Ciarnella Amelia (Lianella)

L’angolo di Lianella/20. Una brutta esperienza vissuta con terrore

di Amelia Ciarnella

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Un’esperienza quanto mai terrificante, la visse la mia professoressa di matematica all’età di 30 anni in seguito ad un incidente automobilistico. Mi raccontò che un giorno mentre si recava in macchina a far visita a sua madre  un furgone le tagliò la strada e lei ebbe solo il tempo di frenare, ma l’impatto fu inevitabile.

Si risvegliò nella camera mortuaria di un ospedale, completamente paralizzata, ma sebbene fosse impossibilitata sia a muoversi che a parlare, era in grado di vedere e sentire. I due medici che lei vedeva accanto a sé stavano ormai raccogliendo le loro cose, dopo averla visitata e dichiarata morta. Sentì uno dei due che diceva: “Peccato davvero, era così giovane!”.

Dopo di che, riordinato e depositato tutto dentro una borsa, li vide avviarsi verso l’uscita mentre disperata li chiamava piangendo e urlando con tutte le sue forze, senza rendersi conto che tutto rimaneva dentro di lei dal momento che ogni parte del suo corpo era inerte.
Intanto i due medici avevano raggiunto quasi la porta di uscita e lei pensava con terrore che sarebbe morta così, disperata e inascoltata. Sembrava proprio la fine quando, inaspettatamente, il miracolo ci fu. Uno dei due medici infatti tornò indietro per prendere qualcosa che aveva dimenticato e dando ancora un ultimo sguardo alla giovane “morta” si accorse che una lacrima le rigava il viso e contemporaneamente notò anche un leggero movimento del dito mignolo della mano destra. Allora si precipitò a prendere lo stetoscopio e insieme al collega rivisitarono attentamente la giovane, accertando che non era affatto morta ma ancora viva. Fu quindi portata immediatamente nel reparto dove le furono praticate tutte le cure necessarie che il suo stato richiedeva.

E fu così che la giovane professoressa poté riprendersi, per sua fortuna, molto bene da poter in seguito raccontare la sua terribile avventura.

 

NdR: in copertina “L’anatomista”, olio su tela del pittore e pedagogista tedesco Gabriel Cornelius Ritter von Max  (1840-1915)

***

Appendice del 12 febbr. 2022 (cfr. Commento di Sandro Russo)

Precedenti scritti sul tema (un film sull’Aldilà, la morte apparente, la tumulazione prematura) in tre articoli sul sito:

https://www.ponzaracconta.it/2021/06/28/un-film-sullaldila-e-quel-che-ne-sappiamo-prima-parte/
https://www.ponzaracconta.it/2021/07/01/un-film-sullaldila-e-quel-che-ne-sappiamo-2/

https://www.ponzaracconta.it/2021/07/07/un-film-sullaldila-e-quel-che-ne-sappiamo-3/

Il racconto di Stephen King da “Tutto è fatidico” (antologia del 2002; Sperling & Kupfer Eds.)

Stephen King. Autopsia 4

1 Comment

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  1. Sandro Russo

    12 Febbraio 2022 at 07:07

    Brava Lianella ad aver proposto un tema quanto mai intrigante, quello della morte apparente, cui abbiamo dedicato tre corposi articoli, commentando un film sullo tsunami del 2004; Hereafter, di Clint Eastwood (film del 2010); ma poi siamo arrivati a parlare delle esperienze di quasi morte e perfino di Romeo e Giulietta… (i link sono riportati a fondo pagina nell’articolo di base)
    Ma qui voglio proporre, per una lettura da week-end, un racconto breve di un maestro della scrittura, di Stephen King (1947; autore di culto e sceneggiatore che vive e corre insieme a noi). Anche lui ha esplorato i confini tra la vita e la morte, a volte con franche cadute nell’irrazionale. Ma un suo racconto – Autopsia 4 – è una perla assoluta (in formato .pdf nell’articolo di base), per inventiva, capacità di prolungare la suspence a limiti inarrivabili e anche per il finale.
    Quello che succede nella sala di Autopsia n° 4 di un ospedale americano vi avvincerà..!

    Scrive Stephen King nella presentazione del racconto:
    Credo che a un certo punto ogni scrittore di horror debba affrontare l’argomento della tumulazione prematura, se non altro perché sembra una paura estremamente diffusa. Quando avevo circa sette anni, il programma più pauroso in circolazione era Alfred Hitchcock presenta, e l’episodio più spaventoso di tutta la serie – io e i miei amici eravamo d’accordo all’unanimità – era quello in cui Joseph Cotten interpreta un uomo rimasto ferito in un incidente d’auto, ferito così gravemente che i medici lo credono morto. Non sentono nemmeno il battito del cuore. Stanno per praticare l’autopsia – in altre parole, lo stanno per aprire mentre è ancora vivo e dentro di sé urla dal terrore – quando lui riesce a distillare un’unica lacrima per far capire che è vivo. È un momento commovente, ma la commozione di solito non fa parte del mio repertorio. Quando ho iniziato a riflettere sull’argomento, mi è venuto in mente un modo più… vogliamo dire, moderno? di comunicare la propria vitalità, e il risultato è stato questo racconto.

    E già da qui si capisce che riuscire a spremere una lacrima da un corpo completamente paralizzato, per far capire che si è vivi… è una roba da dilettanti!
    Buona lettura! Sarà un tempo speso bene!

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