arriverà a Ponza domattina con la nave che parte da Formia e, dopo i funerali in chiesa, andrà al cimitero.

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