Usi e Costumi

La Parata

di Francesco De Luca

 

 

Il mattino trova aperta la porta della Parata (1) ed entra col colore rosa che si infuoca di rosso, riproducendosi fra le onde del mare. Dà risalto alle coste dell’isola, in placida attesa. Quindi ingiallisce il sole e il cielo si mostra netto, senza neanche una macchia.

La scia dell’aliscafo distingue nel mare una strada bianca che porta lontano mentre la nave cisterna si avvicina sorniona. Tutt’intorno l’acqua sembra aspettare il tramestìo che fra poco subirà dai motoscafi, e si dondola fra onda e onda, lasciando che le barche a pesca stiano ferme sulle secche.

Nello specchio d’acqua del Porto l’uomo sul suo guscio di legno esplora con lo specchio il fondale dei faraglioni della Madonna, pronto a infilzare col tridente il polpo incauto.

Soltanto agli attracchi intorno ai pescherecci si nota un accennato movimento. I pescatori di pesce spada conversano: chi rammentando la rete e chi sistemando corde.

Il fornaio è aperto e così le pescherie. Un cornetto caldo, qualche battuta con Giulio, con Luciano, ma nulla turba la quiete dei caseggiati che si affacciano sulle banchine.

I cani gironzolano già annoiati e s’acculano per chiedere ai pochi passanti un’attenzione che il mattino ancora consente.

Sui gozzi come inutile addobbo si mostrano i remi.

 

Nota: 1 – zona di Ponza sulla costa est

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