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inNatura, dicembre 2023, il nuovo numero è in edicola

segnalato dalla Redazione

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È in edicola, e disponibile in formato digitale, il nuovo numero di inNatura.
di Daniele Durso

In questo inverno segnato da momenti difficili per l’intera umanità, quando guerre feroci, che speravamo passeggere, stanno durando troppo devastando territori e vite umane, saremo insieme a voi con tante belle storie di esperienze e progetti, per respirare una vita migliore e sperare in orizzonti più sereni e di pace. E condivideremo con tutti i lettori le nostre riflessioni sui cambiamenti climatici, sui piccoli e grandi progetti di singoli e di associazioni e sul delicato rapporto che lega gli esseri umani agli altri animali e al Pianeta.

Un appuntamento trimestrale da non mancare

In questo numero:

SULLA STRADA DELLA COESISTENZA
di Gianrico Cevi
Perché gli animali possano avere il ruolo e il rispetto che meritano è stato fatto molto, ma molto resta ancora da fare. La lunga storia di lotte per la costruzione di una società più civile.

LE BUGIE GREEN HANNO LE GAMBE CORTE
di Francesco Fantera
Un’inchiesta del ‘Guardian’ ha fatto molto scalpore: analisi certificate dimostrerebbero che in tutto il mondo, nel campo del costruito, molto progetti spacciati come green non sarebbero affatto eco-sostenibili.

AMORE A PRIMA VISTA
di Marco Melillo
Nella cultura giapponese i gatti possono rivelarsi grandi amici degli umani, filosofi e complici, ma anche malvagi e inquietanti. Nel libro ‘Lei e il suo gatto’, Shinkai Makoto ci regala la bella storia di 4 amicizie molto speciali.

MAGNIFICA CREATURA
di Stefano Poddu
La Siberia è affascinante e le sue risorse naturali sono immense. Una ricchezza pericolosa poiché deforestazione ed estrazione mineraria ne mettono a rischio l’intero ecosistema. Tra le vittime anche la Tigre siberiana.

L’ARANCIERA DI SAN SISTO
di Fabrizio Fantera
Un restauro centrato sulla sostenibilità, con soluzioni innovative e flessibili, restituirà a Roma un bellissimo spazio multifunzionale.

PANCHINE
testo e foto di Massimo Iannuccelli
Fa riflettere come l’oggetto/manufatto, sia esso panchina o città, inglobi realtà e simbologia, trasformandosi in messaggio iconico, operando nel tempo una trasformazione delle forme di comunità e socialità.

SALINA, L’ISOLA STRUGGENTE
di Liliana Adamo
La peculiarità della più verde e slow delle Eolie, consiste in un’antropizzazione attenta alle tradizioni, all’ecologia, alla tutela di un ambiente unico.

INTUIZIONI
a cura di Fausta Cotone
Nato nel 1948, Al Gore è stato il 45esimo vicepresidente degli USA durante la presidenza Clinton nonché Premio Nobel per la Pace 2007. A dispetto delle sue posizioni molto severe nei confronti delle politiche ambientali fallimentari di troppi governi, sostiene però che la crisi climatica si potrebbe ancora risolvere con un serio impegno di tutti i Paesi.

IN VOLO SULL’ORTO
di Giancarlo Cotone
Anche in questo numero ci occupiamo degli insetti che vivono nei nostri orti. Protagonisti sono questa volta i piccoli ospiti parlanti. Ce ne parla il nostro Manager in Giardino.

LA SCIENZA DELLA VITA
di Gianrico Cevi
Mentre l’industria alimentare preferisce un mondo di monoculture e gusti omogenei senza riguardo per i suoi impatti ecologici, umani e sociali, la sovranità alimentare mette al centro dei sistemi e delle politiche alimentari le aspirazioni e le esigenze di chi produce, distribuisce e consuma il cibo.

SGUARDI
a cura di Francesco Fantera e Fausta Cotone
Davvero non potremo più decorare il nostro Natale con i glitter? E sul serio un minuscolo batterio sta decimando la popolazione di elefanti dello Zimbabwe e del Botswana? Purtroppo sì… Ma è anche vero che una campagna di ripopolamento della tigre nel nord della Malesia sta dando risultati insperati e che esistono nel mondo tanti movimenti serissimi che si occupano di progetti per salvaguardare l’agricoltura e i suoi semi. Insomma bad and good news dal mondo del green, in arrivo da tutto il Pianeta.

DOVE PASSA LA DECARBONIZZAZIONE
di Manlio Predi
Sarà l’idrogeno verde, quello prodotto da fonti di energia rinnovabile, il pilastro della decarbonizzazione? Potrebbe, ma c’è chi spinge per quello blu prodotto dai combustibili fossili.

RITORNO IN SCENA
di Ester Cantiani
L’abbandono delle aree interne ha scatenato profondi sconvolgimenti sociali, economici ed ambientali. Uno sviluppo sostenibile, che supporti la ripresa di questi territori, deve fondarsi sulla sinergia tra la tutela ambientale, l’economia circolare e il turismo lento.

ALBERI DELLE CITTA’: LEGNO PREZIOSO
di Franco Paolinelli
Riutilizzare gli alberi abbattuti in città è importante, poiché il legno contiene Carbonio sottratto all’atmosfera. Se questo finisse invece nel camino, avremmo un ritorno di CO2 nell’aria che respiriamo

NEL RACCOGLITORE DI inNatura:

LA SPIA DEL PORCINO
a cura di Amint
Chiamato anche il Prugnolo bastardo, questo fungo biancastro dalla carne cassante e dal marcato odore di farina, nasce sia nei boschi di latifoglia che di conifera, spesso nelle vicinanze dei ricercati Porcini (per questo è chiamato ‘spia’). Attenzione a non scambiarlo con le pericolose Clitocybe bianche.
AMANITA GEMMATA
a cura di Amint
Una Amanita di medie dimensioni, abbastanza precoce, che si può incontrare già a primavera, più raramente dalla tarda estate o in autunno. Nelle forme tipiche è di facile riconoscimento per il colore giallognolo del cappello, cosparso di verruche biancastre. Odore e sapore insignificanti.

IL GENERE CLAVARIADELPHUS
a cura di Amint
Funghi mediocremente commestibili diffusamente noti col nome volgare di mazze d’Ercole. Crescono nei boschi di diverse essenze arboree, sia sotto latifoglie che sotto conifere, dalla fine dell’estate all’autunno, anche tardivamente.

OFRIDE DEGLI APPENNINI
a cura di Amint
Il genere Ophrys è facilmente riconoscibile per la forma e la pelosità del labello, che imitano l’addome di un insetto femmina. Queste caratteristiche esercitano sull’insetto maschio un’attrazione che lo induce a una pseudo-copulazione.

FICO DEGLI OTTENTOTTI
a cura di Amint
La sua denominazione risale al XV sec. ma furono i coloni a chiamarlo così, vedendo le popolazioni del luogo cibarsi dei frutti come se fossero dei fichi nostrani. Il loro sapore è acidulo e tendente al salato.

e molto altro ancora…

Qui in ritaglio-immagine l’editoriale della direttrice Fausta Cotone (anche in file .pdf a fondo pagina)

Cliccare per ingrandire

In formato .pdf: In Natura Dic. 2023. Editoriale di Fausta Cotone

***

Su Schackleton (Cfr Commento del 20 gennaio. 2024 di Sandro Russo):

Uno screenshot degli articoli pubblicati:

 

 

 

1 Comment

1 Comment

  1. Sandro Russo

    10 Gennaio 2024 at 22:04

    Ho dimenticato a suo tempo di commentare l’editoriale “Brividi”, di Fausta Cotone che apriva il bel numero di inNatura di dicembre 2023 (quello con il micino stropicciato in copertina). Fausta (tra l’altro) scriveva di Ernest Shackleton, che è uno degli eroi del sito, in cui ha ben più di una semplice citazione – all’articolo di base è allegato uno screenshot dei principali ‘pezzi’ che gli abbiamo dedicato, oltre alla canzone di Battiato, naturalmente (tra le sue, una delle più sperimentali).

    Ma il motivo per cui mi è ritornato in mente Shackleton a un mese di distanza è stato aver letto di nuovo della “Sindrome del terzo uomo”, una sorta di illusione mentale studiata scientificamente.
    Così descritta (Wikipedia):
    Il fattore terzo uomo o sindrome del terzo uomo (indicato in ambito scientifico come Fenomeno switch) si riferisce a un particolare fenomeno psicologico per il quale, in caso di condizioni di estrema resistenza al limite della morte, verrebbe avvertita accanto a sé la presenza di un’ulteriore entità, fisica o immateriale, da parte della persona stremata.
    Ernest Shackleton, l’esploratore inglese nell’ultima tappa della sua spedizione antartica del 1914-1917 visse una situazione drammatica. Insieme a due compagni ed in condizioni estreme cercò disperatamente di raggiungere una stazione marina britannica. Erano a corto di cibo, disidratati, poco equipaggiati e molto vicini al collasso fisico. Shackleton racconta che a un certo punto di quell’odissea iniziò a percepire la presenza nel gruppo di un altro “compagno”, che però non era visibile. Per una qualche ragione, sapeva che c’era una quarta persona in viaggio accanto a loro, la cui presenza, benché invisibile, era di conforto ed incoraggiamento. Solo dopo molti anni l’esploratore decise di raccontare la sua strana esperienza a un giornalista ed il susseguente articolo incoraggiò i suoi ex compagni di viaggio ad ammettere di avere vissuto anch’essi la strana sensazione di una presenza invisibile che marciava con loro. Nel suo libro “South”, nel 1919, sir Ernest Shackleton, descrisse per la prima volta, il fenomeno.
    Tra le persone che hanno pubblicamente dichiarato d’esser state soggette a questo fenomeno, ed esser state tratte in salvo in situazioni di pericolo o morte certa, si annoverano: l’alpinista Reinhold Messner, gli esploratori polari Peter Hillary e Ann Bancroft, Ron Di Francesco (unico sopravvissuto dell’84º piano della Torre Sud del World Trade Center negli attentati dell’11 settembre 2001) e la microbiologa Stephanie Schwabe.
    Frank Smythe, uno dei primi esploratori a tentare la scalata del monte Everest, dopo un po’ che i suoi compagni avevano scelto di rinunciare e fare ritorno al campo base, iniziò a percepire la presenza di un compagno di viaggio invisibile. A un certo punto tagliò una seconda fetta di torta e gliela offrì, prima di rendersi conto di essere solo e che nessuno in realtà gli sedeva accanto.

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