Fari e Fanali

Sos guardiani dei fari, entro il 2030 in Italia spariranno

a cura della Redazione su segnalazione di Biagio Vitiello

 

Sappiamo bene che il mestiere di guardiano del faro è in via di estinzione. Lo sappiamo per averlo constatato a Ponza. Man mano che si è arrivati all’età della pensione i faristi sono andati via senza essere mai sostituiti. Gli ultimi guardiani della nostra isola sono stati Cristoforo e Silverio, che erano in servizio al faro della Guardia.
Un faro senza presidio è, il più delle volte, un faro abbandonato, condannato all’inarrestabile degrado soprattutto se si trova in un luogo difficile da raggiungere come il faro della Guardia per il quale sembra sia anche fallito il tentativo di assegnarlo per il recupero e la valorizzazione.
L’articolo segnalato da Biagio è datato (è del dicembre 2020), Cionondimeno lo troviamo interessante per la domanda che stimola.
Perché mai si è scelto di porre fine ad un lavoro che, in caso di bando, troverebbe file di persone disposte a svolgerlo, per la suggestione e il fascino che certi luoghi suscitano?
Sicuramente per problemi di cassa, ma anche per miopia programmatica, considerato che spesso l’abbandono di questi siti, con le conseguenze che ne derivano, comportano più spese che risparmi.

Dal quotidiano La Stampa del 21 dicembre 2020

Sos guardiani dei fari, entro il 2030 in Italia spariranno

di Fabio Pozzo

Un mestiere affascinante, ma con il tempo contato secondo una proiezione della Marina militare. “Il numero dei custodi della luce diminuisce e il blocco delle assunzioni pubbliche ci impedisce di sostituire chi va in pensione”

Non è un Sos, perché i toni allarmistici non sono propri della Martina militare. Ma la preoccupazione esiste. Vedere “estinguersi” un mestiere come quello del farista, infatti, dispiace a chi ha legato la sua vita al mare. E non solo loro. C’è un’ampia narrativa, scritta e per immagini, sui fari e i suoi custodi. Leggende, storie di mare, talvolta pure racconti di fantasmi, ma anche di salvataggi epici. E poi, quella luce che sferza e si fa largo nelle tenebre, da sempre è un segnale di speranza e di rassicurazione.

In difesa dei fari

Col tempo, in Italia come in molte altre nazioni sono sorti gruppi e associazioni di “lighthouse lovers”, vale a dire di appassionati di fari, una passione che per forza di cose è legata anche alla storia dei loro guardiani.  Ci sono anche state diverse iniziative a favore del mantenimento dei fari, ad esempio in Francia o in Gran Bretagna, dove l’avvento delle nuove tecnologie ha ridimensionato il ruolo delle lanterne. L’utilizzo del Gps da parte delle navi e imbarcazioni, che comunque non garantisce la sempiterna copertura perché ci possono essere zone d’ombra, può andare in tilt il sistema satellitare sul quale si basa e, ancora, può essere bersaglio di attacchi terroristici o di hacker. Non ultimo, va ricordato che i satelliti sono comunque di proprietà di nazioni (americani, russi, cinesi) o di privati, e per qualche ragione (remota, a ben guardare) potrebbero anche oscurarli.

 

https://www.lastampa.it/mare/2020/12/21/video/sos_guardiani_dei_fari_un_lavoro_a_perdere-144119/

(cliccare sul link per aprire il video)

Un lavoro a perdere

I fari in Italia sono di proprietà demaniale e sono gestiti dalla Marina Militare dagli inizi del secolo scorso (1911). Qualcuno è stato negli anni dato in concessione, come edificio – ad esempio, il faro di Capo Spartivento in Sardegna -, ma resta sempre la lanterna in gestione alla Marina per l’ausilio alla navigazione. Fatto salvo quelli dismessi. Quasi tutti sono elettrificati (le lanterne non si alimentano insomma più con l’acetilene) e sono controllati in remoto. Le lanterne si spengono e si accendono con timer e sensori, come avviene per l’illuminazione pubblica. Ci sono però diversi fari, soprattutto i principali, che sono ancora vigilati dall’uomo, che hanno un guardiano che li custodisce, controlla e che si occupa della manutenzione della luce e dell’edificio.

Un lavoro, quest’ultimo, destinato però a scomparire. Guardiano del faro si diventa in qualità di dipendente civile del ministero della Difesa, e in particolare della Marina militare, che ha una sua “divisione” propria, quella di Marifari. Si frequenta un corso e si ottiene la destinazione. Dove, spesso, si resta sino all’età della pensione. “I guardiani dei fari sono appassionati del loro lavoro e molti restano sino ai 67 anni”, dice il capitano di fregata Alessandro Cirami, comandante dei fari e segnalamenti dell’Alto Tirreno. Come Angelo Decaro, il guardiano della Lanterna di Genova, faro storico la cui luce risale al 1128, ormai prossimo al congedo.

Il problema è sostituirli. Buona parte di coloro che sono in servizio sono over 55 anni, dunque avanti nella professione. Sono dipendenti civili del ministero della Difesa, che da tempo non bandisce più concorsi per assumere. Guardiano può anche diventarlo un militare, che lascia le stellette, ma il numero è piuttosto esiguo. Così, dice Cirami, le prospettive non sono rosee. “Con il blocco delle assunzioni non c’è turnover e dunque non possiamo sostituire chi va in pensione. Stiamo lavorando con il governo per trovare una soluzione, ma se non ci sarà abbiamo calcolato che entro il 2030 il loro numero sarà davvero esiguo”. Praticamente, vicino allo zero. Un altro lavoro – storico, affascinante, utile alla navigazione (“La luce del faro guida non solo le navi, ma le imbarcazioni da diporto, da pesca” ricorda Cirami) – a perdere.

 

 

1 Comment

1 Comment

  1. Luisa Guarino

    25 Settembre 2023 at 15:12

    Il fascino antico e misterioso dei fari mi avvince sempre. Così, mentre aspetto con impazienza che arrivi in libreria il mio nuovo calendario 2024, leggere un servizio vecchio di quasi tre anni come quello che ci segnala Biagio, scritto da Fabio Pozzo sul quotidiano La Stampa, è sempre di grande attualità. I fari spariranno del tutto entro il 2030, e il nostro mondo diventerà sempre più povero, anche di bellezza e cultura.

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top