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L’inconscio messo in scena dal cinema (2). Il pianeta proibito

di Piero Nussio, segnalato da Sandro Russo

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Per la puntata precedente, leggi qui

Lo stesso spunto tematico è alla base di un altro film che usa ancora il linguaggio dell’esplorazione spaziale per affrontare i temi dell’inconscio.
Si tratta del film americano Il pianeta proibito, di ben più debole livello, ma molto simile nella costruzione.
Il Comandante Adams guida una spedizione di soccorso per recuperare gli astronauti della nave spaziale Bellerofonte, che molti anni prima sono naufragati sul pianeta Altair-4.
Giunti nelle vicinanze, vengono contattati dal Dottor Morbius, unico sopravvissuto degli astronauti dispersi, che intima all’astronave di soccorso di allontanarsi, perché il pianeta Altair è pericoloso, e “proibito”…

Il Comandante Adams ignora l’avvertimento e decide di atterrare sul “pianeta proibito”, ma lo accolgono una serie di attacchi e disastri. Il Dottor Morbius racconta della fine di tutti i suoi compagni, smembrati e fatti a pezzi da una forza ignota ed invisibile, che ha distrutto anche l’astronave Bellerofonte e ha risparmiato solo Morbius e sua moglie, morta in seguito di morte naturale.

È il dottore a narrare la storia dei Krell, la civiltà che abitava Altair-4 e si che era evoluta inseguendo la conoscenza fino alla loro meta più alta, la liberazione dalla necessità di strumenti materiali. Per poi essere distrutta misteriosamente in una sola notte. Nulla rimane sulla superficie del pianeta, ma nel sottosuolo sterminati laboratori sono ancora funzionanti grazie alla loro capacità di “auto-manutenzione”. Il Dottor Morbius spiega loro che c’è una macchina realizzata dai Krell, che fa apparire e rende concreti tutti i “mostri dell’ID”

Comandante Adams: Cos’è l’ID?
Dr. Morbius: [frustrato] Id, id, id, id, id! È un… è un termine obsoleto. Temo che una volta fosse usato per descrivere le basi elementari della mente subconscia.
Comandante Adams: [a se stesso] I mostri dell’ID…
Dottor Morbius: Eh?
Comandante Adams: I mostri del subconscio. Ovviamente. Questo è ciò che intendevo, Morbius! La grande macchina, 8.000 miglia di relè Klystron, energia sufficiente per un’intera popolazione di geni creativi, gestita tramite telecomando. Gestito dagli impulsi elettromagnetici dei singoli cervelli Krell.
Dr. Morbius: A quale scopo?
Comandante Adams: In cambio, quella macchina definitiva potrebbe proiettare istantaneamente la materia solida in qualsiasi punto del pianeta, in qualsiasi forma o colore si possa immaginare. Per “qualsiasi” scopo, Morbius! Creazione mediante il semplice pensiero.
Dr. Morbius: Perché non l’ho sempre visto?
Comandante Adams: Perchè, come te, i Krell hanno trascurato un pericolo mortale: il loro odio subconscio e la brama di distruzione.
Dr. Morbius: La bestia. Il primitivo senza cervello! Anche i Krell devono essersi evoluti da quell’inizio.
Comandante Adams: E così quelle bestie senza cervello del subconscio avevano accesso a una macchina che non poteva mai essere spenta. Il diavolo segreto di ogni anima del pianeta viene liberato contemporaneamente per saccheggiare e mutilare. E vendicati, Morbius, e uccidi!
Dottor Morbius: I miei poveri Krell. Dopo un milione di anni di brillante sanità mentale, difficilmente avrebbero potuto capire quale potere li stesse distruggendo.
Dr. Morbius: Sì, giovanotto, tutto molto convincente, tranne che per un evidente errore. L’ultimo Krell morì 2000 secoli fa. Ma oggi, come tutti sappiamo, esiste ancora in libertà su questo pianeta un mostro vivente.
Comandante Adams: La tua mente si rifiuta di affrontare la conclusione.
Dr. Morbius: Cosa intendi?

Adams ha compreso che, come per i Krell, anche per Morbius la capacità di creare la vita con la forza della mente è la causa della distruzione; infatti quando la mente cosciente raggiunge questo potere, anche l’Id, la mente inconscia ottiene la stessa capacità.

Comandante Adams: Ti rifiuti ancora di affrontare la verità.
Dr. Morbius: Quale verità?
Comandante Adams: Morbius, quella cosa là fuori… sei “tu”. Qualunque cosa tu sappia qui, il tuo Id lo sa là fuori.
Dr. Morbius: [con rabbia] Non sono un mostro, tu…
Comandante Adams: [alle prese con Morbius] Siamo tutti in parte mostri nel nostro subconscio, è per questo che abbiamo leggi e religione!

Il “pianeta proibito” è caratterizzato da una macchina che rende concreti tutti i desideri umani, e soprattutto attua l’inconscio arcaico, in cui sono relegati i peggiori istinti e le più grandi crudeltà di ciascun essere vivente. Si materializza nell’entità invisibile di pura energia che ha causato l’estinzione dei Krell, la morte dell’equipaggio del Bellerofonte e gli attacchi alla nave di Adams.

C’è una sola soluzione, oltre la fuga del Comandante Adams e delle sua spedizione di soccorso, ed è l’autodistruzione del pianeta Altair-4, che esplode nel cielo con il Dottor Morbius, i lontani ricordi dei Krell e tutto il meccanismo di materializzazione dell’inconscio.

Questa fosca storia avrebbe meritato probabilmente una realizzazione meno fumettistica, in cui il Dottor Morbius è interpretato da Walter Pidgeon (il bandito della “Belva umana”, e il colonnello Henderson che si opponeva a Totò ne “I due colonnelli”). Ad interpretare il Comandante Adams è invece Leslie Nielsen, che sarebbe diventato famoso per la serie comico-demenziale de “La pallottola spuntata”. Il clima generale del film è quindi quello di una commedia avventurosa di fantascienza degli anni ‘50, in cui i temi dell’inconscio sono diluiti in una realizzazione molto superficiale, ove risaltano le grazie di Anne Francis (interpreta Altaira, la figlia di Morbius) e gli interventi umoristici e futuristici di Robbie il Robot, vero protagonista della pellicola.

Certo, per il cinema raccontare l’inconscio è un compito particolarmente difficile, proprio perché, per definizione, l’inconscio è la parte della nostra psiche sconosciuta a noi stessi. In senso più specifico, rappresenta quella dimensione psichica contenente pensieri, emozioni, istinti, rappresentazioni, modelli comportamentali, spesso alla base dell’agire umano, ma di cui il soggetto non è consapevole.

È la stessa difficoltà che in fisica si incontra nel definire le due entità che sembra siano la parte preponderante del nostro Universo: la materia oscura e l’energia oscura. Dalle ricerche cosmologiche degli ultimi decenni e dalla misurazione di un universo in continua espansione, gli astrofisici hanno verificato che c’è nell’universo molta più materia ed energia di quanta se ne riesca a vedere (e misurare) con i nostri telescopi e le sonde spaziali.

Il bilanciamento, come in una partita di dare-avere, è piuttosto semplice: da un lato lo spazio e la forza di gravità che tenderebbero a far collassare tutte le galassie verso un centro di gravità. Dall’altro lato c’è la materia, che compone tutte le stelle e l’energia, che dà loro moto. Ma, per come stanno le cose ai nostri occhi, la materia e l’energia che costituiscono l’universo non bastano a tenerlo “in pareggio”. I calcoli (questi un po’ più complessi) ci assicurano che la materia di cui non ci rendiamo conto (e che quindi battezziamo “oscura”) è preponderante nell’universo. Nel nostro mondo, il 5% è fatto di materia visibile, il 26,8% è la materia “oscura”, addirittura il 68,3% è rappresentato dell’energia “oscura” (1).

Come si fa a misurare e a valutare le caratteristiche di una materia, e a maggior ragione di un’energia, che per definizione non ha alcun effetto percepibile sui nostri strumenti? L’astronomo dell’Università di Washington Bruce H. Margon ha dichiarato nel 2001 al New York Times: «È una situazione alquanto imbarazzante dover ammettere che non riusciamo a trovare più del 90% della materia dell’Universo.» Si stima dunque che esse debbano rappresentare una gran parte della massa-energia dell’universo, che sfuggirebbe agli attuali metodi di rilevazione per più del 90%. Questa forma di energia, non direttamente rilevabile e diffusa omogeneamente nello spazio, è l’unica che giustifica, tramite una grande pressione negativa rispetto alla forza gravitazionale, l’espansione accelerata dell’universo.

“Traducendo” dalla terminologia scientifica, non riusciamo direttamente a vedere o misurare la materia-energia oscura, ma ne possiamo determinare gli effetti valutandone le conseguenze astronomiche.

Il pianeta proibito
Titolo originale: Forbidden Planet
Anno: 1956, USA (Metro-Goldwyn-Mayer)
Regia: Fred M. Wilcox
Soggetto: Philip MacDonald (romanzo)
Fotografia: George J. Folsey
Montaggio: Ferris Webster
Effetti speciali: A. Arnold Gillespie, Joshua Meador, Warren Newcombe, Irving G. Ries
Musiche: Bebe Barron, Louis Barron
Scenografia: Hugh Hunt, Edwin B. Willis
Interpreti: Walter Pidgeon, Anne Francis, Leslie Nielsen, Frank Darro

Nel 1957 la MGM realizzò uno spin-off di Il pianeta proibito, il film Il robot e lo Sputnik (The Invisible Boy), di cui è protagonista Robby il robot. Il robot è stato anche il protagonista in Italia di un famoso Carosello dalla Candy  (lavatrici):  “Or che bravo sono stato, posso fare anche il bucato?” Eh no! A quello pensa Candy!

Nota

(1) – Per quanto siano strane ed “oscure”, anche per la materia e l’energia oscura vale la formula di Einstein E=mc2 che valuta la convertibilità di materia in energia e viceversa.

[L’inconscio messo in scena dal cinema (2) – Continua]

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