Geologia

Il rischio di alluvioni e frane a Ponza

di Vincenzo Bonifacio

Ho letto sul sito l’interessante articolo sul rischio idro-geologico a Ponza, a cura della Redazione: ‘U lavo’ a Ponza, finché c’è tempo… Una proposta per il ‘canalone’, e mi fa piacere che abbiate attinto in parte alle mie informazioni, perché l’argomento mi sta molto a cuore.

È plausibile che quanto accaduto ad Ischia abbia impressionato e sollevato la preoccupazione che situazioni simili possano verificarsi nella nostra isola, anche se ritengo che si tratti di territori diversi. A Ponza non sono presenti declivi così ripidi come intorno al monte Epomeo; inoltre la coltre di terreno ed argille sulla nostra isola non è altrettanto spessa ed abbondante.
Certo questa situazione non rende l’isola completamente scevra dai rischi di smottamenti ed inondazioni.
Sono d’accordo che aree ad alta criticità vanno individuate nella zona del porto e nella vallata di Santa Maria.

Il problema del porto
fu risolto brillantemente in epoca borbonica con la costruzione del “Canalone” ma poi nel tempo la funzione di questa struttura fu trascurata, ed in epoca più recente è stata coperta; in alcuni punti l’accumulo di detriti ne ha ridotto la portata ed uno sbarramento non permette più all’acqua di defluire nel tunnel di Chiaia di Luna.
Sarebbe per questo motivo utile ripulirlo e rimuovere le ostruzioni, in particolar modo quella presso l’Hotel Santa Domitilla, in modo da ripristinare la funzione primitiva; inoltre sarebbe utile un piano di pulizia annuale così come avviene per i canali di bonifica pontina.

L’altra zona critica ad alto rischio idrogeologico riguarda l’invaso sotto l’abitato di Santa Maria.
Il torrente Linguana che raccoglie le acque che scendono nei periodi di pioggia è stato alterato da numerosi interventi, tanto è vero che il suo letto si identifica con la strada che attraversa la vallata; solo il tratto finale è stato regimentato con due alte sponde come si conviene ad un’opera idraulica. Tutta questa area declive presenta un alto rischio di criticità ed inondazioni ed andrebbe effettuato uno studio per proporre opere preventive.

Queste attenzioni nelle zone più fragili non dovrebbero essere disgiunte da  un maggior senso civico della popolazione locale poiché ho notato che in diversi punti, soprattutto in prossimità di abitazioni private, sono stati effettuati interventi non proprio corretti che penalizzano l’assetto idrico.

Come ultimo fattore di rischio e forse il più importante, vorrei sottolineare la cura del territorio agricolo che in epoca moderna è stata completamente trascurata.
In passato la coltivazione dei declivi con i terrazzamenti imponeva la creazione dei muri a secco (le parracine) che imbrigliavano il terreno e che inoltre avevano la funzione di assorbire acqua e farla defluire lentamente spesso nelle canalizzazioni e nei pozzi.
Andrebbe per questo effettuata una politica di incoraggiamento e di aiuto che oltretutto sarebbe utile a riqualificare la funzione di questo territorio che è stato creato con molta fatica e sudore dai nostri antenati.

Ponza, cartina del Pandi (1807) – Da Pontio, l’isola di Pilato

Antica mappa, sempre da “Pontio” (Monte Cercelli = Promontorio del Circeo)

1 Comment

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  1. Biagio Vitiello

    5 Dicembre 2022 at 10:48

    Buongiorno, ho letto con molto interesse l’articolo di Enzo Bonifacio sui dissesti idrogeologici riguardanti la nostra isola (problema cui dovrebbe porre molta attenzione chi va ad amministrare il nostro comune, ma dubito che avvenga).
    Bonifacio ha tralasciato una cosa molto importante che riguarda la nostra collettività: la costruzione della scuola di Santa Maria su un sito alluvionale, per la quale si sono spesi milioni di euro e altri se ne continuano a spendere.
    Mi domando: con tanti plessi scolastici vuoti a Ponza, perché si insiste a tenere gli scolari in quel plesso, dove sussiste una probabile situazione di pericolo?
    Altra cosa che suggerisco: cosa si deve fare per contrastare il dissesto nell’isola? Secondo me ci vorrebbe un piano generale d’intervento al fine di mitigare i rischi per noi ponzesi che dovrebbe riguardare soprattutto le zone in cui vi sono abitazioni esposte. E non fare, come è stato fatto per la mia zona, spostare il finanziamento assegnato nel 2007 ad altra zona – con altra progettazione e spreco di risorse -, per darmi un dispiacere. Questi sono gli amministratori (e anche dipendenti comunali) che non dovrebbero esistere sulla faccia della terra ed evito di fare nomi perché siamo in clima natalizio.
    P.S. – Se qualcuno fosse interessato a saperne di più, sono disponibile a fare un promemoria in merito al finanziamento.

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