Racconti

Odio, amore e… speranza

di Pasquale Scarpati

Una volta tutte le decisioni riguardanti la famiglia erano prese dal capofamiglia: padre/padrone. Egli poteva decidere, tra l’altro, anche se fare un investimento ben al di sopra delle possibilità economiche della famiglia stessa. Molti si chiedevano semplicemente il perché. Ad altri ciò sembrava un azzardo dal momento che in caso di fallimento la famiglia sarebbe andata in rovina. Altri ancora avevano sentito dire che il capofamiglia aveva stretto accordi con potenti e danarosi gruppi finanziari; i quali gli avevano promesso ogni sorta di sostegno nella sua nuova avventura. Ma una volta speso tutto il capitale e dopo essersi tuffato in questa avventura, quei gruppi che gli avevano promesso solennemente il sostegno, ognuno motivando in qualche modo, non gli avevano dato tutto ciò che era stato prima concordato. La conclusione fu che quella famiglia, già dalle possibilità economiche non proprio eccelse, si trovò, in un battibaleno sul lastrico ed andò ad abitare in un tugurio vicino alla riva di un fiume, tra ratti e acque maleodoranti; dove tutto puzzava di morte e d’immondizia. Se prima mangiavano qualche tozzo di pane ora andavano a cercare la cicoria, quella selvatica. Ma la raccoglievano lungo le crepe del vecchio marciapiede o in qualche aiuola dove spesso si fermavano cani che “l’innaffiavano” con la loro urina oppure gatti che la “concimavano” scavando una piccola buca per i loro bisogni. L’imprudenza oppure l’ingenuità del capofamiglia, padre/padrone, portò quella famiglia allo sfascio.

Così, alla luce dei tragici avvenimenti che stanno accadendo in Medio Oriente, non si riesce a capire perché Hamas ha fatto quello che ha fatto. E’ stato spinto da qualcuno che gli ha promesso “mari e monti”? Ha pensato di eliminare con un’azione terroristica lo Stato ebraico approfittando delle diatribe interne allo stesso? Ha pensato di denunciare al mondo intero la povertà della striscia di Gaza? Ha pensato di dare una dimostrazione di forza e nel contempo di far vedere che si può aprire una breccia anche nella novella Masada ebraica (1), là dove tutto viene passato al setaccio e ti guardano con fare circospetto? Forse, addirittura pensava che quest’ultimo non si sarebbe mosso o avrebbe impiegato chissà quanto tempo prima di farlo?

Tutto vano. Probabilmente gli israeliani sono stati colti di sorpresa. Ma è una loro colpa?
– Vuoi vedere – ha detto qualcuno – che quasi quasi la colpa la si fa ricadere sugli stessi perché si son mossi troppo rapidamente o perché, paradossalmente; non sono stati attenti e circospetti! È come se qualcuno facesse ricadere la colpa della II guerra mondiale non su Hitler e Stalin che a priori si erano divisi la Polonia (con il patto Ribbentrop –Molotov) ma sulla Polonia stessa perché non seppe difendersi!”
Rafele Sparagrossa ne dice una delle sue. Afferma, infatti, che quelli non erano persone di Hamas ma israeliani travesti da Hamas. Mandati lì per spingere Israele ad occupare e a distruggere la striscia di Gaza. Vuoi vedere che qualcuno crede anche a questa? Oggi su internet circola di tutto!

In definitiva cosa sperava Hamas? Prima di intraprendere un’azione così violenta avrebbe anche dovuto pensare alle conseguenze che sarebbero ricadute sulla propria gente. O quella, ai loro occhi non conta nulla? Alle stregua degli odiati israeliani?
Sì, perché lì c’è solo odio. Quando si giunge ad una tal barbarie da giocare a palla con la testa mozzata dei bambini, quando si commette ogni sorta di violenza su donne, uomini, vecchi indifesi: è odio.
Noi forse quell’odio cieco non lo conosciamo più perché viviamo, checché se ne dica, nella bambagia. L’odio è figlio della miseria economica e culturale. A noi hanno cercato di inculcare certi valori che fanno parte dell’uomo. Eppure anche tra noi non mancano episodi di efferatezza. Ma sono episodi.
L’odio è quel serpente che ti spruzza veleno negli occhi. Diventi cieco e pasci nel tuo mondo. Sei talmente preso dal furore che gli atti di enorme brutalità, anche se numerosi e truculenti, ti sembrano sempre pochi e staresti lì a maciullare e non sei sazio fino a che non grondi del sangue di quello che consideri tuo nemico, come quando sei fradicio, madido di pioggia.
Odio genera odio in un cerchio perverso, più che perverso, perché l’altra parte, non può non far sentire, a sua volta, la propria voce molto più tonante che fa sgorgare abbondanti lacrime da grappoli di bombe e sputare sangue da bocche di cannoni. Sempre più tonante, sempre più tonante… fino a che anche lui non si sente sazio come dopo un gran cenone o un pasto pantagruelico.
Si batte beato il ventre con le due mani ed erutta carne e sangue umano come faceva Polifemo, ubriaco, dopo aver frantumato sulle pietre le teste di due compagni di Ulisse e dopo averli maciullato sotto i denti. Ma alla fine un grosso palo appuntito ed infuocato lo privò della luce del giorno!

Così là dove si dovrebbero levare canti di gioia e gridi di allegria e le persone si dovrebbero abbracciare aiutandosi gli uni con gli altri e far l’amore con passione senza distinzione di religione e di razze, dove ognuno liberamente può adorare il suo Dio perché ogni Dio è Dio della Pace, si levano grida di dolore, bestemmie e si pensa, già nel proprio animo, alla vendetta.
L’odio distrugge tutto, separa tutto: i vivi tra i vivi; i vivi dai morti; i morti dai morti; i vivi che non trovano più i loro morti per dare loro degna sepoltura e per poter pregare sulla loro tomba.
Là dove c’è guerra non può esserci che odio generato da odio! Che mondo è?

Eppure rimane la speranza. Quella che ci dà un tenero Bimbo che come tutti i bambini ha gli occhi ingenui, buoni e lucidi di verità. In essi ti puoi rispecchiare e vederti se anche tu però sai vederti dentro. Tende le braccine e tu prendilo come hanno preso e sollevato il corpicino ed hanno calmato il pianto disperato della piccola Maria Grazia, abbandonata ma nel contempo figlia di tutto il mondo.
Questo, a chi scorre queste poche righe, è l’augurio che può venire da uno che, a causa dell’età, oramai ne ha viste tante e si è stancato delle brutture che quotidianamente gironzolano nell’etere come pungente corona di spine ed affliggono l’animo.
Buon Natale e soprattutto Buon Anno pieno di Pace e di Misericordia, una pietas e un augurio che nascono dal cuore di…
Pasquale

Note

(1) – Masàda era un’antica fortezza, situata su una rocca a 400 m di altitudine rispetto al Mar Morto, nella Giudea sud-orientale, in territorio israeliano a circa 100 km a sud-est di Gerusalemme.
Considerata inespugnabile, è passata alla storia per l’assedio dell’esercito romano durante la prima guerra giudaica (nella primavera del 73 d. C.) e per la sua tragica conclusione. Infatti prima che i soldati romani entrassero nella fortezza, gli assediati si diedero reciprocamente la morte. Le vittime furono in tutto novecentosessanta, fatta eccezione per due donne e cinque bambini, che in seguito testimoniarono quanto avvenuto.
Dopo l’invasione araba il luogo venne abbandonato e piano piano si perse addirittura il ricordo della sua posizione; venne infine riscoperta oltre un secolo e mezzo fa per diventare simbolo della causa sionista. A tutt’oggi reclute dell’esercito israeliano vengono condotte sul luogo per pronunciare il giuramento di fedeltà al grido di: “Mai più Masada cadrà” (notizie sintetizzate da Wikipedia)

(2) – L’immagine centrale da La morte corre sul fiume (The Night of the Hunter) è un film del 1955 diretto da Charles Laughton, alla sua prima e unica regia.

(3) – Immagine finale, da Alamy

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