Usi e Costumi

Segnali di fumo

di Francesco De Luca

I pellerossa nei fumetti di Tex Willer comunicavano fra loro, superando le enormi distanze, col fumo. Dalle alture s’alzavano nuvolette di fumo e la loro grandezza insieme all’intervallo fra loro avvertivano, davano posizioni e, in ogni caso, erano il segno di una presenza costante. I segnali di fumo dicevano che gli indiani monitoravano il loro territorio.
Messaggi scarni, da interpretare. Ostici per i cowboy, chiari per i ‘fratelli di sangue’ figli di Manitù.
Avrà attinenza con questo il mio articolo? Vedete voi.

Io voglio esplicitare un rammarico. Mi impatto ogni giorno con i compaesani ponzesi e la loro compagnia mi riempie di gioia e gratitudine. Gioia perché la condivisione di ricordi, personaggi, aneddoti, situazioni dà carica alla mia identità. Con loro mi ritrovo situato in un contesto socio-ambientale in cui sono nato e che contribuisco a far vivere. Gratitudine perché in larga parte il mondo della mia costruzione intellettuale poggia e si innalza sulla cultura ponzese condivisa.

Epperò mi deprime il fatto che il sito Ponza racconta non trovi presso i compaesani lettura (questo il mio giudizio). Il Sito, che per la sua natura aerea si può leggere nella pagina quotidiana in cinque minuti, non sia abbastanza frequentato.

E questo lo dico non perché sono un assiduo articolista e dunque brami di essere seguito. Non è questo sentimento narcisistico a farmi esprimere così, bensì la convinzione che il Sito può generare una ‘opinione pubblica’, per quel tanto condivisa e per quel tanto avversata. Macché… i compaesani… ognuno con la sua opinione, chiusa fra le quattro mura della propria solitudine. Refrattari a quanto si muove intorno.
Isolani, isolati e soli.

L’obiezione più evidente potrebbe racchiudersi nella domanda: se ti avvedi di questa distanza dovresti darti anche una risposta. Ovvero, per essere espliciti: se i compaesani non si avvicinano è perché la tua offerta non trova gradimento!
Fin qui ci arrivo. Non penso certo che la ragione la possieda io e tutti gli altri sono in errore! Ma il mio errore qual è? Qualcuno lo espliciti affinché io possa ravvedermi.
Ho personalizzato il discorso per renderlo più fluido ma è chiaro che la domanda che mi sono posto interessi tutto il gruppo di chi ci tiene al Sito e lo alimenta con entusiasmo e competenza.

Da questo mio dispiacere nasce la delusione che il Sito non venga utilizzato, ad esempio, per affrontare temi e contenuti religiosi, vicini ai parrocchiani; così come istanze sociali, care agli Amministratori, non vengano pubblicate; oppure problemi e argomenti attinenti alla Scuola, rimangano inespresse.
Giudico che sia un peccato che il Sito non possa vantarsi di essere la bocca dei Ponzesi. E, dietro la bocca, anche la mente, e il cuore.

Il mio è un segnale. Di fumo. Evanescente e inconsistente. Per dire che il Sito c’è, è presente. Potrebbe rappresentare quel vincolo di raccordo di cui spesso lamentiamo la mancanza.

 

12 Comments

12 Comments

  1. la Redazione

    22 Marzo 2023 at 14:02

    A beneficio di coloro che non hanno una pagina Facebook riportiamo una serie di commenti postati da diversi lettori sulla pagina Facebook del sito

  2. Danilo Conte (dalla pagina Facebook del sito)

    22 Marzo 2023 at 14:04

    Il paese è ricco ma il comune è povero
    La mancanza di interesse dei ponzesi nei confronti del sito è lo specchio della nostra comunità! Esso non può essere la bocca, la mente, il cuore semplicemente perché qui mancano queste tre cose! Mancano i pilastri della civiltà!
    Il paese è ricco di omertà e povero di virtù; il sito altrettanto!
    A parte pochi recenti articoli dedicati all’analisi della situazione catastrofica in cui versa il territorio, mai sono stati affrontati temi importanti, anzi spesso si fa di tutto per non citare o denunciare problematiche del territorio… qualcuno potrebbe offendersi… qualche mammasantissima, qualche compagno, qualche compaesano…
    Fino a ieri parlavate parafrasando ed esponendo articoli mistici da sang ‘i rutunne che manco con la fantasia si riusciva a decifrare! La verità è che a Ponza, a parte il malaffare, l’ignoranza e la sete di potere c’è ben poco!

  3. Polina Ambrosino (dalla pagina Facebook del sito)

    22 Marzo 2023 at 14:07

    Danilo Conte, a Ponza sono anni, anzi decenni che non esiste più una COMUNITÀ. il paese è spopolato, interi quartieri vuoti. Fra i pochi rimasti c’è chi per carattere è chiuso a riccio nei fatti suoi o chi i fatti degli altri li giudica dal suo pulpito. I pochi che amerebbero lo scambio culturale, l impegno sociale, sono considerati quasi alieni. Se il sito voleva essere x tutti (se) non lo è più.

  4. Giuseppe Fon (dalla pagina Facebook del sito)

    22 Marzo 2023 at 14:09

    A Ponza manca il concetto di unione ed il concetto di fratellanza, i segnali di fumo degli indiani che riporti erano segno di una comunità organizzata ed unità coesa verso la sopravvivenza ed il progresso basata sul principio che l’Unione fa la forza. Qui a Ponza esiste solo cattiveria ed invidia, ed egoisti arrabbiato che il vicino possa essere migliore di te, da demolire e non da prendere d’esempio per fare meglio. Avoglia a mandare segnale di fumo…si dissolveranno come tali.

  5. Maria Civita Coppa (dalla pagina Facebook del sito)

    22 Marzo 2023 at 14:13

    Caro Franco, ultimamente gli articoli pubblicati si limitano agli annunci di nascita, lauree e decessi. Magari se si ritornasse allo spirito iniziale di raccontare semplicemente Ponza invece di leggere articoli che non affrontano temi fondamentali o che chiedano il confronto con i poveri mortali. Sono pienamente d’accordo con Danilo, a Ponza ormai siamo alla frutta e dispiace dirlo.

  6. Ofelia Serto (dalla pagina Facebook del sito)

    22 Marzo 2023 at 14:16

    Maria Civita Coppa che io ricordo Ponza-racconta nacque per raccontare di una Ponza del passato e di tante cose accadute che non si conoscevano, poi siamo passati ad attaccare all’epoca amministrazioni che non piacevano con sang ‘i rutunne ed ora a semplici pubblicità… e quest’è

  7. Lucia Tagliamonte (dalla pagina Facebook del sito)

    22 Marzo 2023 at 14:19

    Maria Civita Coppa, è tutto vero quello che dici, prima lo leggevo sempre ora no

  8. Clorinda Di Zoro (dalla pagina Facebook del sito)

    23 Marzo 2023 at 14:36

    Caro direttore, levando quei pochi adulti per bene, che ancora si contano, che ancora ci raccontano la storia di Ponza: guardi i giovani!
    Ogni giorno mi affanno a dare il buon esempio ai miei figli, come ci provano altre famiglie perbene, garantire loro un futuro e una buona educazione!
    Non so lei, ma io vedo ragazzi che bestemmiano, sono “fatti, strafatti e ‘mbriachi“!
    Un livello di cultura alto quanto uno shortino! L’unico linguaggio è quello di usare le mani seguite da parole scurrili
    Per non parlare della mentalità retrograda generata da padre in prole
    La sete di potere e il prevaricare sugli altri è la cornice di questo quadro artefatto e misero.
    I segnali di fumo li dovremmo lanciare tutti per salvare il salvabile. I miei ossequi

  9. Noemi D'Andrea (dalla pagina Facebook del sito)

    23 Marzo 2023 at 14:39

    Clorinda Di Zoro, hai ragione

  10. Clorinda Di Zoro (dalla pagina Facebook del sito)

    23 Marzo 2023 at 14:42

    Noemi D’Andrea, quanta tristezza mi fa

  11. Noemi D'Andrea (dalla pagina Facebook del sito)

    23 Marzo 2023 at 14:45

    Clorinda Di Zoro vero, si deve solo ostinatamente continuare a lavorare ed educare i figli ad essere persone per bene, anche se incontreranno prima o poi un lestofante loro devono essere diversi.
    È l’unica salvezza

  12. Franco Zecca

    27 Marzo 2023 at 12:18

    Sono pienamente d’accordo con ciò che ha scritto Franco De Luca.
    È vero che la gente di Ponza non è più come una volta: con gli stessi problemi,
    le stesse idee di socializzazione, gli stessi ritmi di vita. Cioè comunità nel senso classico della parola.
    Non giustifico alcuni commenti negativi pubblicati sella pagina FB del sito Ponzaracconta. Secondo me molti di quei giudizi derivano dal fatto che l’autore ha avuto qualche motivo di insoddisfazione e ha generalizzato in modo negativo nei confronti del “ponzese” in genere.
    Come si fa ad affermare che non esiste una “comunità ponzese”? A parte il dialetto comune che pure unisce molto, che io sappia (a parte il lockdown), si sono sempre allestite feste popolari molto sentite da tutti; ci sono state manifestazioni culturali, di larga partecipazione; gite di comitive organizzate. E la mobilitazione, anche se in campi contrapposti, per le elezioni comunali? Poi le riunioni del Consiglio Comunale non sono granché partecipate, è vero, ma comunque fattive e molto dibattute in altre sedi. E mi giungono voci di riunioni – familiari e non – molto frequenti. Se questo non si chiama comunità, quale potrebbe essere il significato della parola?
    Di tutto quanto esposto Ponzaracconta ha riferito mano mano, ha ospitato i diversi punti di vista, ha diffuso la conoscenza. Ovvio che non c’è solo la cronaca terra terra o giorno per giorno, ma il sito si allarga al passato e al futuro, con una – secondo me – interessante apertura culturale.
    Chi poi non lo legge non può dire che sono stati nascosti degli avvenimenti, o delle tematiche. Piuttosto trovo che alcuni commenti negativi siano viziati da posizioni preconcette, di tipo ‘politico’, per capirci, ma in questo campo non ho mai voluto entrare e non mi sento di dare giudizi. Solo mi sembra una motivazione debole e superficiale.

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