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Piero Vigorelli, ricordi di una vita da giornalista

riceviamo in Redazione e pubblichiamo

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Della lunga intervista che Piero Vigorelli ha inviato in Redazione, abbiamo stralciato le ultime due pagine (pp. 16 e 17) che riguardano la sua esperienza come sindaco di Ponza.
Il documento nella sua interezza è allegato in formato
.pdf a fondo pagina e si può anche leggere in link alla fonte.
La Redazione

Piero Vigorelli: “La brutta deriva del giornalismo”
di Pino Nano – 4 marzo 2024 – Da “Le interviste di giornalistitalia.it”

Dal sindacato al vero Servizio Pubblico, ai 6 anni sotto scorta al primo sito web della Rai

Da  pag. 16 in poi:

– Poi, una volta andato in pensione, già presidente di Timb (Telecom broadcasting), nel 2012 è stato eletto sindaco di Ponza…
«Bellissima esperienza. Ponza è il mio rifugio da quasi cinquant’anni. La giunta precedente era finita agli arresti e l’immagine dell’isola era degradata. Da giornalista, come Sindaco, ho fatto una campagna pirotecnica per rimodellare l’immagine di Ponza e, sull’isola, ho abbattuto illegalità e ho cominciato a costruire un futuro di ricchezza.

Piero Vigorelli, sindaco di Ponza dal 2012 al 2017

Forse ho messo troppa carne al fuoco e la gente, spaventata dall’innovazione perché conservatrice per protezione isolana, non mi ha rinnovato il mandato. Molti si sono poi pentiti amaramente di averlo fatto e dopo un quinquennio orribile, adesso la nuova Giunta è erede della mia ed ha ripreso il cammino del cambiamento.

– Lei ha lavorato tantissimo nella carta stampata e molto in televisione. Quale dei due giornalismi rimpiange di più?

«Posso dirlo? Rimpiango il giornalismo di ieri, della carta stampata e della televisione. Quello di oggi spesso mi sconcerta per la sciatteria e la saccenteria».

– Lo dice per via della “rete” impazzita?

«Le dico quello che penso, i social hanno imbastardito parecchio la professione. Ascolto i Tg: “Pioggia di missili russi a Kiev. Ci sono un morto e due feriti”. Sempre troppi, d’accordo, ma una pioggia di missili ne avrebbe dovuti fare a centinaia, o no? Oppure leggo: “Il traghetto di Ponza in balia di onde di 8 metri!”.
In realtà i metri erano meno di tre e l’autore dei pezzi non ha pensato che otto metri sia l’altezza di due piani di un palazzo, cioè un mare che forse non reggerebbe neanche la grande portaerei Eisenhower.
I social, poi, ti illudono di essere un editorialista e non un semplice cronista, che racconta quello che vede e non quello che altri vedono per te. E questa saccenteria ti conduce inevitabilmente a indossare la maglia di una parte politica, ti fa credere di essere tu il politico che spiega alla politica cosa fare e come deve agire.

Questa è la brutta deriva del giornalismo di oggi. Ecco perché rimpiango quello di ieri».

[Intervista di Pino Nano – Fonte: https://www.giornalistitalia.it/piero-vigorelli-la-brutta-deriva-del-giornalismo/ ]

In documento originale completo, in file .pdf:
Piero Vigorelli. La brutta deriva del giornalismo Da Giornalistitalia.it. Copia .pdf

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