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Ponza: isola mitica (2)
. Per l’articolo precedente, leggi qui . L’isola di Ponza appare in primo piano nel corso del sec. XV, allorquando essa entra in lizza sia dal punto di vista del potere pontificio, sia nella lotta tra Angioini e Aragonesi. La politica “francese” del papa Urbano IV, in contrasto con l’atteggiamento filo-britannico dei suoi predecessori Innocenzo IV ed Adriano IV, imponendo la dinastia angioina in Sicilia, accese le polveri per quella che era una disputa tra la Francia, che proteggeva gli Angioini e l’Inghilterra, che sosteneva gli Aragonesi. La contesa angioino-aragonese doveva a Ponza avere una seconda fase. Il 5 agosto 1435, nella guerra tra Angiò ed Aragonesi, si scontrarono 11 cocche e 3 galee genovesi, comandate da Biagio Assereto, con 11 galee e 6 barbotte aragonesi, comandate da Alfonso V di Aragona per gli Spagnuoli. La battaglia fu originata dall’assalto che la squadra genovese, agli ordini del Visconti, ma comandata dall’Assereto, dispose a Ponza con il chiaro intento di rifornire Gaeta, assediata dagli Aragonesi. Il re Alfonso V fu quindi consegnato a Filippo Maria Visconti. Ma egli si accordò con il Visconti, contro gli interessi di Genova, che era soggetta a quella casa illustre. La città della Lanterna, accortasi dell’intesa, si ribellò contro i Visconti e, per l’occasione, fu ucciso il governatore milanese della città Opizzino di Alzate. Nel 1522, nel corso delle guerre di Carlo V contro la Francia, si ebbe, il 5 agosto, un nuovo assedio dell’isola. Il teatro dello scontro vide contrapposte 100 galee turco-francesi contro 39 galee spagnole. La vittoria arrise ai turchi-francesi. Comandavano le schiere contrapposte Sisan Pacià per i primi e Andrea Doria per gli spagnuoli. Nel 1533 Kair-ed-din “Barbarossa”, diretto a Sperlonga e a Fondi, ove tenterà, poi, di rapire l’avvenente Giulia Gonzaga, mise a sacco e fuoco l’isola. Le incursioni turche continuarono ancora, tanto che Ponza si spopolò (11). Nel 1552, ad esempio, il corsaro Dragut assalì Traetto (Minturno). A seguito di tali rischi furono abbandonati anche i monasteri benedettini, istituiti sulle isole di Ponza, Palmarola, Zannone. Alla fine del sec. XVI se ne impadronirono i Farnese, da cui le isole ponziane passarono, nel sec. XVIII, in eredità a Carlo di Borbone, il quale le unì al Regno di Napoli, tentandone immediatamente il ripopolamento con coloni napoletani. Tutto ciò avvenne dopo il 1731 (12). Dopo l’eruzione del Vesuvio del 1774 molti coloni napoletani vi affluirono. Nel 1799 vi fu impiccato Luigi Vernau (1768 c. – 1799), autore della partecipazione ai moti di Procida. Il 26 giugno 1857 il rivoluzionario Carlo Pisacane, insieme a Giovanni Nicotera ed altri liberò i detenuti dell’isola. Con essi tentarono la sfortunata spedizione di Sapri. Le isole Ponziane vennero usate dai Borboni quale luogo di deportazione e di prigione. Soprattutto S. Stefano, con il suo sinistro strapiombo, entrò in funzione il 26 settembre 1795, diventando un freddo e spettrale ergastolo. Durante il periodo fascista giunsero alle Ponziane delle “Compagnie di Disciplina”. Tra gli esiliati politici se ne conoscono moltissimi tra coloro che furono confinati a Ponza. Vanno ricordati Romita, Nenni, Terracini, Bordiga, Zaniboni, oltre a vari esponenti stranieri, tra gli altri. Nei giorni 27 e 28 luglio 1943 vi fu prigioniero anche Mussolini prima di essere condotto al Gran Sasso, dopo la sua deposizione (25 luglio). Una nuova èra inizia indubbiamente per le bellissime isole Ponziane, il cui avvenire è tuto in una più considerevole valorizzazione turistica. Luoghi significativi sono le Ville romane, di cui si possono ammirare cospicue testimonianze, il Fortilizio, costruito dagli inglesi nel 1808, le Mura romane, nonché le Grotte di Pilato, costruite dai romani. Interessanti le gite turistiche alle altre isole: Gavi, Palmarola, Zannone, Ventotene, S. Stefano. Il pesce costituisce per Ponza di certo un piatto d’obbligo. Da Anzio, Terracina, Formia funzionano dei servizi di vaporetti, che la collegano con la terraferma. I faraglioni, le grotte naturali, la scoglio del Caciocavallo, lo Scoglio di Frisio e Giancos, le caratteristiche “cale”: Cala d’Inferno, Cala del Core, Cala Gaetano, ecc. offrono ai visitatori ed ai turisti degli squarci meravigliosi. Numerosissimi gli alberghi, che mettono a disposizione dei visitatori ogni comfort. Al censimento del 1971 Ponza ha fatto registrare 3.782 abitanti. . Bibliografia (relativa alla seconda parte) 9 Francesco Giunta, Corso di Storia Medioevale, Palermo, 1965, pag. 5. Cfr la bibliografia contenuta nel volume. 10 St. ill, Dizionario delle battaglie, Milano 1966-68, p. 396-7. 11 S.I, cit. pag. 306. 12 Idem, loc. cit. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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