Lontano da Ponza

Analisi disfunzionale sui paesani ponzesi-americani

di Francesco De Luca

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Non riesco a capacitarmi come un grande paese come gli Stati Uniti d’America guardi al suo futuro politico soltanto in termini economici. Non c’è altra grandezza cui aspirare se non a quella economica. Gli USA sono diventati, dal dopoguerra in poi il paese con la più efficiente economia mondiale. E se altri Stati, di recente Cina e India, minacciano il suo primato, diventa intollerante. Al suo interno, mostrando indifferenza verso i diritti sociali dei cittadini, e all’esterno, imponendo il suo primariato sugli stati satelliti.
E, quando la produzione langue e i profitti stagnano, l’industria bellica si arroga il potere di spingere la produzione e recuperare il terreno che in tempo di pace altri Stati avrebbero, in modo leale, sottratto. E’ una strategia che adotta dagli anni ‘50.

Non sono un esperto di politica internazionale ma, basta non seguire la corrente dell’informazione truccata, per giungere a questa conclusione.

Quando parlo coi miei compaesani che dimorano negli USA mi sbattono in faccia sempre la solidità della propria condizione economica, nei confronti di chi deve lavorare e stare attento a che la propria esistenza, dipendente dal lavoro, sia sicura nel tempo.
Perché? Perché nella loro America c’è un’economia nazionale tutelata dalla politica (cosa normale se non fosse patologica e imperialistica). A loro basta questo e tutto il restante corpo della solidarietà sociale, dei diritti civili, della garanzia della democrazia, della convivenza civile, tutto questo per loro non ha importanza alcuna. Essenziale è che il loro futuro economico sia sicuro.

Nel mondo ci sono guerre, conflitti economici, ribellioni ideologiche, attriti religiosi… nulla è più importante del loro star bene. In questo si è tramutato il sogno americano: vivo in uno Stato che persegue la mia sicurezza economica. Sopra tutto. Il resto non mi interessa, non è affar mio. Combatto chi vuole togliermi questo agio.
La giudico una alienazione psicologica, e mi rode. Lo confesso. È per questo che ne parlo. Ed è per questo che mi accaloro coi paesani ponzesi-americani. Sono chiusi ad ogni valore sociale. E sospetto che negli USA questo sia il comportamento corretto.

Trovo difficile colloquiare con loro. Le condizioni attuali di Ponza, il confronto fra ieri e oggi, la loro condizione negli USA in rapporto agli ideali sociali … non c’è dialogo. Tutto va ad ancorarsi al benessere economico, il quale c’è perché i miei compaesani sono stati uomini di fatica e l’attuale floridezza se la sono sudata. Ma il resto ?

Il resto è rappresentato da:
1 – attaccamento alla famiglia. Cosa comprensibile perché negli States hanno soltanto la famiglia come approdo certo. Essendo disancorati dalla realtà sociale della città in cui vivono, da quella economica e da quella culturale;
2 – attaccamento alla Chiesa. Perché il Dio che pregano in America è lo stesso che pregano a Ponza.

Altri interessi? Viaggiano per gli Stati Confederati per vedere cascate, spiagge, canyon. Non c’è traccia di diseguaglianza, di povertà, di disordine. C’è soltanto benessere per tutti.
Democratici o Repubblicani? Repubblicani a vita, perché i democratici sono comunisti (non cito la fonte per vergogna)!
Tutto bene allora? Certamente! Basta che il conto in banca dia profitti.

Mi sono espresso volutamente con tono provocatorio perché amo i miei compaesani e li vorrei soggetti sociali più attivi. Meritano di più che essere politicamente ininfluenti (perché si astengono) e persone economicamente passive.

Forse ho prodotto un’analisi disfunzionale.

1 Comment

1 Comment

  1. Silverio Tomeo

    19 Settembre 2023 at 08:42

    Probabilmente hai fotografato una situazione di fatto, comunque non generalizzabile a tutta la diaspora ponzese negli USA.
    Gli italo-americani sono circa il 5,6% dei residenti in America. Sto leggendo “Storia degli Stati Uniti. La democrazia americana dalla fondazione all’era globale”, di Giovanni Borgognone (Feltrinelli). Testo illuminante. Mi è capitato di incontrare Fabrizio Tonello, Alessandro Portelli, Bruno Cartosio, tra i migliori americanisti che abbiamo. La situazione negli USA si è polarizzata, come del resto in Europa, nell’Occidente in questione, e forse proprio a livello globale. Comunque se l’american dream è quello espresso dai ponzesi-americani che hai ascoltato, siamo davvero messi male.

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