Pesca

La scarsità di pescato nel Golfo di Gaeta

 a cura della Redazione, ripreso da Latina Oggi di ieri 24 agosto

 

Il dossier
Il mare del Golfo più povero di pesce. Ecco cosa non va
di Roberto D’Angelis – da Latina Oggi del 24 agosto pag. 28

 Il biologo Adriano Madonna presenta uno studio sul reale stato di salute delle nostre acque e sulle conseguenze economiche
La temperatura che si raggiunge in estate è troppo elevata
La piramide alimentare di scarsa entità penalizza molte specie e cambia l’assetto

Gaeta.  Abbiamo parlato con il professor Adriano Madonna, biologo marino di EClab Laboratorio di Endocrinologia Comparata, Università di Napoli “Federico II”, e docente di Scienze Ambientali presso la Scuola Superiore di Tecnologie per il Mare, ITS Academy Caboto di Gaeta che da tempo si interessa in particolare degli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità.

Come sarà il Mediterraneo di domani, in particolare quali novità caratterizzeranno la vita del mare del Golfo di Gaeta.

Il riscaldamento delle acque causato dal global warming comporta, tra gli altri, un inconveniente molto sentito dai pescatori e cioè la scarsità di pescato.Uno dei motivi più importanti di questo problema è la mancata dinamica di un fenomeno essenziale denominato ‘Modello dell’oceano a due compartimenti’, che descriviamo.
Consideriamo il mare come una vasca costituita da due strati d’acqua: uno superiore, la cui superficie è a contatto con l’atmosfera, e uno inferiore, che giunge fino al fondo. Lo strato superiore d’estate è più caldo poiché è a contatto con l’aria e d’estate l’aria è calda . Essendo più caldo, il primo strato è anche più leggero di quello inferiore, quindi vi galleggia sopra. È importante considerare che quest’ultimo, lo strato inferiore, è ricco di nutrienti, costituiti prevalentemente da composti azotati, silicati e fosfati. D’inverno la situazione si inverte: infatti l’aria si raffredda e, di conseguenza, si raffredda anche lo strato superiore. Raffreddandosi, aumenta di densità (peso) e affonda (la corrente verticale che si forma nella discesa prende il nome di downwelling o sinking), prendendo così il posto dello strato inferiore che sale a galla (la corrente verticale ascensionale è denominata upwelling) e trasporta con sé i nutrienti. Questi vanno a fertilizzare il fitoplancton, cioè la parte vegetale del plancton (formata da microalghe), che costituisce il primo gradino della piramide alimentare, infatti il fitoplancton viene mangiato dallo zooplancton e questo da altri organismi, tra cui i pesci.
A questo punto, consideriamo l’importanza del primo gradino della piramide, quello costituito dal fitoplancton: infatti, quanto più abbondante sarà il fitoplancton tanto più grande sarà la piramide alimentare. Ciò significa che quanto più abbondante sarà il fitoplancton tanto più abbondante sarà, complessivamente, la vita nel mare e tanto più abbondante, quindi, sarà anche il pesce nelle reti dei pescatori.
Il problema nasce proprio qua: attualmente, infatti, a causa del global warming, la temperatura che l’acqua del primo strato raggiunge d’estate è più alta del normale. Inoltre, l’inverno è meno freddo del solito e la sua durata è più breve. Tutto ciò fa sì che il primo strato non riesce a raggiungere una temperatura sufficientemente bassa da fare aumentare la densità dell’acqua (densità è sinonimo di peso) e, quindi, da far scendere lo strato superiore verso il basso e sostituirsi a quello profondo. Quest’ultimo non riesce a salire in superficie con il suo carico di nutrienti, quindi il fitoplancton non viene fertilizzato e il risultato è una piramide alimentare di scarsa entità. Questo è uno dei motivi, certamente tra i più importanti, per cui il nostro mare è attualmente povero”.

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