Ambiente e Natura

A proposito di ambiente, con riferimento a Impagliazzo e Vitiello

di Guido Del Gizzo

.

Dobbiamo ammettere che è difficile fare un serio discorso sull’ambiente in un paese nel quale, da qualche giorno, si vedono per strada, nelle città del nord, i cagnolini che indossano una sorta di “cappottina”, perché possano resistere al freddo.
Manie di persone con problemi evidenti di riferimenti affettivi, certo: ma temo che molto del dibattito, su animalismo e ambiente, sia viziato dalla partecipazione di soggetti che non hanno la minima idea di cosa siano gli animali, l’ambiente e come vivere con entrambi.

Sono specularmente inquietanti i due interventi di Biagio Vitiello e di Tonino Impagliazzo, che, invece, di ambiente se ne intendono e affrontano gli argomenti con cognizione di causa.
Entrambi, a mio giudizio, rimandano al problema centrale, che è quello della coscienza diffusa sui temi ambientale e la necessità di una vera “partecipazione” dei cittadini alla loro soluzione.
Per assurdo, i fatti segnalati da Biagio sono il presupposto perché il decreto siccità, segnalato da Tonino, passi senza opposizione né commenti.
L’attuale esecutivo ha un problema culturale e politico nei confronti dell’ambientalismo.
Anche io.

Se ne può uscire in due modi: il nostro governo ha scelto di andare controtendenza, rispetto all’evoluzione culturale del nostro tempo, sacrificando una sostanziale transizione ecologica sull’altare delle emergenze, siano esse fisiche o economiche.
E’ una scelta che non si può liquidare in modo semplicistico, anche se credo, invece, che se non si inquadrano i temi ambientali in una visione di lungo periodo, che preveda finalmente di smettere di sfruttare in modo dissennato uomini e ambiente, non andremo da nessuna parte.

Torniamo a Ponza.
Dal 1928, si brucia gasolio per produrre energia e nessuno trova niente da ridire: quante opportunità sono state perse e quanti soldi sono stati spesi, dal pubblico, negli ultimi anni, per passare ad altre ipotesi di approvvigionamento energetico sull’isola?
Non stiamo parlando di Manhattan, ma di un’isola con 15.000 persone per due mesi l’anno e poi, realmente, abitata da poco più di mille persone.
È come ostinarsi a tenere aperte le stazioni di posta per il cambio cavalli, dopo l’avvento della ferrovia…
C’è un problema, evidente, di competenza, capacità e interessi dell’operatore, la SEP.
Ma il problema vero sono i Ponzesi, che hanno scelto che gli interessi dell’operatore di cui sopra, fossero ben rappresentati nell’attuale Giunta Comunale.

Adesso altri tre gruppi elettrogeni dovranno essere allestiti su Monte Pagliaro, per rispondere alla richiesta di energia del dissalatore provvisorio a Cala dell’Acqua, che, grazie al decreto siccità, potrà sversare in mare, sostanzialmente dove gli pare e provvisoriamente, le salamoie di risulta dell’impianto.
L’isola ha bisogno di un impianto di dissalazione: ma perché si affrontano i problemi sempre in modo disarticolato, gli uni dagli altri?
In primo luogo, perché non c’è contraddittorio: ma, soprattutto, perché non c’è partecipazione.

Possiamo passare i nostri giorni a crogiolarci nella malinconia del profumo del legno bruciato – per me, irresistibile – (come per Domenico Musco), ma sarebbe meglio darsi da fare perché l’isola non faccia la fine dell’organo, di cui si è parlato nelle scorse settimane.
Altrimenti, di nuovo, per dirla con Francesco De Luca:
“Se si permette, a chi decide, di farlo per tutti insindacabilmente….non c’è da stupirsi”.

Buona domenica a tutti

1 Comment

1 Comment

  1. Tonino Impagliazzo

    24 Ottobre 2023 at 07:16

    Caro Del Gizzo, ho apprezzato il tentativo di far convergere i due modi diversi con cui io e Biagio avevamo espresso l’unicità della sostanza e la scarsa attenzione alla riqualificazione della tutela ambientale. E sento la necessità di mettere in evidenza che l’elemento scatenante nel mio articolo non può essere ridotto unicamente ad una “scarsa sensibilità ambientale” ma deve essere piuttosto ricondotto ad una “deprimente assenza ambientale” che vede coinvolti i livelli più alti dello Stato, e intendo dire: il Parlamento, i Gruppi Politici, il Ministero dell’Ambiente, le Associazioni Ambientaliste, le Associazioni delle piccole Isole ed altri che, a vario titolo, hanno consentito di cancellare di fatto la Legge Salvamare (approvata solo due anni fa) e ridotto l’efficacia della Legge 152/2006 (che disciplina la tutela delle acque interne e dei reflui urbani).

    Il trasferimento delle competenze sulle acque dallo Stato alle Regioni e, successivamente, alle Province, che avrebbe dovuto implementare l’azione della tutela, ha prodotto di fatto effetti opposti lasciando emergere arroganza e sete di interessi che sarebbero poi esplosi consentendo ai nuovi gestori di poter distruggere “Valori e Principi” fondanti del vivere civile e della tutela ambientale.
    L’ istituzione delle ATO, che avrebbe dovuto mitigare/compensare il peso della rappresentanza in sede provinciale dei territori Montani e delle piccole Isole da un lato e dei grossi agglomerati urbani dall’altro, ha riservato ai primi un peso assembleare insignificante, pari all’0,01% , e ai secondi un peso in ragione del numero degli abitanti con poteri corrispondenti alle proprie necessità e decisioni, scelte programmatiche e piani territoriali in totale dissenso con i territori Montani e le piccole Isole.
    La presenza dei piccoli comuni in sede Provinciale è risultata unicamente formale e mai utile per determinare interventi strutturali e tecnici, visto che spesso sono emersi criteri non condivisi dagli stessi abitanti delle piccole Isole.

    Caro del Gizzo, il racconto è suscettibile di ulteriori arricchimenti con il riferimento ad un episodio alquanto anomalo che riguarda la selezione del gestore ATO4, laddove venne stabilito che, se il concorrente avesse posseduto titoli per impianti e tecnologie industriali destinabili alla dissalazione, gli sarebbe stato attribuito un punteggio aggiuntivo. E questo, con il passar degli anni, mi ha fatto comprendere che in Europa non vi erano aziende meglio qualificate della Compagnie Generale Des Eaux (risultata poi vincente al Bando di Gara della Provincia di Latina)

    L’art. 10 del decreto Siccità è uno schiaffo ai cittadini delle piccole Isole che si sono battuti in questi anni per la tutela di un patrimonio straordinario, inducendoli a rinunciare all’utilizzo di una parte del territorio marino circostante, destinato ad attività lavorative, e a limitare lo spazio destinato alla fruizione turistica; è uno schiaffo al Ministero dell’Ambiente il quale ha meticolosamente vigilato, con scelte e regolamenti, per la istituzione delle Aree Marine Protette e le Riserve Naturai Statali; è uno schiaffo alle Associazioni ambientaliste che in questi anni hanno partecipato a incontri e dibattiti, esprimendo sollecitazioni e orientamenti per la tutela degli habitat naturali terrestri e marini e alle Associazioni dei Comuni delle piccole Isole che, in questi anni, hanno svolto convegni e raduni per la tutela ambientale ritenendo questa la migliore bandiera della propria identità.

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top