Canzoni

Una canzone per la domenica (291). ‘Casa mia’ di Ghali, il riscatto della periferia

di Luciana Figini

Ogni tanto seguo ancora le classifiche di MTV in televisione (cuore da teenager che ancora batte!); qualche giorno fa sono capitata sulla classifica delle canzoni più ascoltate in Italia e mi sono davvero meravigliata, ma in senso positivo: in quasi tutte le prime dieci posizioni ci sono delle canzoni italiane.

Possono piacere o meno, ma è indubbio che quest’anno alcune canzoni del Festival di Sanremo stanno avendo un clamoroso successo, e non solo in Italia.
Nomi come Angelina Mango, Mahmood, Annalisa, Lazza e Ghali stanno diventando famosi anche fuori dall’Italia e, a mio modesto parere, se lo meritano.
Ghali e la sua “Casa mia” è forse quello che ha fatto più discutere.
Ma andiamo con ordine: chi è Ghali?
Per chi non è addentro la scena hip hop o rap italiano è un nome che dirà ben poco, ma è indubbiamente uno degli artisti più interessanti della odierna scena musicale italiana.
Ghali Amdouni, noto semplicemeente come Ghali, è rapper e produttore discografico italo-tunisino.

Nato 30 anni fa da genitori tunisini e cresciuto nella periferia di Milano, nel quartiere di Baggio, è forse l’emblema di un nuovo tipo di italiano che ce l’ha fatta. «Penso sempre di rappresentare quei ragazzi di quartiere con genitori che hanno faticato tanto per crescerli».

Una storia personale che è di esempio per tutti quelli che sono in cerca di integrazione e riscatto:
”Sono cresciuto nella periferia milanese da solo con mia madre, perché mio padre è andato in prigione quando avevo due anni“

La sua vita ha una trama da immigrazione classica: i genitori che vengono in Italia per garantirsi un futuro migliore, le difficoltà per essere accettato come italiano nonostante fosse nato qui, la vita difficile di periferia.
Nonostante tutto lui non si arrende e, per mezzo della sua passione per la musica e con l’appoggio della madre che non lo abbandona mai, a poco a poco diventa ciò che è oggi: uno dei più famosi artisti italiani.


Ghali e sua madre

A Sanremo ha presentato il brano “Casa mia”, che ha suscitato molte polemiche, soprattutto nella parte centrale che è chiaramente contro la guerra e particolarmente contro la guerra nella striscia di Gaza.

Ecco le parole che hanno sollevato un polverone e polemiche a non finire:

Ma, come fate a dire che qui è tutto normale
Per tracciare un confine
Con linee immaginarie bombardate un ospedale
Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane
Non c’è mai pace

Ed ecco il video:

 

YouTube player

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Intervistato durante una trasmissione televisiva Ghali si difende sostenendo il diritto di un artista a trattare temi sociali e di attualità nelle proprie opere.

Del resto “Casa mia” non tratta solo di guerra ma parla anche della situazione delle periferie e dei problemi della società odierna:

“Siamo tutti zombi col telefono in mano…”
“Benvenuti nel Truman Show”
“Figli di un deserto lontano, zitti non ne posso parlare” (si riferisce alle proprie origini)

In questa canzone Ghali dimostra una grande sensibilità, qualità degna di un grande artista.
Il testo è commovente, il ritmo è piacevolissimo, la sua presenza è davvero notevole.
E’ un messaggio che arriva al cuore e che ha un significato profondo, è un messaggio universale che dovrebbe arrivare alle orecchie e nei pensieri di tutti.

Questo il testo di Casa mia di Ghali

Il prato è verde, più verde, più verde
Sempre più verde (sempre più verde)
Il cielo è blu, blu, blu
Molto più blu (ancora più blu)
Ma che ci fai qui da queste parti
Quanto resti e quando parti
Ci sarà tempo dai per salutarci
Non mi dire che ho fatto tardi
Siamo tutti zombie col telefono in mano
Sogni che si perdono in mare
Figli di un deserto lontano
Zitti non ne posso parlare
Ai miei figli cosa dirò
Benvenuti nel Truman show
Non mi chiedere come sto
Vorrei andare via però
La strada non porta a casa
Se la tua casa non sai qual è
Ma il prato è verde, più verde, più verde
Sempre più verde (sempre più verde)
Il cielo è blu, blu, blu
Molto più blu (ancora più blu)
Non mi sento tanto bene
Però
Sto già meglio se mi fai vedere
Il mondo come lo vedi tu
Non mi serve un’astronave, lo so
Casa mia,
Casa tua,
Che differenza c’è? Non c’è
Ma qual è casa mia
Ma qual è casa tua
Ma qual è casa mia
Dal cielo è uguale, giuro
Mi manca la mia zona
Mi manca il mio quartiere
Adesso c’è una sparatoria
Baby scappa via dal dancefloor
Sempre stessa storia
Di alzare un polverone non mi va (va)
Ma, come fate a dire che qui è tutto normale
Per tracciare un confine
Con linee immaginarie bombardate un ospedale
Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane
Non c’è mai pace
Ma il prato è verde, più verde, più verde
Sempre più verde (sempre più verde)
Il cielo è blu, blu, blu
Molto più blu (ancora più blu)
Non mi sento tanto bene
Però
Sto già meglio se mi fai vedere
Il mondo come lo vedi tu
Non mi serve un’astronave, lo so
Casa mia,
Casa tua,
Che differenza c’è? Non c’è
Ma qual è casa mia
Ma qual è casa tua
Ma qual è casa mia
Dal cielo è uguale, giuro

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