Innovazione tecnologica

“Portualità e balneazione”, le considerazioni di un ‘forestiero’

di Guido Del Gizzo

 .

I due interventi di Tonino Impagliazzo e poi di Vincenzo Ambrosino (in Commenti – ndr) sono una tentazione troppo forte per non intervenire sul tema.
Nell’epicrisi di oggi, Francesco De Luca, commentando la fine ingloriosa di uno strumento musicale, osserva che:
“Se si permette a chi decide, di farlo per tutti insindacabilmente… non c’è da stupirsi”.
“Libertà è partecipazione”, cantava Gaber.

Invito tutti a dare un’occhiata al sito di cui allego il link:
http://fissacproject.eu/it/living-labs/
La nota è un po’ datata, ma tutte le informazioni generali sono perfettamente attuali.

In inglese “stakeholder” significa letteralmente “portatore di interesse”, in senso lato: dagli abitanti di un’area alle grandi imprese, dalle strutture di ricerca ai comitati di quartiere, dai piccoli imprenditori alle amministrazioni locali.

Nel 2006, i ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) immaginarono lo strumento del “Living Lab” (in italiano “Laboratorio di Innovazione”) allo scopo di definire una “metodologia di ricerca per individuare, prototipizzare, verificare e affinare soluzioni complesse in contesti di vita reale, multipli e in fase di evoluzione.”

Il Living Lab nasce su iniziativa di almeno tre attori: un’amministrazione locale, una struttura di ricerca e un’agenzia di sviluppo.Deve individuare un ambito specifico di intervento: un’area, un tema di ricerca o uno specifico obbiettivo.
Deve essere aperto alla partecipazione di tutti i portatori di interesse rispetto all’ambito di intervento individuato.
Non ha connotazione politica, ma un grande “senso” politico, perché mette tutti coloro che partecipano ad una comunità, difronte alla responsabilità di partecipare alle scelte che li riguardano.

L’Unione Europea ha recepito il modello di intervento, ne ha fatto uno strumento proprio, oggetto di finanziamenti comunitari  e costituito l’ENOLL (European Network Of Living Labs).
Il MIT e l’Unione Europea sono distanti migliaia di chilometri da Ponza, diranno i più.
Non è vero.

La precedente Amministrazione Comunale, su proposta di Marina di Cala dell’Acqua srl, nel novembre 2021 approvò il progetto di costituire un Laboratorio di Innovazione a Ponza, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e richiese l’intervento dell’ agenzia di sviluppo regionale, Lazio Innova.
L’attuale amministrazione non ha dato seguito all’iniziativa, perché non la approva o perché non la capisce: le due ipotesi, peraltro, non sono in contraddizione tra loro.

Ho fatto un fioretto e ho promesso di non parlare del porto di Cala dell’Acqua fino alla decisione del TAR, il prossimo 8 novembre: mi limito a registrare che la Regione Lazio, in data 13 settembre, ha finalmente approvato la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e le Valutazioni d’Incidenza relative al Piano dei Porti di Interesse Economico Regionale.

La procedura era iniziata nel 2019 e Ponza ne fa parte.
A Ponza, il Comparto 13 attende un progetto di sviluppo urbanistico/ambientale dal 1985.

“Se si permette a chi decide, di farlo per tutti insindacabilmente… non c’è da stupirsi”, dice Francesco De Luca.
“Libertà è partecipazione”, cantava Gaber.

La fine ingloriosa dello strumento musicale è il destino dell’isola… O si può fare di meglio?

 

2 Comments

2 Comments

  1. Tonino Impagliazzo

    16 Ottobre 2023 at 14:13

    Guido Del Gizzo, ho letto il tuo apprezzato intervento e ti ringrazio.
    Il tema trae spunto da un significato letterale sui “portatori di interessi” per approdare, poi, ad uno strumento più calzante e ambizioso che è quello di un Laboratorio che necessita di almeno tre attori: l’Amministratore locale, una struttura di ricerca e un’Agenzia di sviluppo e innovazione. Un Laboratorio, quindi, aperto alla partecipazione di tutti i portatori d’interesse, previo dibattito preliminare rispetto ad una tematica individuata. L’idea è condivisibile.
    E poi, Guido lascia citare anche a me un ricordo legato al ragazzo Renato Zero, quando sugli scogli del faro a Ventotene, nel 1968, in una notte di cielo stellato scrisse la canzone Il cielo che recitava…”libertà di credere… paradiso dell’anima”… il cielo… e poi il cielo.
    Ebbene, si può fare di più ed ancora di più… basta volerlo.

  2. Guido Del Gizzo

    17 Ottobre 2023 at 14:08

    Temo che Vincenzo Ambrosino non abbia letto il link che ho suggerito, oppure non l’ha capito.
    Un Laboratorio d’Innovazione non è un “portatore di interesse esterno”, al contrario: è governato dall’Ente Locale, fino a prova contraria eletto dai cittadini, da un’istituzione scientifica pubblica e territorialmente competente, e, infine, da un’agenzia di promozione territoriale, anch’essa pubblica e territorialmente competente: ed è aperto a tutti.
    E’ uno strumento amministrativo che espande e rafforza le competenze dell’Ente Locale, mettendogli a disposizione, ove necessario, le professionalità di cui non dispone.
    Ma ha un difetto, direbbe Brecht: procedure e interessi sono pubblici e necessariamente trasparenti.
    Qui, però, devo fermarmi, per mantenere il fioretto di cui ho già detto…

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