Innovazione tecnologica

Lanterne a petrolio, fonti rinnovabili e connessioni sottomarine

di Tonino Impagliazzo

Negli anni venti le isole Partenopee di Ponza, Ventotene, Santo Stefano, Procida, Ischia e Capri iniziarono a costruire sui propri territori piccole Centrali elettriche che avrebbero sostituito gradualmente le vecchie lanterne a petrolio ed i lumi delle abitazioni.  Entrambe le modalità restarono attive negli anni successivi,  per cui nella prima parte della notte (sino alle undici) la luce veniva garantita da corpi illuminanti elettrici mentre nella seconda restavano attive soltanto le vecchie lanterne per i luoghi pubblici e i lumi a petrolio per le abitazioni .
Negli stessi anni furono i  Governatori dello Stato Centrale ad incoraggiare i cittadini e  le Amministrazioni Comunali delle piccole isole a realizzare centrali elettriche autonome e di ridotte dimensioni  perché i “Governatori” consideravano le isole luoghi ideali per gli insediamenti carcerari, il confino coatto ed il  confino politico.

Ricordo nella mia adolescenza (anno 1950) la piccola Centrale elettrica di Santo Stefano, sulla salita di Via Madonnina, gestita da un carcerato di nome Nerone, uomo mite e sereno sempre disponibile e competente, che, con la chiusura dell’ ergastolo nel 1964, scelse di continuare la sua attività nella vicina Ventotene.
E ricordo ancora quando alcuni carcerati, addetti al trasporto, facevano rotolare grossi fusti di nafta destinati alla centrale elettrica dell’isola, dalla zona Marinella (livello mare) alla Centrale elettrica (poco adiacente all’ergastolo, per dare un po’ di luce, nelle ore iniziali dell notte, ai carcerati tra i quali c’era anche Sandro Pertini .
Altro ricordo è legato alla figura di Antonio Romano (detto l’Elettricista) responsabile della Centrale di Ventotene che molte volte sull’imbrunire chiamava a raccolta pescatori e trasportatori a spalla del luogo quando il motore “Arona” non partiva. In tali occasioni  Antonio prima riscaldava con batuffoli arrotolati la testata del motore e poi, arrotolando sul volano una robusta corda, chiedeva ai pescatori ed ai facchini di tirare con veemenza e  senza fermarsi per consentire l’avvio prima e la messa in moto dopo. Avveniva in modo analogo a Ponza con Franco Feola, pioniere tenace e volitivo.

Negli anni ’60 lo Stato decretò la Nazionalizzazione dell’Energia Elettrica e invitò le Amministrazioni  locali ed i produttori privati dislocati sulle piccole isole a trasferire le centrali e gli impianti elettrici alla Società Elettrica Pubblica (ENEL). Il comune di Ventotene lo fece mentre il comune di Ponza e l’isola di Capri conservarono la condizione privatistica.

La selezione di nuove scelte equivale a decisione di civiltà

Da alcuni anni la produzione e la distribuzione di Energia Elettrica percorrono strade parallele ma diverse. La produzione avviene con prevalente modalità a combustione, con reattori atomici, con tecnologie di nuova generazione (le rinnovabili) e nei luoghi più diversi, mentre le moderne tecnologie consentono di trasportare agevolmente l’energia dai luoghi di produzione alle zone in cui è presente la domanda e far si che la distribuzione non lasci fasce di utenza scoperte. In questi anni la ricerca e le nuove tecnologie hanno fatto emergere nuove opportunità nella produzione, la quale ha investito in pannelli solari, centrali a carbone o a gas, energia delle maree, campi eolici ed altro con delocalizzazione degli impianti, mentre la distribuzione si avvale dei moderni cavi elettrici a “bagno d’olio” per realizzare il trasporto dell’energia nella lunga distanza, con un perdita irrisoria di energia e la contemporanea realizzazione di notevoli risparmi economici rispetto alle produzioni in loco.

A tal proposito è opportuno ricordare alcuni esempi di recente attuazione come:

a) l’impianto di pannelli fotovoltaici in Marocco, tra Casablanca e l’Oasi di Tafilalet. Si tratta di un grosso impianto che grazie ad un cavo sottomarino porta Energia Elettrica in Inghilterra e in Spagna. Lo stesso dicasi per Gibilterra

b) gli impianti Elettronucleari della Francia. In Francia sono attive 19 Centrali Elettronucleari per la produzione di Energia elettrica, nelle quali sono operativi n°58 Reattori nucleari tipo PWR che forniscono il maggior quantitativo di Energia per l’intera Europa;

c)  modalità diverse come le Pale Eoliche della Puglia, della Sicilia, del Molise e l’energia da maree come nel Nord Europa


Basta Impianti Industriali
sulle isole

Tradire il modello operativo della interconnessione elettrica sottomarina con il vicino Circeo, recentemente condiviso anche dall’  isola di Capri con la vicina Sorrento (terraferma), equivale a lanciare una pietra contro quegli Amministratori che 60 anni fa si batterono nell’isola di Ponza per tutelare a favore degli imprenditori locali (pionieri della produzione sull’isola) un patrimonio di lavoro, di conoscenze tecniche e di sacrifici umani al fine di consentire ai loro successori di detenere e preservare ancora un valore sociale ed economico rilevante, realizzato anche con la vicinanza della cittadinanza tutta.

L’utilizzo di un collettore sottomarino, da San Felice Circeo a Ponza, oggi appare la scelta più saggia e più ampiamente proiettata nel futuro perché potrà soddisfare una domanda di energia elettrica sempre crescente sull’isola, eliminare dall’aria grossi quantitativi di CO2 e scarti derivati, evitare il ricorso al trasporto via mare del gasolio, peraltro a carico della Regione Lazio, e concorrere soprattutto alla sostituzione degli attuali Impianti Industriali presenti sulle isole con reti sottomarine interconnesse, allo scopo di assicurare all’isola lunata un rispetto ambientale ed un valore turistico di qualità.          

1 Comment

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  1. vincenzo

    13 Novembre 2023 at 18:51

    Tutti gli articoli di Tonino hanno un unico messaggio: “isolani, amministratori o vi svegliate come comunità o vi troverete fra qualche anno solo infrastrutture inutili, inquinanti, degradanti l’ambiente e il territorio. Isolani amministratori o vi svegliate come comunità o fra qualche anno queste isole diventeranno villaggi turistici in mano a forestieri”.
    Infatti che cosa ci propongono: collegamenti marittimi medievali, dissalatori e centrale elettriche inquinanti, depuratore puzzolenti.
    Ci costringono a comprare le auto elettriche per salvare il pianeta e poi l’energia per alimentarle si produce con centrali inquinanti. Vi sarà capitato di vedere quelle enormi, puzzolenti nubi di fumo nero che si sprigionano dai tubi di scarico delle navi e mezzi veloci della Laziomar?

    Per fortuna che ci sono ancora persone come Tonino che continua a dire a tutti noi: “svegliatevi perché state ancora in tempo……”

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