Racconti

 Senza conforto

di Francesco  De Luca

Come è triste la ‘piazza’ senza i mormorii di chi vi staziona lasciando al tempo l’agio di consumarsi. Con sotto gli occhi il grazioso ‘porto borbonico’, intasato di barche lasciate all’andirivieni  della straziante risacca.
Stamane il sole non è compagno e un venticello tirato rammenta che l’inverno è ancora in sede.

L’inverno si combatte col calore della socialità. Che manca perché l’isola è priva di residenti. E la piazza palesa il suo lamento nella privazione dei gridi infantili, dei passi leggeri dei bambini, di quelli pesanti di chi ha gli anni sulle spalle.

I pigolii dei passeri sulle querciole non s’accompagnano ad alcun vocìo di uomo. Sono sospiri di pianto che si mischiano ai gemiti dei refoli raschianti gli spigoli.
Sono i lamenti di un abbandono immeritato. Senza conforto.

Giorgio de Chirico, Piazza d’Italia con piedistallo vuoto, 1955

Immagine di copertina. Giorgio de Chirico. Melancholy of a beautiful day (1913

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